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Intervista a John Muir

Dunbar (Scozia), 21 aprile 1838 – Los Angeles, 24 dicembre 1914

  • Salvatore Mariano
  • giugno 2010
  • Venerdì, 13 Agosto 2010

In cima alla vetta più alta della Sierra Nevada ammiro, in compagnia di John Muir, la valle in cui si estende il Parco Nazionale di Yosemite. Cosa si prova ad essere il fondatore del primo Parco Nazionale del mondo? Essere riuscito a salvaguardare un luogo ricco di straordinarie bellezze naturali, cascate spettacolari, alberi millenari e torrenti incontaminati è una soddisfazione immensa. Per raggiungere questo traguardo ho dovuto lottare con tutte le mie forze per più di vent’anni. Quando ha capito che per proteggere quest’area occorreva fondare un Parco? Alla fine dell’800 concetti come ecologia, biodiversità, tutela ambientale erano ancora poco diffusi, perché altre erano le priorità della nascente nazione americana. Ma osservando l’inesorabile avanzata del progresso nella società statunitense, mi resi conto che occorreva creare uno strumento al di sopra di ogni cambiamento economico, che preservasse la fragilità di questi ambienti. Cosa ricorda del viaggio con il presidente Roosvelt? Era l’estate del 1903. Thedore era un uomo forte, robusto, amante della natura selvaggia e, purtroppo, sostenitore della caccia. Non aveva mai visitato la Sierra Nevada e rimase incantato dalla maestosità dei panorami. Trascorremmo un’intera notte a parlare intorno al fuoco. Il Presidente non dimenticò quell’esperienza e da allora ebbi il suo sostegno per realizzare il mio progetto. Lei ha trascorso gran parte della sua vita tra questi boschi; come descriverebbe l’esperienza? Dopo anni di lavoro in città la mia salute si stava indebolendo. Mi accorsi allora che non ero tagliato per i ritmi della vita metropolitana e decisi di voltare pagina. Nella primavera del 1868 partii per un luogo di cui avevo solo letto, chiamato Yosemite. Non l’ho più abbandonato. Lì ho trovato il mio equilibrio, una grande serenità e un’inesauribile fonte di ispirazione. Infatti: le ha ispirato frasi divenute celebri. Proprio così. Non è difficile accorgersi che in luoghi così belli l’uomo riceve sempre molto di più di ciò che cerca. Dopotutto, le nostre vite sono saldamente attaccate a ogni singolo elemento del pianeta. Oggi il Parco è tutelato dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità; si sente tranquillo per il futuro della sua creazione? Per Yosemite non ho mai nutrito timori. Quelle che mi preoccupano sono le aree non tutelate, su cui si vigila sempre meno e che in alcuni casi diventano luoghi di soprusi e scempi ambientali. Occorre amare il posto dove viviamo, perché dipende da noi così come noi dipendiamo da quel luogo.

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