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Anche i pesci migrano e il Piemonte studia il fenomeno

Nella conservazione e gestione della fauna ittica anche il Piemonte fa la sua parte, grazie al coordinamento del progetto IdroLIFE assegnato al CNR Istituto di Ricerca sulle Acque di Verbania e la recente istituzione del Centro di referenza regionale. 

  • Pietro Volta, Paolo Sala, Silvia Zaupa CNR-IRSA
  • Aprile 2019
  • Mercoledì, 17 Aprile 2019
Banco di trote (Foto M. Campora - A.Calegari | arc. CeDrap) Banco di trote (Foto M. Campora - A.Calegari | arc. CeDrap)

 

Anche quest'anno, il 21 aprile si celebra il World Fish Migration Day, giornata mondiale della migrazione dei pesci, caratteristica essenziale per la vita di moltissime specie ittiche, di fiume, lago o mare e in alcuni casi determinante per la loro sopravvivenza.

Le migrazioni nel loro complesso sono fondamentali per la fitness delle popolazioni ittiche: contribuiscono infatti a migliorare lo scambio genico tra individui riducendo il fenomeno dei "colli di bottiglia", con conseguente riduzione della variabilità genetica all'interno delle popolazioni e minore capacità di adattamento, resistenza e resilienza alle perturbazioni ambientali e antropiche.

Cosa intendiamo per migrazioni

Con il termine migrazione si definisce lo spostamento periodico degli individui di una specie da un area ad un'altra. Generalmente, la migrazione avviene tra fra zone che offrono habitat adatti alla riproduzione e zone dove gli individui possono stazionare per un periodo più o meno lungo e in cui trovano le condizioni ideali per la crescita, quali cibo sufficiente, e protezione (rifugi). La migrazione può avvenire all'interno dello stesso corpo idrico o tra corpi idrici differenti. Si parla di migrazione potamodroma nel caso di spostamenti che avvengono solo all'interno di acque dolci, mentre oceanodroma è la migrazione che interessa esclusivamente le acque salate. Si definisce migrazione diadroma quella di specie che migrano da acque salate ad acque dolci e viceversa.

Il Fiume Po, luogo di migrazioni

Nel complesso reticolo idrografico del Fiume Po e dei suoi principali tributari, i pesci fino a qualche centinaio di anni fa, potevano muoversi molto più liberamente di oggi.
Le notizie storiche raccontano delle cheppie (Alosa fallax) che arrivavano dall'Adriatico fino alle porte di Torino o di Bellinzona (Canton Ticino) per riprodursi. O delle anguille (Anguilla anguilla) che smontavano durante le notti autunnali o invernali per raggiungere il mare e da lì partire per il lungo viaggio verso il Mar dei Sargassi. E cosa dire delle grandi trote marmorate (Salmo marmoratus) che dai laghi (Maggiore, Orta) migravano quasi fino al passo del Sempione per deporre le uova nei fiumi tributari dopo un viaggio di qualche decina di km? O dello storione ladano (Huso huso) nel Fiume Po, specie oramai quasi mitologica ?
Il progresso e la necessità di sfruttare i corpi idrici, e i fiumi in particolare, ha comportato la costruzione di sbarramenti, dighe e traverse che hanno inesorabilmente contribuito a indebolire, se non cancellare completamente, molte popolazioni ittiche che avevano la migrazione tra le caratteristiche peculiari del proprio ciclo biologico.
Anguilla, cheppia, trota marmorata, storioni sono alcune tra le specie ittiche più conosciute e che più hanno risentito della frammentazione fluviale nel reticolo idrografico del Fiume Po. Ma ve ne sono altre, meno conosciute come la savetta (Chondrostoma soetta) o il pigo (Rutilus pigus), ad esempio, che al pari delle specie più famose necessitano di poter muoversi lungo i corsi d'acqua e tra i corsi d'acqua e i laghi per cercare le aree migliori per la riproduzione.

I corridoi acquatici

Il tema della migrazione ittica nell'ultima decade è diventato un tema "caldo", tanto da essere sviluppato ampiamente dalla comunità scientifica negli ultimi 15-20 anni. L'attenzione è stata posta prevalentemente sui salmonidi, rivelando aspetti molto interessanti della loro ecologia e, soprattutto, evidenziando che la migrazione non avviene solo negli adulti, ma anche nei giovani e in entrambe le direzioni: gli adulti risalgono i corsi d'acqua per la riproduzione, ma i giovani scendono lungo i fiumi verso i laghi o il mare per trovare ambienti adatti alla loro crescita. Pertanto, occorre considerare l'intero ciclo vitale di un pesce quando si progettano e costruiscono passaggi per pesci.
Il tema del "corridoio ecologico", e del suo ripristino anche in ambito fluviale e non solo terrestre, è un elemento all'attenzione delle politiche comunitarie che mirano alla protezione e alla conservazione della biodiversità. I corridoi acquatici sono riconosciuti come un elemento essenziale per la conservazione di specie di interesse comunitario e il loro ripristino rientra pienamente negli interventi che possono essere finanziati con i fondi europei, quali i fondi LIFE. Ripristinare i corridoi acquatici è dunque un tassello importante per la conservazione della biodiversità a livello europeo e mondiale.

Il progetto IdroLIFE

Il CNR Istituto di Ricerca sulle Acque  con sede a Verbania, è il capofila del progetto IdroLIFE - LIFE 15 NAT/IT/000823 - finanziato dall'Unione europea e i cui partner sono la Provincia del Verbano Cusio Ossola, il Parco nazionale della Val Grande e GRAIA s.r.l.

Il progetto concentra le proprie attività lungo i corridoi ecologici del Fiume Toce interessando il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) Fondo Toce e la Zona di Protezione Speciale (ZPS) Fiume Toce e del Torrente San Bernardino che è porta privilegiata per l'accesso al SIC Val Grande, e intende conservare specie ittiche e astacicole di interesse comunitario.

Tra le azioni principali di progetto c'è la deframmentazione del Fiume Toce, per renderlo percorribile ai pesci dal Lago Maggiore fino al primo ostacolo naturale invalicabile verso monte (circa 70 km) e del Torrente San Bernardino nell'abitato di Verbania, così da renderlo percorribile fino alle porte del SIC Val Grande. L'intervento più significativo dal punto di vista strutturale e ingegneristico sarà realizzato nei pressi dell'abitato di Domodossola dove Enel Greenpower ha una captazione idrica finalizzata alla produzione di energia elettrica ancora sprovvista di passaggio per pesci, dove invece ne verrà realizzato uno di circa 80 metri di lunghezza per superare un dislivello di circa 2,5 metri. Il passaggio pesci sarà munito di cabina di monitoraggio in continuo, con telecamera e antenne per rilevamento del passaggio di pesci marcati con Pit Tag, ovvero microchip che vengono inseriti nella cavità addominale dei pesci, senza alcun danno per il pesce stesso, con cui sarà possibile scoprire molti particolari che riguardano innanzitutto la funzionalità dei passaggi, ma soprattutto capire meglio i tempi, le modalità e le condizioni al contorno della migrazione dei pesci marcati, che si prevede possano essere circa 10000 lungo tutto il Fiume Toce, divisi tra trota marmorata, vairone (Telestes souffia) e barbi (canino Barbus caninus e padano Barbus plebejus).

Trota marmorata, un monitoraggio dettagliato

IdroLIFE vede anche attività di ripopolamento dirette per cinque specie ittiche (Salmo marmoratus, Rutilus pigus, Chondrostoma soetta, Cottus gobio e Telestes souffia) e per il gambero autoctono Austropotamobius pallipes, oltre che attività di contenimento di specie aliene invasive.

Tutti i pesci introdotti nei siti di progetto saranno marcati così da poterli monitorare le tempo e valutare l'efficacia reale dei ripopolamenti. Le attività inerenti allo scazzone al pigo e alla savetta, prevedono anche la messa a punto di un protocollo di riproduzione artificiale che permetta di promuovere e trasferire queste competenze a soggetti terzi con finalità di conservazione.
IdroLIFE ha previsto una serie di approfondimenti con indagini finalizzate a una migliore comprensione della biologia della trota marmorata (Salmo marmoratus) nel Fiume Toce di fondovalle, finalizzate alla gestione della specie e al "supportive breeding", ovvero di riproduzione artificiale.

Della trota marmorata del Fiume Toce sappiamo che ha un accrescimento rapido e una età media alla prima maturazione di almeno 50 centimetri. Ne consegue che, per una sua protezione e conservazione nel lungo periodo, occorre innalzare sensibilmente la misura minima di cattura da parte dei pescatori, dagli attuali 35 cm ad almeno 55 cm, favorendo l'affermarsi all'interno della popolazione di una porzione di individui di dimensioni significative, i cosidetti "megariproduttori", capaci di un potenziale riproduttivo elevato e di una elevata qualità delle uova.

Il contrasto alle specie aliene invasive 

Un terzo elemento distintivo del progetto IdroLIFE è l'attività di contrasto alle specie aliene invasive nei siti di progetto, quali il siluro (Silurus glanis), l'acerina (Gymnocephalus cernua), il pesce gatto (Ameiurus melas), il persico sole (Lepomis gibbosus) il persico trota (Micropterus salmoides) e il carassio (Carassius spp.), la trota fario atlantica (Salmo trutta) e i due gamberi alloctoni presenti Orconectes limosus e Procambarus clarkii. Attraverso l'azione di contenimento o eradicazione delle specie aliene invasive si contribuisce, in modo indiretto, alla conservazione delle specie autoctone, che nello specifico del progetto sono: Salmo marmoratus, Cottus gobbio, Teleste souffia, Rutilus pigus, Chondrostoma soetta e Austropotamotus pallipes.
Preservare il più possibile la naturalità del Lago di Mergozzo inserito nella ZPS Lago di Mergozzo e Montorfano eviterà che specie alloctone raggiungano il Lago di Mergozzo dal Lago Maggiore attraverso il canale di Fondotoce. Durante il primo anno di campionamento, infatti, il pesce gatto è stata la più abbondante specie aliena catturata, seguita dal persico sole e dal siluro. Pochissimi i gamberi catturati così come altre specie di pesci.
Le attività di controllo nel Fiume Toce, hanno portato alla cattura di alcuni esemplari di trota fario atlantica, senza dubbio in misura inferiore alle aspettative, rivelando che la recente politica delle associazioni di pescatori che puntano a ripopolare il Toce solo di avannotti di trota marmorata, sembra dare i suoi frutti.
Ad oggi, complessivamente, sono stati rimossi dai siti di progetto circa 670 kg di pesci appartenenti a specie alloctone invasive: un quantitativo non del tutto trascurabile.

Fauna ittica, l'impegno del Piemonte

IdroLIFE insegna che il tema della conservazione delle specie di interesse comunitario, o comunque di quelle che hanno un elevato valore dal punto di vista naturalistico, va affrontato a 360 gradi. Il ripristino degli habitat, la riduzione delle pressioni idromorfologiche, antropiche e biologiche, il supporto delle popolazioni a rischio mediante interventi di ripopolamento mirati, non possono che essere interventi da inserire in una strategia di azione unitaria. Ed è proprio nell'ottica di coordinare e gestire in maniera unitaria i problemi inerenti la fauna ittica, che la Regione Piemonte, settore Biodiversità e Aree Naturali Protette, ha recentemente designato le Aree protette del Ticino e Lago Maggiore, i Parchi Reali e il Parco del Po e Collina Torinese quali coordinatori del Centro di referenza per l'ittiofauna della Regione Piemonte (CRIP) che coinvolge esperti sul tema operanti sul territorio regionale allo scopo di esercitare un'azione unitaria sul tema della gestione e conservazione delle specie ittiche.

 

 

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