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Attenti al nido!

La Zona di Protezione Speciale Fiume Po - tratto vercellese alessandrino con i suoi ghiareti, i sabbioni, le grandi isole con vegetazione erbacea rada o addirittura assente, offre a molte specie di uccelli di greto le condizioni ambientali idonee alla nidificazione e la protezione del loro habitat, come stabilito dalle Direttive europee.

  • Raffaella Amelotti
  • Marzo 2021
  • Giovedì, 8 Aprile 2021
Pullo di sterna comune su ghiareto | Foto di M. Gagliardone Pullo di sterna comune su ghiareto | Foto di M. Gagliardone

Il ghiareto si presenta come una grande distesa di ghiaia e ciottoli di dimensioni differenti, ma tutti ugualmente resi lisci e tondeggianti dalla corsa che compiono rotolando l'uno contro l'altro, trasportati dal fiume. E' un ambiente apparentemente inospitale, esposto alle intemperie e ai roventi raggi del sole estivo delimitato, lungo il suo fronte più lontano dall'acqua, dai salici e da altri pochi arbusti in grado di colonizzare un habitat che sarebbe ostile a molte specie vegetali. Tra i sassi spunta solo qualche ciuffo d'erba sporadico ma sono parecchi gli uccelli che frequentano e nidificano sul ghiareto, nonostante l'aspetto arido e desolato di questo ambiente.

Quegli strani sassi...

In primavera, è facile imbattersi in strani "sassi": la forma più regolare e la disposizione precisa sul terreno, nonostante il mimetismo perfetto, svelano la loro vera natura di uova deposte da qualche uccello che nidifica proprio sul greto del fiume.

Il Corriere piccolo (Charadrius dubius) è forse la specie più comune e caratteristica, ma anche l'Occhione (Bhurinus oedicnemus), il Piro Piro piccolo (Actitis hypoleucos), il Gabbiano comune (Larus ridibundus), il Gabbiano reale (Larus michahellis), il Succiacapre (Caprimulgus europaeus) e soprattutto la Sterna comune (Sterna hirundo) e il Fraticello (Sterna albifrons), che vi si installano in colonie con decine di individui, sono tra i frequentatori più assidui.

Tra marzo e aprile, numerose coppie di sterne e fraticelli tornano dal periodo di svernamento trascorso in Africa scegliendo proprio il Fiume Po per deporre le uova e crescere i piccoli. Ancora una volta, il fiume gioca il ruolo fondamentale di corridoio ecologico: una vera e propria oasi in grado di ospitare considerevoli popolazioni di uccelli, in mezzo a territori fortemente compromessi dalla presenza antropica.

Questi ragionamenti hanno condotto all'individuazione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), comprese nella Rete Natura 2000, in conformità alla Direttiva Uccelli (79/409/CEE), la prima Direttiva comunitaria in materia di conservazione della natura (in seguito sostituita dalla direttiva 2009/147 CE).

I fattori di rischio per la conservazione degli uccelli 

La Direttiva Uccelli individua nella perdita e nel degrado degli habitat i più gravi fattori di rischio per la conservazione degli uccelli selvatici; si pone quindi l'obiettivo di proteggere gli habitat delle specie elencate nel suo Allegato I, attraverso una rete di Zone di Protezione Speciale che includono i territori più adatti alla sopravvivenza di queste specie. La Zona di Protezione Speciale Fiume Po - tratto vercellese alessandrino con i suoi ghiareti, i sabbioni, le grandi isole con vegetazione erbacea rada o addirittura assente, offre a queste specie di greto le condizioni ambientali idonee alla nidificazione. 

Dalla seconda metà di marzo alla fine di agosto è molto facile osservare le sterne con il loro volo fluttuante sul fiume a "caccia" di pesci. I censimenti delle popolazioni di sterna comune e fraticello, in queste aree, sono iniziati a partire dagli Anni '80, anni in cui la massima concentrazione era evidenziata nel tratto compreso tra le confluenze di Sesia e Ticino e la presenza delle sterne era considerevole nei tratti di alveo ampio, sui ghiareti e sabbioni, con le isole e l'acqua bassa o a lento deflusso. Le isole spoglie sono scelte da questi uccelli per la nidificazione mentre le acque poco profonde sono frequentate da piccoli pesci, proprio il cibo preferito delle sterne!

Nel corso degli anni le golene hanno modificato il loro assetto sia per l'intervento dell'uomo che ha attuato interventi di regimazione idraulica sia per la naturale invasione di vegetazione spondale. Il dato positivo è che soprattutto la sterna comune ha mantenuto popolazioni nidificanti in aree adiacenti adattandosi a utilizzare i corpi idrici artificiali, come le ex cave rinaturalizzate, in cui sono state collocate "zattere" galleggianti che garantiscono la protezione dai predatori durante il periodo riproduttivo e di cova.

La pratica di inanellamento

In passato, il parco ha praticato l'inanellamento dei pulli al nido, operazione non facile che doveva essere eseguita con attenzione e rapidità per evitare che i piccoli fossero sottratti troppo a lungo alle cure dei genitori. Questa tecnica consentiva di conoscere le traiettorie percorse durante la migrazione dagli uccelli. La sterna comune e il fraticello depongono due-tre uova mimetiche in un piccolo avvallamento tra i sassi e la sabbia, così come fa l'occhione che ne depone al massimo due. L'incubazione, a cura per lo più della femmina per la sterna comune, anche dal maschio per il fraticello e l'occhione, dura circa tre settimane. E' facile comprendere quanto possano essere devastanti gli effetti dovuti alla frequentazione dei greti in questo delicato periodo.

In ambienti fluviali così soggetti al dinamismo idrogeologico, inoltre, la piena che segue le abbondanti piogge primaverili può portare alla sommersione e alla perdita della prima covata, e, talvolta, purtroppo, questo evento si ripete anche per le successive di rimpiazzo. Questo porta a deposizioni tardive che prolungano il periodo di presenza dei pulcini non volanti sino a luglio.

Salvaguardare i siti di nidificazione

Tra aprile e luglio, lo svolgimento di attività ricreative sui greti, quali la pesca sportiva, l'escursionismo, i percorsi fuoristrada, il campeggio abusivo o la presenza di animali domestici liberi o di animali al pascolo, induce gli adulti ad abbandonare il nido esponendo le uova al rischio di raffreddamento, mentre i pulli, separati dai genitori, possono diventare facile preda dei Corvidi, o andare incontro a ipotermia o surriscaldamento. Inoltre, la colorazione del guscio delle uova molto simile alla colorazione dei sassi del greto, le rende mimetiche e di difficile individuazione esponendole al pericolo diretto di distruzione per calpestamento.

Per cercare di limitare questi rischi, è necessario identificare i siti di nidificazione che ogni anno variano per motivi legati al dinamismo fluviale che modifica la morfologia delle sponde e degli isoloni.

L'installazione di pannelli informativi di sensibilizzazione così come la realizzazione di strutture temporanee che impediscano l'accesso ai siti di nidificazione sono pratiche già in uso per salvaguardare le colonie dagli effetti del disturbo antropico.

La Regione Lombardia, per esempio, nel 2016 ha avviato il progetto LIFE Gestire 2020, che vede tra i partner anche la LIPU e coinvolge gli Enti gestori dei Siti Rete Natura 2000. Proprio nell'ambito di questo progetto, che intende garantire il raggiungimento degli obiettivi di conservazione della biodiversità inseriti nelle Direttive Habitat e Uccelli, ha preso il via una campagna di sensibilizzazione sui comportamenti corretti nella fruizione dei greti fluviali.

Ma ricordiamoci che "Questa casa non è un albergo!" non è solo lo slogan dell'iniziativa, ma deve diventare il nostro modo di chiedere "permesso" ogni volta che ci accostiamo alla natura. 

 

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