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Dalle dune africane alle sabbie di Asti

Alla scoperta di due straordinarie specie - una animale e l'altra vegetale - che contraddistinguono la biodiversità della nostra regione: il gruccione e la saponaria

  • Alessandra Fassio
  • Giugno 2021
  • Giovedì, 30 Settembre 2021
Gruccione con libellula nel becco - Foto F. Pino Gruccione con libellula nel becco - Foto F. Pino

Curioso è il comportamento di alcune specie che nidificano nella nostra regione e che costruiscono un nido con una tecnica insolita per gli uccelli: scavare nel terreno!

Conosciamo bene le doti dei picchi, abili intagliatori del legno e capaci di costruire il proprio nido all'interno di tronchi morti o senescenti. Sono invece pressoché sconosciute al grande pubblico altre specie, come i gruccioni, che creano il proprio nido scavando gallerie nella sabbia e nell'argilla.

I gruccioni sono inconfondibili, nessun altro uccello europeo è così vivacemente colorato. La sua livrea variopinta di azzurro, verde, giallo e nocciola è unica fra gli uccelli del continente europeo. Le ali sono lunghe e appuntite, il becco sottile e nero.

Arrivano in Piemonte dopo una lunga migrazione intorno alla fine di Aprile e - una volta giunti a destinazione - nidificano prevalentemente presso scarpate lungo fiumi, in cave di sabbia, in ambienti agricoli con boschetti sparsi, in vaste radure, in arbusteti con paretine sabbiose dove trova casa anche l'altra protagonista del nostro viaggio, la saponaria.

Nidi tra fossili e saponarie

Spesso, nelle zone più aperte o in aperta campagna dell'astigiano, è possibile osservare questi uccelli volare in stormi disordinati, per cacciare al volo cavallette e imenotteri, di cui sono voraci predatori. Questi variopinti uccelli vivono a stretto contatto con i fossili! Essi infatti nidificano in buchi scavati nelle sabbiose pareti fossilifere camera-2112207 960 720 strapiombanti sui corsi d'acqua e non solo.

Le sabbie marine astigiane, conosciute con il termine geologico "Sabbie di Asti", giallastre e incoerenti, sono perfette per la costruzione del nido costituito da un profondo cunicolo ove la femmina depone le uova. Il nido viene realizzato scavando una galleria orizzontale, che può raggiungere anche 3 metri di profondità e del diametro di 8 cm circa (questo metodo di nidificazione è adottato anche dal Topino, una piccola rondine e dal Martin pescatore). Durante lo scavo il maschio e la femmina possono consumare per l'usura il loro becco fino anche di 1 cm. La femmina depone 4/5 uova di forma sferica in una parte allargata in fondo al cunicolo. Entrambi i sessi si occupano della cova, che dura circa 20 giorni. Di solito la specie effettua non più di una covata l'anno: se una coppia trova un luogo favorevole alla costruzione del nido, ne sopraggiungono altre fino a formare vere e proprie colonie (Foto) .

Arroccate su queste pareti sabbiose non è raro osservare piante di Saponaria ocymoides o saponaria di roccia appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae. Tra maggio e giugno si presentano con fioriture rosa a forma di cuscino tra le pareti delle colline sabbiose. La saponaria è un'erbacea presente in natura su scarpate ben esposte, dalle basse quote fino al piano montano. E' decisamente rustica e ben si adatta a terreni siccitosi e ghiaiosi, mentre mal sopporta terreni umidi e ristagni d'acqua. È una pianta perenne originaria dell'Europa che forma piccoli cespugli striscianti, che tendono ad allargarsi lentamente.

Le foglie di questa pianta sono ovali o lanceolate, di colore verde scuro, in primavera vengono quasi nascoste dai numerosissimi fiori, che sbocciano in grappoli, di colore rosa intenso; nonostante la fioritura primaverile sia intensa ed esplosiva, successivamente la pianta continua a fiorire fino ai primi freddi, producendo sporadici mazzetti di fiorellini che tendono a confondersi tra le fitte foglie di questa pianta.
Spesso è possibile vedere un abbondanti cuscini di saponaria cresciuti spontaneamente su una parete sabbiosa, accanto ai nidi dei gruccioni camera-2112207 960 720.

La saponaria viene utilizzata in erboristeria, il nome deriva dall'alto contenuto di saponine vegetali, sostanze detergenti conosciute già da tempi remoti, presenti nelle radici di questa pianta. Proprio per queste proprietà veniva coltivata in abbondanza, al fine di poter lavare il bucato ed in particolare la lana. Oltre a questo aspetto, le saponarie erano anche molto coltivate in passato per le loro particolari proprietà terapeutiche. Questa pianta era infatti considerata una pianta officinale e medicinale in grado di combattere diverse malattie.

Incubo per gli apicoltori

"Bee-eater", gruccione in inglese, significa "mangiatore di api". In realtà si nutre di vari insetti alati camera-2112207 960 720, non solo api, che cattura in volo. I gruccioni infatti sono insettivori e catturano le prede in aria, ma la loro nomea deriva dal fatto che su circa 100 specie di insetti si calcola che l'80% sia costituito da api, vespe, bombi, farfalle e libellule camera-2112207 960 720. In genere le prede velenose vengono ingoiate dopo essere state sfregate su un ramo per staccare il pungiglione ed eliminare il veleno. La tecnica di caccia più diffusa comporta l'individuazione da un posatoio, grazie all'ottima vista, della preda e poi il rapido involo per catturarla. Il gruccione può creare qualche problema agli allevatori di api: ogni singolo individuo può consumare fino a 200 api al giorno!

È stata osservata una netta predilezione per la costruzione del nido in aree con scarsa piovosità estiva e coltivate a mais o cereali, inframezzate da filari, fasce arboree e canali. Zone agricole, cave abbandonate, aree incolte sono ambienti di cui il gruccione trova ampia disponibilità in collina. Il substrato sabbioso è preferito nella stragrande maggioranza dei casi.

Partiamo.... insieme!

I gruccioni trascorrono buona parte della propria esistenza in seno alla famiglia, anche nel periodo che li vede impegnati nelle lunghe migrazioni in Africa tropicale camera-2112207 960 720. Probabilmente i loro ripetuti richiami servono a mantenere unito il gruppo. La specie giunge nel nostro Paese tra la fine di aprile e l'inizio di maggio, per ripartire tra agosto e settembre in migrazione verso le savane sub-sahariane, tra il Senegal e la Nigeria.

Specie gregaria, con formazioni di stormi che possono arrivare a centinaia d'individui, in primavera i gruccioni compiono un lungo viaggio, spostandosi prevalentemente di giorno e transitando su zone topograficamente favorevoli, come stretti e valichi, per raggiungere le aree di nidificazione europee. Il viaggio inizia dall'Africa equatoriale e richiede un grande sforzo per superare pericoli e avversità di ogni tipo, non ultimo l'attraversamento del Mediterraneo. I gruccioni hanno due rotte principali di migrazione: quelli che nidificano nel Sud Ovest dell'Europa in autunno passano per lo stretto di Gibilterra, attraversano il Sahara e si dirigono verso l'Ovest dell'Africa; quelli che nidificano nell'Est dell'Europa si dirigono invece verso l'Africa passando per Israele.

NB: Tutte le foto di questo articolo sono del naturalista Federico Pino

 

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