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Il mistero delle api scomparse

Il miele di rododendro del Gran Bosco di Salbetrand

Dalla collaborazione tra pubblico e privato è nata un'iniziativa che valorizza il territorio del Parco con produzioni di valore biologico e garantisce opportunità di lavoro

  • Aldo Molino
  • ottobre 2010
  • Giovedì, 2 Settembre 2010

Un simpatico dvd rivolto ai ragazzi e finalizzato all'educazione ambientale, prodotto dal Settore parchi della Regione Piemonte, racconta la ricerca da parte dei redattori della rivista di api inopinatamente scomparse e ritrovate poi in alta montagna.
Fantasia? No, da qualche tempo realtà. Una quindicina di famiglie di api, ciascuna con la propria cassetta, ogni anno lascia i campi in riva al Po per trasferirsi nelle alte praterie alpine nel Parco del Gran Bosco di Salbertrand in Valle di Susa.
Un milione di apine (ogni famiglia si compone di 60-70.000 individui) che bottinando, cioè raccogliendo il polline, e visitando diligentemente i rododendri di fiore in fiore, permettono una volta smielato di produrre il dolce e goloso Miele di Rododendro del Gran Bosco.
I rododendri, nelle Alpi Occidentali esclusivamente Rhododendron ferrugineum, sono tra le piante più caratteristiche della flora alpina formando ampi arbusteti su suolo acido. Tra i mieli monoflorali, cioè ottenuti da singole specie, offre una qualità tra le più apprezzate dagli intenditori, per il suo colore ambrato, l'odore tenue e il sapore delicato vagamente mandorlato; si dice che abbia anche virtù terapeutiche in quanto sedativo e calmante dei centri nervosi.
Un miele abbastanza raro, dall'alto valore commerciale per le caratteristiche organolettiche e per l'instabilità della produzione che risente delle condizioni metereologiche.
Le api vengono trasferite per la "villeggiatura alpina" da metà giugno a fine luglio (tecnicamente è definito nomadismo). Oltre che avere fini produttivi, l'operazione permette quindi di rinforzare le api e di ridurre il rischio di perdita di alveari dovuto all'uso sempre più massiccio che in pianura viene fatto di veleni per le piante. E quando la fioritura del rododendro termina, per un breve periodo si produce il "millefiori di alta quota" che ha un profumo e un sapore più aromatico ed è particolarmente indicato nell'accompagnare gli antipasti.
L'iniziativa nasce dall'incontro tra Parco e TR apicoltura, un'azienda agricola biologica certificata ICEA che ha sede a Settimo Torinese, per la precisione a Mezzi Po, all'interno del parco fluviale. TR è rappresentata da Rino Tuori, Tiziana Romagnolo e la figlia (il maschio di famiglia pare più propenso a dedicarsi ai fornelli), che sembra intenzionata a seguire le orme dei genitori. Una passione, quella per l'apicoltura, che viene dai monti della Daunia, da quel Celle San Vito in Puglia che è paese di minoranza franco-provenzale proprio come la media e bassa Valle di Susa. Dopo anni di fabbrica nel 1999, il salto e la decisione di farne una professione. Una scelta difficile che però ha cambiato in meglio la loro vita.
Attualmente TR dispone di circa 400 casse posizionate in postazioni diverse; oltre a quelli citati, l'azienda produce altri 8 tipi di miele, castagno, tiglio, ciliegio, acacia, tarassaco, melata e millefiori, oltre a propoli e pappa reale, e ha un proprio laboratorio di smielatura a norma USL. A Mezzi Po si producono anche regine per dare vita a nuovi alveari, e si selezionano famiglie apine più idonee ai vari ambienti. Le api infatti, come ci racconta Rino, non sono tutte uguali. Alcune pungono altre meno, e se le api più aggressive possono essere un problema, in certi casi, quando si tratta di difendersi dalla predazione delle altre colonie, possono diventare utili.
Il Miele di Rododendro prodotto nel Gran Bosco si può acquistare sino ad esaurimento delle scorte (la produzione è necessariamente limitata) presso il Centro visite del Parco a Salbertrand o in azienda a Mezzi Po. Nel periodo natalizio si possono anche ordinare cestini regalo con ottime caramelle e candele-sculture in cera ideati da Tiziana.

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