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Libellule, sentinelle dell'acqua e del clima

Le libellule sono importanti indicatori ecologici e spie del cambiamento climatico: non fa eccezione il "dragone spettro", osservato per la prima volta nel Parco nazionale della Val Grande e nella provincia del Verbano Cusio Ossola.

  • Alessandra Fassio
  • Gennaio 2022
  • Martedì, 1 Febbraio 2022
Boyeria irene, esemplare maschio | Foto A. Mosini Boyeria irene, esemplare maschio | Foto A. Mosini

 

La posizione geografica del Parco nazionale Val Grande, a cavallo tra le Valli dell'Ossola a Oves e Nord e il Verbano a Sud ed Est, favorisce la presenza di specie boreali e termofile. Il parco è ricco di ambienti acquatici, soprattutto di acque correnti che originano qua e là piccole pozze, stillicidi e ruscelli ad acque lente che possono ospitare comunità di libellule. Grazie alle quote non elevate dei fondivalle e alla collocazione in un contesto prealpino il parco favorisce la presenza di una ricca e consistente popolazione di libellule maggiori, più di quanto ci si potrebbe attendere.

Gli odonati

Gli odonati (dicitura tecnica delle libellule) sono un antico gruppo di insetti a metamorfosi incompleta (emimetaboli) in cui la forma adulta è raggiunta gradualmente in mute successive passando da una vita larvale acquatica a uno stadio di vita adulta aerea. A causa della loro da moderata a grande dimensione, colori brillanti, attraenti modelli di volo, strategie riproduttive e la loro posizione apicale nella rete trofica, gli odonati sono uno dei gruppi di insetti più popolari e studiati sia tra i ricercatori che tra i dilettanti. Insetti predatori con lunghe ali strette con venatura a rete, gli adulti sono abilissimi volatori e rapaci diurni con apparato boccale masticatore formato da una maschera che può essere protusa di scatto per afferrare le prede, rendendo così le libellule abili cacciatori da posta. Essi vivono nei pressi di stagni, pozze o corsi d'acqua calmi ma anche correnti, sono tra gli insetti che raggiungono le taglie maggiori (l'apertura alare è sovente maggiore della lunghezza del loro corpo) e i colori più sgargianti. Comunemente gli esemplari di odonati sono indicati anche come "libellule", sebbene questo termine appartenga specificamente a tutti gli esemplari del genere Libellula inserito nel medesimo ordine. I monitoraggi In Italia la ricerca risale a tempi lontani e il Piemonte rappresenta una delle migliori regioni conosciute e censite. Come in molti altri Paesi europei le conoscenze e ricerche italiane hanno beneficiato enormemente dell'implementazione di database scientifici apportate dai cittadini che si sono verificati negli ultimi dieci anni. Nonostante questi progressi, la conoscenza sulla distribuzione di molte specie di Odonati è ancora scarsa e frammentata in gran parte del Paese, comprese le regioni montuose in cui vengono effettuate le indagini.

Le sentinelle dell'acqua

Gli odonati sono importanti indicatori ecologici. Essendo predatori apicali sia allo stadio larvale che da adulti, trasmettono informazioni preziose sulle comunità di cui si nutrono. Recentemente, le libellule hanno suscitato molto interesse perché "spie" del cambiamento climatico poiché la loro distribuzione può cambiare rapidamente. Nell'ultimo decennio diverse specie di clima caldo si sono espanse sia a Nord che a Sud in risposta ai mutamenti climatici; questa tendenza è stata confermata anche a livello europeo. Dati recenti dimostrano come il cambiamento climatico influenzi gli ecosistemi e le comunità biologiche a un ritmo più rapido in montagna rispetto ad aree a quote più basse e come gli invertebrati siano più sensibili alle variazioni ambientali rispetto ai vertebrati. Gli ecosistemi montani e le loro comunità di invertebrati possono quindi essere studiati come "sistemi di allerta precoce" o sentinelle degli effetti indotti dai cambiamenti climatici.

 

Il "dragone spettro' del Parco della Val Grande

Di recente, nel Parco nazionale della Val Grande, c'è stata la prima segnalazione di 'dragone spettro', specie conosciuta come Boyeria irene, nota sia per la sua colorazione mimetica, sia per le sue abitudini crepuscolari che la rendono una libellula difficile da osservare. La specie finora era segnalata in Europa occidentale e Africa magrebina, mentre in Italia è presente nelle regioni tirreniche, in Piemonte, in Lombardia ed Emilia- Romagna, dove frequenta corsi d'acqua con rive ombreggiate, dal livello del mare agli 800 m di quota.

Questa importantissima scoperta, dopo la falena che si finge vespa, rende il territorio del Parco nazionale della Val Grande un bacino ricco di specie e habitat diversi. Andrea Mosini, ricercatore della Società Cooperativa Valgrande che ha rinvenuto Boyeria irene o "dragone spettro", l'ha segnalata in due diverse aree: il Torrente San Bernardino e un ruscello sopra l'abitato di Colloro nell'ambito di un'indagine che è stata effettuata nel quadro del progetto "Monitoraggio della biodiversità animale in ambiente alpino". L'ultima osservazione ricade nei confini del parco nazionale nel suo versante ossolano, che per molte specie di insetti rappresenta un ricchissimo di biodiversità.

L'importante osservazione è anche la prima per tutto il territorio provinciale del VCO: in Val Grande Boyeria irene si aggiunge alle 25 specie di odonati già censite intensivamente nel 2016 grazie a una ricerca finanziata dal parco e condotta per la Società di Scienze Naturali del Vco dai naturalisti Lucia Pompilio e lo stesso Mosini. Da questo studio, si scopre che il parco e i territori limitrofi ospitano una ricca diversità di libellule: le specie presenti costituiscono infatti il 27% di quelle presenti in Italia, il 38% di quelle piemontesi e il 59% di quelle della provincia del VCO. I siti selezionati sono stati visitati durante il periodo di massima attività delle specie, con condizioni meteorologiche idonee al volo: temperatura dell'aria superiore a 17°C, assenza di vento, non eccessiva copertura nuvolosa e ore centrali della giornata. In quanto eterotermi, cioè organismi in cui la temperatura del corpo varia con quella dell'ambiente esterno, gli odonati possono volare solo quando la temperatura raggiunge valori sufficienti a scaldare i muscoli delle ali. È anche importante la ricerca di larve ed exuviae vale a dire "la traccia" lasciata durante la metamorfosi tra larva e adulto, un po' come avviene durante la muta dei serpenti, perché possono permettere l'identificazione della specie che l'ha lasciata. Questi insetti si possono rinvenire con maggiore facilità lungo le sponde dei corsi d'acqua, tra la vegetazione, le pietre o addirittura sul tronco degli alberi vicini all'acqua. Gli adulti sono stati monitorati attraverso un binocolo e con reti a mano entomologiche.

Prima di questo studio, le conoscenze esistenti sulle libellule erano limitate a 6 specie per il parco, l'attuale ricerca si riferisce ad un'area di circa 152 km² che è stata censita anche con osservazioni opportunistiche in ambienti facilmente accessibili, zone umide e habitat acquatici. I risultati sono in sintonia con recenti ricerche sulla diversità degli odonati europei, in cui si dimostra che le Alpi sono un hotspot fondamentale per la biodiversità dovuta alla presenza sia di specie mediterranee nelle aree più a sud che specie boreali a quote più elevate.

 

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