Dopo Rubiana, adesso tocca a Exilles. Se nei giorni scorsi le Guardie Ecologiche Volontarie della città Metropolitana di Torino avevano rinvenuto una lupa morta sulle montagne tra la valle di Susa e la Valle di Viù, lunedì 5 dicembre le squadre di operai impegnate lungo la linea ferroviaria Torino - Bardonecchia hanno segnalato la presenza di un altro lupo morto in prossimità della stazione di Exilles.
I Guardiaparco del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato, hanno recuperato l'animale che è stato controllato dal veterinario referente di zona dell'ASL TO3.
«Da un primo controllo - si legge in una nota diffusa dal parco - si tratta di una giovane femmina di circa 25 kg, presumibilmente di un anno e mezzo di età. E' stata trovata all'interno del territorio occupato dai lupi del branco del Gran Bosco, presente stabilmente dal 1996, ma, trattandosi di un sub-adulto, potrebbe arrivare da un altro nucleo ed essere in dispersione». Anche l'animale ritrovato a Rubiana era una femmina, di circa un anno di età e dal peso di 23 kg.
L'origine della lupa di Exilles sarà determinata dalle analisi genetiche, effettuate dopo l'autopsia che sarà eseguita la prossima settimana dai veterinari dell'Università di Torino e dell'Istituto Zooprofilattico di Torino, in collaborazione con il CeRMAS (il Centro di Riferimento per le Malattie della Fauna Selvatica).
Dal 2006, infatti, tutti i lupi ritrovati morti in Piemonte vengono sottoposti a necroscopia seguendo uno specifico protocollo condiviso da tutte le istituzioni regionali competenti (complessivamente 23) per determinare con precisione e condividere ogni dato scientificamente significativo (localizzazione del cadavere, stato di salute e dati biometrici, cause di morte, eventuali avvelenamenti o azioni di bracconaggio, provenienza e preparazione tassidermica, ecc.).
Dal 2006 a fine 2015 sono stati 90 le carcasse esaminate nelle province di Torino (55 lupi), Cuneo (28), Alessandria (6) e Verbano-Cusio-Ossola (1).
Il lupo, dopo la sua completa estinzione avvenuta negli anni Settanta, ha ripopolato le nostre montagne a partire dagli anni Novanta. Gli ultimi dati del progetto WolfAlps stimano in Piemonte la presenza di 21 branchi e quattro coppie riproduttive.