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Verbano, terra di predatori poco conosciuti

Il Verbano è un territorio dove piccoli-grandi predatori come ermellino, donnola e puzzola la fanno da padroni, per non parlare delle (piccole) piante carnivore. Lo ha rivelato la Società di Scienze naturali del Verbano Cusio Ossola in un incontro divulgativo dedicato al tema dove è stata presenata anche la pagina Facebook che ambisce a raccogliere le varie segnalazioni di presenza delle specie

  • R. Dellavedova, D. Fontaneto, A. Mosini*
  • Aprile 2018
  • Lunedì, 2 Aprile 2018
Esemplare di donnola.  Foto A. Mosini Esemplare di donnola. Foto A. Mosini

Ogni tipo di ambiente acquatico intorno a noi nasconde molti organismi predatori. Anche un sottile strato di acqua contenuta in un lichene su un sasso, oppure una goccia di rugiada al mattino, sono sufficienti per permetterne la vita e lo sviluppo di esseri viventi invisibili, anche predatori. Lo ha raccontato Diego Fontaneto in occasione del convegno della Società di Scienze naturali del Verbano Cusio Ossola per l'annuale appuntamento che l'Associazione piemontese ha tenuto lo scorso 3 febbraio nella suggestiva cornice del Castello Visconteo di Vogogna.

Ogni volta che si vede uno stagno, un laghetto, un ruscello, ma anche una macchia di muschio o un suolo apparentemente asciutto, dobbiamo immaginare che lì è presente una enorme diversità di organismi quali batteri, alghe, protozoi, e molti piccolissimi animali, alcuni veri e propri predatori, che si nutrono di ogni altro organismo vivente di dimensioni adeguate. Questi organismi utilizzano specifiche strategie per predare: alcune specie, ha spiegato Fontaneto, sono in grado di inglobare la preda in un blob e digerirla direttamente, altre estroflettono artigli e strutture appuntite velenose per paralizzare le prede, altre ancora sembrano dei piccoli mostri extraterrestri con bocche armate di file di denti, uncini, e mandibole per lacerare i malcapitati che arrivano nelle vicinanze. Esistono poi specie che aspettano ferme e tendono agguati, altre che si muovono rapidamente alla ricerca di prede, sia su un substrato che nuotando liberamente nell'acqua. I gruppi animali che hanno predatori sono molti, ma i più temibili possono essere trovati tra i nematodi, i platelminti, i tardigradi e i rotiferi. Al contrario del nostro mondo, dove un incontro con un grande predatore è un evento raro, nel microcosmo la probabilità di finire mangiati da qualche altro microorganismo è decisamente alta.

I mustelidi, piccoli-grandi predatori

È un predatore anche il più piccolo carnivoro europeo, la donnola, i cui esemplari di sesso femminile possono pesare solo 35 grammi e, nonostante questo, sono in grado di predare animali diverse volte più grandi, come ad esempio piccoli conigli o silvilaghi. La donnola appartiene al genere Mustela, un gruppo di molto eterogeneo di mammiferi carnivori, illustrati da Andrea Mosini in un intervento intitolato: "Ci sono ma non si vedono: la vita segreta di puzzola, donnola ed ermellino"
Simile alla donnola, da cui si differenzia per le dimensioni più grandi e la caratteristica colorazione nera della punta della coda, è l'ermellino: sicuramente il mustelide che sulle Alpi vive più in alto. In estate, infatti, è in grado di spingersi fino a quote di 4000 metri e proprio per questa sua caratteristica di vivere per diversi mesi l'anno in ambienti innevati, il mantello degli ermellini diventa, a esclusione della punta della coda, completamente bianco in inverno.

La puzzola europea è il rappresentante più grande del gen. Mustela e il più raro mustelide nella provincia del Verbano Cusio Ossola. Nota per il secreto maleodorante delle sue ghiandole anali, utilizza questo sistema come valida difesa nei confronti dei predatori e per la comunicazione tra gli individui. Tra le curiosità legate a questo animale vi è la colorazione della testa degli adulti che presenta dei disegni bianchi o di color crema su orecchie, muso e guance che formano una tipica mascherina attorno agli occhi: questa alternanza di toni chiari e scuri, presente anche negli esemplari di tasso, si chiama colorazione aposematica e serve ad allontanare il predatore ancora prima che incominci il suo attacco perché i colori vistosi sono un modo di ricordare esperienze passate sgradevoli (nel caso della puzzola il suo maleodorante secreto). Altri animali che presentano questa colorazione sono ad esempio le api e le vespe, le coccinelle e alcune specie di rettili e anfibi. Mosini, in chiusura della presentazione, ha anche invitato a visionare la pagina Facebook "Segnaliamo i mustelidi del Verbano Cusio Ossola" in cui si cerca da un lato, di raccogliere le osservazioni, - accompagnate da foto o filmati - di esemplari di mustelidi per delineare la loro presenza provinciale e dall'altro, di condividere, attraverso un linguaggio divulgativo, i risultati delle ricerche effettuate in provincia e nel Nord Italia.

Le piante carnivore

Il mondo dei predatori riguarda, però, anche le piante e Roberto Dellavedova ha introdotto nel mondo delle piante carnivore o insettivore che, pur nelle loro ridotte dimensioni, esercitano un fascino o perlomeno un'attrazione non certo inferiore ai più conosciuti fiori ornamentali. Si attribuisce loro, un'aura esotica poiché fin dall'infanzia ci si imbatte in racconti, fumetti, o film dove le piante carnivore sono le protagoniste di improbabili agguati a malcapitati esploratori in remote giungle equatoriali. In realtà, a eccezione di qualche carnivora pluviale, come ad esempio la Nepenthes, il cui ascidio, ovvero la foglia forgiata a trappola, ha un diametro di circa 15 cm, le piante insettivore hanno dimensioni piuttosto modeste. Si tratta infatti, nella quasi totalità dei casi, di erbe di pochi centimetri di grandezza a cui si abbina un armamentario di strategie predatorie attive e passive: secreti appiccicosi, insoliti e rapidi movimenti di foglie e ciglia sensoriali.
Un'altra particolarità delle piante carnivore è la loro diffusione: sono distribuite in buona parte del mondo ed esistono oltre 600 specie differenti di vegetali che attuano la predazione. In Italia, le erbe insettivore sono rappresentate da quattro generi, due acquatiche (Aldrovanda e Utricularia) e due terrestri (Drosera e Pinguicula).
Ognuna delle entità (Drosera, Pinguicula e Utricularia) che si possono incontrare nelle vallate del Verbano-Cusio-Ossola hanno strategie predatorie e particolari esigenze ecologiche che, pur essendo piante armate, diventano inermi di fronte alle opere dell'uomo. Se da un lato, le carnivore terrestri, Drosera e Pinguicula, sono relativamente presenti, trovandosi in paludi o sorgenti nel piano montano e alpino, viceversa la subacquea Utricularia, legata in prevalenza agli ambienti acquatici del fondovalle, è praticamente scomparsa come conseguenza di interramenti, bonifiche o abbandono delle paludi, oppure a seguito dell'eutrofizzazione e dell'inquinamento delle acque. Peggiore è la situazione di Aldrovanda vesiculosa che, in Italia, è considerata praticamente estinta, mentre in Europa è in costante declino. Un destino che le accomuna a quello di altri predatori che a tutti i livelli è sempre più nelle mani del vero super-predatore: l'uomo.

L'incontro sui predatori poco conosciuti - attività di supporto alla Carta Europea del Turismo Sostenibile e patrocinato dal Comune di Vogogna, dal Parco Nazionale della Val Grande e dalle Aree Protette dell'Ossola è solo una delle molte iniziative che la Società di Scienze Naturali organizza nel territorio del Verbano Cusio Ossola per far conoscere il territorio e le specie animali e vegetali locali.

Tutti gli appuntamenti li trovate su www.scienzenaturalivco.org e sulla pagina Facebook www.facebook.com/scienzenaturalivco/.

*Gli autori fanno parte della Società di Scienze naturali del VCO

 

 

 

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