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Ritrovata in Appennino la farfalla cardinale

E' proprio lei, la farfalla cardinale o pandora, quella fotografata nell'Appennino piemontese l'estate scorsa. Specie rara in tutto il Nord Italia è stata riconosciuta da uno studioso ucraino e testimonia una speranza in più per chi si impegna quotidianamente nella conservazione della biodiversità custodita nelle nostre Aree protette.

  • Lorenzo Vay e Giacomo Gola
  • Dicembre 2022
  • Lunedì, 19 Dicembre 2022
Argynnis pandora, fotografata il 4 giugno 2022 da Giacomo Gola - Archivio APAP Argynnis pandora, fotografata il 4 giugno 2022 da Giacomo Gola - Archivio APAP

Il ritrovamento è avvenuto l’estate scorsa. L’esemplare è stato fotografato nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo e segnalato sul portale utilizzato per le osservazioni naturalistiche iNaturalist.org. In un primo momento si è pensato si trattasse della affine ma molto più comune Argynnis paphia. Il merito della corretta identificazione della giusta specie è di Eugene Karolinskiy, studioso di farfalle della Regione di Kharkov in Ucraina il quale, a fine ottobre 2022, ha corretto sul portale l’errata determinazione, trasformando una semplice osservazione in un eccezionale ritrovamento.

La farfalla nel 1895 veniva così descritta dall’entomologo inglese James William Tutt, nella descrizione di un’escursione naturalistica in Val d’Aosta: “Ripercorremmo lentamente il sentiero, e guardammo le gloriose Argynnis pandora sventolare le proprie ali, mostrando la brillante parte inferiore, verde con punti e strisce argentate di vivida lucentezza, ed una splendida sfumatura rosata che cerca di celarsi al di sotto delle ali, come il riserbo della vergine che si ritira dallo sguardo dell’ardente dio Sole“.

Una specie dai colori meravigliosi 

La farfalla cardinale o pandora (Argynnis pandora) è un lepidottero diurno di grosse dimensioni e dal volo particolarmente lento ed elegante. Esiste un leggero dimorfismo sessuale in quanto la femmina è solitamente di dimensioni maggiori e presenta una colorazione più verde del margine superiore di entrambe le ali, mentre nel maschio risalta la parte centrale delle nervature delle ali anteriori allargata a forma di fuso, per la presenza delle cosiddette “squame androconiali”, particolari strisce scure con funzione secernente. In entrambe i sessi, in posizione di riposo ad ali chiuse, è possibile osservare nel margine inferiore delle ali anteriori una colorazione “rosso cardinale” da cui deriva uno dei nomi comuni di questa specie. È una specie univoltina, ossia che dà vita ad una sola nuova generazione all’anno. Le larve prima dell’inverno si schiudono e ibernano e nella primavera successiva si sviluppano su alcune specie del genere Viola.

Una farfalla rara nel Nord Italia

Ha una distribuzione centroasiatico-europea e in Europa vive nella porzione meridionale e in quella orientale. In Italia, seppur presente in tutte le regioni, è più frequente al centro-sud mentre al nord è molto rara, con popolazioni sempre più ridotte o scomparse a partire dagli anni ’50 del secolo scorso anche se, recenti dati piemontesi (29.08.2022 Provincia di Cuneo; 26.05.2022 Provincia di Novara; 21.08.2021 Provincia di Torino e 14.06.2020 Provincia di Cuneo) consultabili nel portale di osservazioni naturalistiche prima richiamato, fanno sperare che approfondite ricerche possano portare alla luce alcune superstiti popolazioni a livello regionale. Storicamente nell’area intorno al Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, l’Argynnis pandora era stata osservata nel 1941 e nel 1956 ad Arquata Scrivia (AL) da Luciano Storace il quale, in una sua pubblicazione, ipotizzava ci fosse allora una popolazione stanziale in Alta Valle Scrivia, nei pressi di Casella (GE), che avrebbe potuto dare origine agli esemplari piemontesi. La farfalla cardinale si aggiunge alle altre quattro del genere Argynnis sp. (Argynnis paphia, Argynnis aglaja, Argynnis adippe e Argynnis niobe) già individuate nell’elenco delle 102 farfalle diurne redatto da Carlo Cabella nel 2013. Questo nymphalidae è un ulteriore elemento di pregio che, unitamente a molti altri, ci racconta dell’incommensurabile valore scientifico e culturale che l’Ente Aree protette dell’Appennino Piemontese, gestore del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, ha il compito di tutelare. L’inesorabile declino delle specie animali, in particolare degli insetti, è una delle tristi conseguenze dell’azione dell’uomo nei confronti del Pianeta dalla rivoluzione industriale ad oggi. Ci sono però, a volte, notizie che ci danno qualche barlume di speranza sul futuro della conservazione dei viventi, in questo caso delle farfalle.

Per approfondimenti:

Sito Aree protette dell'Appennino piemontese

 

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