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Il Lago di Arignano

Con il ri-riempimento, l'invaso artificiale di Arignano, uno dei pochi laghi della collina torinese, è tornato ad essere un importante habitat per l'avifauna e non solo

  • Filippo Ceragioli
  • novembre 2014
  • Mercoledì, 5 Novembre 2014
Il lago di Arignano Aldo Molino Il lago di Arignano Aldo Molino

Al confine tra i comuni di Arignano e Marentino si trova un bacino artificiale di alcune decine di ettari: rispetto ad altri laghi artificiali non è grande, ma si tratta comunque del maggiore specchio d'acqua della collina Torinese. Il lago di Arignano fu realizzato negli anni Quaranta dell'Ottocento come bacino di raccolta di acque destinate all'irrigazione delle campagne della zona. Promotore dell'iniziativa fu il conte Paolo Remigio Costa, che dovette vincere le resistenze di alcuni proprietari agricoli, poco convinti dell'utilità dell'opera e preoccupati delle possibili conseguenze negative sulla "salubrità dell'aria". Il 5 febbraio del 1839 il conte riuscì comunque ad ottenere da re Carlo Alberto le Regie Patenti necessarie per la realizzazione dell'opera, ovvero lo sbarramento tramite una diga in terra di un tratto della pianeggiante valletta collocata tra Arignano ad est, Marentino ad ovest e l'ex-comune di Avuglione a nord. L'invaso è alimentato da alcuni piccoli rii che drenano la zona collinare circostante e, oltre che per fini irrigui, veniva un tempo utilizzato anche per produrre ghiaccio durante la stagione invernale, come riserva di pesca e per fornire acqua a due mulini posti a valle della diga. Non lontano dalla sponda occidentale i conti Costa avevano voluto la realizzazione di un isolotto, dove oggi crescono alcuni alberi di grandi dimensioni, che diventava un suggestivo approdo per piccole imbarcazioni a remi. Con la decadenza della famiglia Costa la proprietà del laghetto cambiò varie volte; negli anni Trenta del Novecento fece parte dei possessi dei conti Rossi di Montelera, i quali lo utilizzarono come riserva di caccia e di pesca; risalgono a questo periodo varie visite alla proprietà da parte di membri di casa Savoia. Nel secondo dopoguerra il lago cadde progressivamente in uno stato di abbandono finché nel 1980 venne svuotato, principalmente per motivi di sicurezza. Negli anni precedenti allo svuotamento il lago e le sue sponde si era progressivamente rinaturalizzati diventando una importante area di rifugio per numerose specie che altrove si stavano facendo più rare (Arignano era uno dei pochi luoghi di nidificazione in Piemonte dell'Airone rosso). Con la messa in sicurezza della piccola diga l'invaso è stato ripristinato nel 2005 e si sta rivelando una area umida di notevole importanza per l'avifauna stanziale e migratrice. Oltre alle numerose specie di uccelli il lago e le sue sponde forniscono un habitat importante anche a rettili, anfibi e agli insetti legati alle aree umide come le libellule. Le zone circostanti l'invaso sono inoltre paesaggisticamente piuttosto integre, nel senso che l'attività delle varie aziende agricole presenti mantiene in buona salute un agroecosistema dove a coltivazioni non intensive si alternano prati aperti e di boschi, questi ultimi più estesi sulle pendici collinari con esposizione sfavorevole. Oggi il lago è inserito nel progetto "corona Verde", che ha l'obiettivo di creare attorno alla conurbazione torinese un anello di ambienti naturalisticamente intatti ed intercomunicanti tra loro. L'Associazione Pro Loco "Amici del Lago di Arignano" si occupa inoltre in modo attivo di scongiurare la minaccia della urbanizzazione delle sponde o di una gestione non naturalisticamente rispettosa dell'ambiente circostante, provando invece a dare spazio ad attività eco-compatibili come l'agricoltura e il turismo a basso impatto, il recupero delle tradizioni locali e la fruizione rispettosa di questo bell'angolo di Piemonte.

Per conoscere questo particolare ambiente vi proponiamo un percorso che si svolge principalmente su tranquille carrarecce e, oltre che il lago, permette di visitare anche i due paesi che dominano la valletta nella quale il piccolo bacino è collocato. Arignano vanta un bel castello medioevale mentre di Marentino sono interessanti sia la chiesa, costruita sulla cima della panoramica collina con cui culmina il piccolo centro abitato, sia una serie di murales realizzati sulle case del paese. In ognuno di essi è contenuto un rebus e anche chi non è appassionato di enigmistica sentirà senza dubbio l'impulso di girare tra le case fino ad averli risolti tutti.

L'itinerario
punto di partenza e di arrivo Arignano; dislivello circa 200 m; tempo 3 ore

Accesso stradale: Arignano si raggiunge da Torino percorrendo la strada per il traforo del Pino fino a Chieri, da dove si prosegue seguendo le indicazioni per Castelnuovo Don Bosco e svoltando poi a sinistra. Si può posteggiare in piazza del Municipio (326 m).

Descrizione: dalla piazza si seguono via Graffi e poi via Garibaldi scendendo ad un bivio nei pressi di uno stagno, dove si prosegue verso destra - indicazioni per "cascina Calcinera"- fino al cimitero del paese, passando a destra del quale si raggiunge il lago (290 m). Seguendo lo sterrato di destra si costeggia lo specchio d'acqua passando prima a fianco della cascina Calcinera e piegando poi a sinistra per superare su un ponticello il rio del Lago, immissario del bacino. Poco dopo il ponte si raggiunge un bivio dopo il quale, tenendosi sulla destra, si percorrono circa trecento metri e si svolta poi a sinistra attraversando un campo su una carrareccia , inerbita nel primo tratto. La stradina comincia quindi a prendere quota in una zona boscosa e ad infossarsi rispetto al terreno circostante. Si confluisce quindi su un nuovo stradello che proviene da sinistra seguendolo fino a sbucare dopo pochi minuti su un viottolo asfaltato, che si risale fino al centro di Avuglione .
Tenendosi a sinistra si esce dal paese lungo la via Maestra – direzione di Marentino - e si raggiunge il bivio nei pressi del cimitero e della "Madonna dei Morti", una chiesetta stile romanico piuttosto rimaneggiata. Sempre tenendosi sulla sinistra si raggiunge Marentino (384 m) con i suoi enigmatici murales. Il nostro itinerario prosegue in discesa in direzione di Chieri ma, dopo poco, si prende a sinistra per via Fornaca che si distacca dalla strada principale prima del termine del centro abitato. Scendendo in direzione del lago la via diventa presto a fondo naturale e raggiunge uno sterrato che percorre la sponda occidentale del bacino. Tenendosi sulla destra si raggiunge la diga e, attraversatala, ci si riporta sul percorso dell'andata per il quale si fa ritorno a Arignano.

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