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Il parere di Aristotele

 

 

  • di Bruno Usseglio
  • Febbraio 2024
Martedì, 20 Febbraio 2024

All'interno delle descrizioni del cervo che Aristotele compila, troviamo delle vere e proprie curiosità, come quelle che riguardano le loro corna, il loro cuore, oppure i trucchi per catturare le femmine.

Quando sopraggiunge il periodo della caduta delle corna, che si ripresenta ogni anno, i maschi cercano un luogo difficile da raggiungere. Qui, in tranquillità, le loro appendici possono ricrescere. Si ritiene che nessuno abbia ancora trovato il corno sinistro di un cervo perché, secondo una diffusa credenza che Aristotele riprende, l'animale stesso lo nasconderebbe. Le formiche, inoltre, abbandonerebbero i formicai a causa del fumo prodotto da un corno di cervo bruciato.

Le grandi dimensioni del cuore, invece, sarebbero da attribuire al carattere pauroso e prudente. Secondo il filosofo, ad esempio, la paura delle fiere indurrebbe le femmine a partorire vicino alle strade. Il continuo passare di uomini e carri permetterebbe alle partorienti di poter usufruire di un maggior grado di sicurezza.

Aristotele espone alcune accortezze che si possono mettere in campo per catturare le cerve senza troppe difficoltà. Secondo lui, è sufficiente suonare il flauto e cantare. Esse si lasciano infatti incantare dal canto: un cacciatore senza nascondersi deve quindi cantare e suonare ben posizionato davanti all'animale; nel frattempo, un compagno, portatosi alle spalle della cerva, può cautamente avvicinarsi fino ad acchiapparla. Oltre a cercare di catturare la sua attenzione con una dolce melodia, occorre osservare la posizione delle orecchie: se la cerva le tiene ben diritte, sente a meraviglia e non è possibile né avvicinarla né sorprenderla, ma se le abbassa, non sente più e diventa vulnerabile.

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