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Vipera dei Walser, appena scoperta rischia già l’estinzione

La straordinaria scoperta di una nuova specie di vipera in Piemonte. Sopravvissuta alle glaciazioni, ha trovato rifugio sulle Alpi piemontesi nord-orientali; isolata per migliaia di anni, ora è nel mirino di collezionisti e a rischio estinzione.

  • Marta Rollandin
  • Settembre 2017
  • Lunedì, 11 Settembre 2017
Vipera dei Walser Foto di Alexandre Roux Vipera dei Walser Foto di Alexandre Roux

Scoperta solo nell'estate del 2016, ai piedi del Monte Rosa, potrebbe essere una delle specie più minacciate al mondo, il rischio di estinzione è dietro l'angolo. Si tratta della vipera dei Walser (Vipera walser, Ghilemi, Menegon, Marsden, Laddaga, Ursenbacher, 2016) - o vipera dei rododendri - chiamata così in onore delle omonime popolazioni di origine germanica che abitano alcune regioni delle Alpi valdostane e piemontesi.

La sua scoperta, poco più di un anno fa, ha permesso di arricchire l'elenco delle specie di vipere conosciute e presenti in Italia - quattro fino ad allora - e testimonia l'esistenza di una terza specie in Piemonte. Prima del loro riconoscimento ufficiale, gli esemplari di questa specie venivano considerati marassi, ovvero individui di Vipera berus, una delle due specie già note nella Regione.

Lo studio pubblicato dal gruppo di ricerca che ha condotto le analisi (di cui fa parte il naturalista ed erpetologo Lorenzo Laddaga), rivela l'unicità di questa specie, escludendo l'ipotesi che il serpente in esame sia una variante del marasso. Anzi, i dati sostengono che questa specie sia geneticamente più simile a forme caucasiche di vipera, delle quali probabilmente è un lontana parente.

È straordinario, al giorno d'oggi, arricchire la lista dei vertebrati presenti sul territorio italiano scoprendo una nuova specie. V. walser è ancora un'incognita, un mistero sul quale indagano i biologi e bio-geografi - studiosi della distribuzione geografica delle specie. Questo serpente è presente soltanto in alcune vallate del Piemonte nord-orientale - nel Biellese - ed è considerato una specie relitto, ovvero una specie che, durante l'ultima glaciazione sull'arco alpino, è riuscita a trovare zone di rifugio nelle quali alcune popolazioni sono riuscite a sopravvivere. Ecco probabilmente spiegato il perché della sua maggiore affinità con specie caucasiche piuttosto che quelle presenti oggi sulle Alpi occidentali.

Nel corso del tempo però, la specie è rimasta isolata e la sua popolazione si è ridotta di molto. Rimanendo rifugiata in un'area così puntuale, la vipera dei Walser ha infatti subìto un effetto che in ecologia viene chiamato collo di bottiglia, una fase di contrazione numerica elevata che può provocare una riduzione della variabilità genetica della popolazione che lo subisce.

L'areale di questa specie, ovvero la sua area geografica di distribuzione, è molto ristretto: 500 Kmq caratterizzati da praterie e arbusteti, in zone molto umide e piovose, situate tra i 1500 e 2100 m di quota. L'habitat adatto alla sua sopravvivenza ha subìto, proprio a causa dell'ultima glaciazione, una forte riduzione e, a oggi, laddove presente, questo ospita non solo esemplari della vipera appena scoperta, ma anche di popolazioni endemiche (presenti solo in un determinato territorio) di specie aventi simili necessità e caratteristiche ecologiche.

Oggi, la vipera dei Walser, è considerata una delle vipere più minacciate del pianeta. Le cause della sua condizione sono da ricercare non solo nella riduzione dell'habitat subìta nel passato, ma anche alla frammentazione di questo – in relazione alla gestione dei pascoli e delle foreste montani. Un ulteriore ostacolo per la salvaguardia di questa specie è il pericolo di collezionisti che, una volta saputa l'esistenza di individui rari, non si preoccupano del delicato equilibrio delle loro condizioni.

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