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Dai “wildlife bridges” ai rospodotti che salvano la vita

Le infrastrutture umane ostacolano la sopravvivenza di specie che, per compiere il loro ciclo riproduttivo, hanno bisogno di spostarsi. Ecco i i rospodotti, passaggi artificiali che salvano la vita a molti anfibi.

  • Loredana Matonti
  • febbraio 2017
  • Lunedì, 27 Febbraio 2017
cartello attenzione rane ad Avigliana Foto L. Matonti cartello attenzione rane ad Avigliana Foto L. Matonti

A chi di noi non è mai capitato, mentre eravamo alla guida, un incontro del "terzo tipo" con un cinghiale che attraversava la strada in cerca di cibo? O con una volpe curiosa? Troppo spesso, con la nostra visione antropocentrica, ci dimenticatiamo di non essere gli unici a "viaggiare" su questo pianeta.

Da qualche tempo però, in molte nazioni  si fa largo una forma di rispetto per gli animali liberi e si avvertono gli automobilisti di fare attenzione, dandogli la precedenza e aspettando pazientemente il loro passaggio. Ma è l'attraversamento improvviso degli animali selvatici lungo le autostrade, a causare gravi incidenti, sia alle persone che a loro stessi.

Per evitare tutto ciò e favorire  l'attraversamento delle strade alla fauna locale, in alcuni Paesi sono nati perciò i "wildlife bridges", ovvero dei corridoi biologici, che evitano rischi e pericoli ai guidatori e agli animali.

In Olanda hanno costruito dei veri e propri ponti sulle autostrade, realizzati in continuità con l'ambiente circostante, che danno l'idea di essere un appezzamento di terra naturale, per permettere agli animali selvatici, un passaggio sicuro, senza provocare incidenti.

Negli Stati Uniti, ma anche in California, in Florida e in Australia sono stati costruiti ponti come quelli olandesi. In Canada, nel parco di Bannf, per dare agli animali la sensazione essere completamente nel loro habitat, i ponti sono stati addirittura ricoperti con vegetazione locale.
Di tali passaggi usufruiscono cervi, orsi e altri animali, che possono passare così al di sopra della Trans-Canada Highway, che taglia il parco.

In Australia si è pensato persino ai granchi e, nel Christmas Island National Park, è stato realizzato un cavalcavia per permettere loro di compiere, senza pericolo, la migrazione annuale.

In Italia, sebbene non ci sia ancora infrastrutture come quelle che si riscontra in Paesi come questi, da anni sono in atto delle campagne di salvaguardia e tutela della migrazione di alcuni anfibi.

Questo perché, quando arriva la stagione degli amori e scende il buio, rospi e rane ne approfittano per muoversi attraversando le strade che li separano dalla destinazione ma, complice la loro scarsa visibilità, vengono irrimediabilmente schiacciati a centinaia dagli automobilisti.

Ciò, oltre a produrre un enorme danno ambientale, dovuto alla decimazione della specie, rappresenta anche un forte pericolo per gli umani, perché il fondo stradale, che diviene scivoloso, è causa di frequenti incidenti.

Da metà febbraio all'inizio di aprile, almeno in alcune località del nord, tornano così in funzione i "rospodotti", passaggi o sottopassaggi artificiali per anfibi, predisposti lungo le strade extraurbane, generalmente costituiti da tubi con un diametro di almeno 40 cm, solitamente in cemento, corredati da barriere poste ai lati delle strade per convogliare gli anfibi verso il sottopassaggio.

Si tratta di un sistema integrato di protezione basato su una serie di barriere antiattraversamento stradale, poste a bordo strada a monte, che convogliano gli animali lungo percorsi obbligati verso i passaggi creati sotto la strada. Nello stesso tempo viene predisposta adeguata segnaletica stradale per sensibilizzare gli automobilisti invitandoli a rallentare e prestare particolare attenzione.

In Piemonte vari Enti si sono fatti promotori di azioni simili. L'A.R.P.A ha realizzato alcuni rospodotti in provincia di Torino, sia sulla variante di Racconigi, legati alla vicina presenza del Bosco del Merlino, che sulla variante di Poirino, e in fase di cantiere,  interventi di salvaguardia sulla superstrada Cossato-Vallemosso, in provincia di Biella, dove c'è un sito riproduttivo molto importante. In quel caso non è stato necessario costruire rospodotti perchè si tratta di un'area sottostante un viadotto che non poneva problemi di accesso per la specie.

Anche il Servizio Tutela Fauna e Flora e il Servizio pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette della Città Metropolitana di Torino per il settimo anno consecutivo, stanno provvedendo alla posa di queste barriere temporanee.
Il Servizio pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette della Provincia invece, interviene nel territorio del Parco naturale del Lago di Candia.

 

Sette anni di esperienza nel salvataggio degli anfibi

L'attività del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana è stata avviata sperimentalmente nel 2011 a San Giorio di Susa.
Già dal secondo anno di attivazione il numero di siti coinvolti è aumentato, registrando il massimo nel 2013, con sette località.

Il monitoraggio ha evidenziato infatti, anche altre realtà meritevoli di tutela, quali Pertusio, Vidracco e Vistrorio nel Canavese, dove persiste un fenomeno migratorio importante: un migliaio di individui per ciascuna località.

In Val di Susa, a Rosta e a Buttigliera, la migrazione interessa alcune centinaia di esemplari, ma è comunque meritevole di tutela. Anche perché, nonostante i tre rospodotti realizzati una ventina di anni fa, è di fondamentale importanza l'intervento manuale di personale del Servizio Tutela Fauna e Flora e di volontari locali, i quali spostano gli animali da un lato all'altro della carreggiata.

A San Giorio, prima della posa della barriera, si registravano numerosissimi schiacciamenti di anfibi. Già nel primo di intervento gli episodi sono drasticamente calati. I rospi percorrono un rio con buona pendenza, in cui è sempre presente dell'acqua. Gli anfibi rimangono confinati da una barriera di plastica, che li indirizza verso un sottopassaggio, costituito da un profilato di alluminio.

Nonostante gli sforzi si registra comunque una progressiva rarefazione delle popolazioni in migrazione, in linea con una tendenza generalizzata su scala nazionale e globale. È quindi importante proseguire l'attività di monitoraggio e di sensibilizzazione dei cittadini alla tutela e salvaguardia di queste importanti specie della fauna autoctona.

Da quest'anno è stata attivata una collaborazione tra il Servizio Tutela Fauna e Flora, il Parco naturale di Avigliana e il Comune di Avigliana per la posa di barriere temporanee in via Grignetto, da sempre interessata da movimenti importanti di anfibi in migrazione verso l'area umida prospiciente il Lago Grande di Avigliana.

Per tutelare le popolazioni in movimento dalla collina verso il bacino di raccolta delle acque di servizio della galleria di Monte Cuneo, sulla Strada Provinciale 589 dei Laghi di Avigliana, verranno collocati, sulla segnaletica preesistente, appositi cartelli di segnalazione attraversamento anfibi. Il personale del Parco e quello della Città Metropolitana collaboreranno nel monitoraggio della migrazione degli anfibi, allo scopo di individuare eventuali soluzioni tecniche per evitare l'impatto con le auto.
Poiché non si può rendere completamente inaccessibile ai rospi l'intero tratto di strada interessato dalla migrazione lungo 1 km, il Parco invita gli automobilisti ad evitare di percorrere la strada ore 20.00 alle ore 6.00, fino alla fine del mese di marzo, nelle giornate con clima umido o piovoso.

Il rospodotto di Candia

Intorno al 2000, lungo la Strada Provinciale 84 Candia-Caluso vennero installate barriere artificiali mobili a tutela delle centinaia di rospi e rane dalmatine che, durante la migrazione riproduttiva, si dirigono verso le sponde del lago di Candia per deporre le uova.
La Consigliera Elisa Pirro ricorda che "grazie ai finanziamenti della Misura 323 del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino ha rinnovato e reso più efficiente il rospodotto".

Anche in questo caso barriere temporanee poste ai bordi della carreggiata convogliano gli anfibi agli ingressi delle canaline di cemento con una griglia di aerazione in ghisa, garantendone l'incolumità, pur in assenza di una sorveglianza diretta da parte di volontari o tecnici.

I vantaggi della soluzione adottata sono la salvaguardia degli animali che attraversano la strada, la facilità di manutenzione, l'umidità e l'illuminazione simili a quelle dell'esterno (il che attira gli animali).

La Consigliera Pirro sottolinea "la fondamentale importanza in tutta l'operazione della collaborazione delle Guardie Ecologiche Volontarie coordinate dalla Città Metropolitana".

Altri esempi
Un altro tunnel per anfibi, è stato realizzato dalla Provincia di Bergamo in prossimità del Lago di Endine e il "Progetto Rospi", che la Sezione Enpa di Treviso aveva lanciato, sempre nel 2003, si è chiuso nel 2014 con numeri da primato.

Nella zona dei Laghi di Revine, Tarzo e Cison (Treviso), la Protezione Animali trevigiana, con il supporto anche di altri "Rospisti" e privati cittadini, ha salvato 17 mila animali, durante il periodo delle migrazioni nuziali. In totale, da quando l'Enpa di Treviso ha iniziato a "scortare" gli anfibi, sono stati salvati oltre 190mila esemplari, e il tasso di mortalità è diminuito addirittura di venti punti percentuali, passando dal 25% al 5%.

Ma aldilà degli interventi straordinari da parte degli Enti preposti, tutti noi, adottando uno stile di guida più rispettoso dell'ambiente e dei nostri "vicini di casa", possiamo fare la nostra parte.

Fonti:

www.ansa.it/

www.aknews.it

www.arpa.piemonte.gov.it/pubblicazioni-2/pubblicazioni-anno-2005/fauna-selvatica/titolo.pdf

www.cittametropolitana.torino.it/cms/fauna-flora-parchi/fauna-e-flora

www.nonsprecare.it

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