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Il lupo è tornato in Piemonte

Piemonte Parchi ritorna, come promesso, con una veste grafica tutta nuova che speriamo incontri il vostro favore e un tema importante, cui abbiamo dedicato il nostro numero speciale 2018: il ritorno del lupo in Piemonte. Qui un 'assaggio' del nostro speciale, con un articolo di Francesca Marucco che spiega: 'Quanti lupi ci sono in Piemonte?'

Qui lo storytelling del numero speciale

  • di Francesca Marucco
  • Venerdì, 9 Marzo 2018
Femmina di lupo sorpresa nel bosco  Foto: Dante Alpe Femmina di lupo sorpresa nel bosco Foto: Dante Alpe

In Piemonte e sulle Alpi si è assistito, dopo alla scomparsa della specie agli inizi del 1900, a un recupero naturale del lupo nelle zone montane con branchi che si sono ristabiliti sull'Appennino ligure, e in seguito sulle Alpi Occidentali. Nel 1996-97 sono stati documentati i primi branchi sulle Alpi italiane in Valle Pesio, in Valle Stura (CN) e in Valle Susa (TO). Nel 2012 il lupo risultava presente sulle Alpi Occidentali piemontesi con 15 branchi riproduttivi e nelle Alpi Centrali e Orientali si documentavano i primi segni di presenza e coppie stabili, con lupi non solo provenienti per dispersione naturale dalla popolazione italiana, ma anche da quella dinarica. Mentre oggi nelle Alpi Centrali e Orientali il lupo è una novità, in Piemonte e, principalmente, nelle province di Cuneo, Torino e Alessandria, il lupo è ormai presente su tutto il territorio montano, ed è aumentato in numero, distribuzione e densità raggiungendo in queste province anche le zone più collinari.

Come è stato monitorato il predatore

Dati aggiornati e oggettivi sulla presenza del lupo e sulla consistenza della popolazione sono di fondamentale importanza, sia per poter conoscere nel dettaglio lo sviluppo di questa ricolonizzazione naturale, sia per poterla gestire al meglio. L'attività di monitoraggio del lupo, condotta in modo continuativo ed accurato dal 1999 al 2012 con finanziamenti della Regione Piemonte, è stata purtroppo sospesa negli inverni 2012/2013 e 2013/2014 per mancanza di fondi.
A fine 2013 è stato finanziato il progetto europeo LIFE WolfAlps, per intraprendere azioni coordinate per la conservazione del lupo sull'intero arco alpino. Obiettivo ultimo del progetto è il favorire una convivenza stabile tra il lupo e le attività economiche tradizionali, sia nei territori dove il lupo è già presente da tempo, sia nelle zone in cui il processo di naturale ricolonizzazione è attualmente in corso. Lavorano congiuntamente nell'ambito di LIFE WolfAlps otto partner italiani (Enti di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, delle Alpi Cozie e dell'Ossola; Carabinieri Forestali; Museo delle Scienze di Trento; Parco Nazionale Val Grande; Regione Lombardia e Regione Veneto), due partner sloveni e numerosi enti sostenitori. Tutti insieme, formano un gruppo di lavoro istituzionale internazionale, indispensabile per avviare una forma di gestione coordinata della popolazione di lupo su scala alpina. Oltre al monitoraggio, tra le attività previste dal progetto vi sono misure di prevenzione degli attacchi da lupo sugli animali domestici, azioni per contrastare il bracconaggio e strategie di controllo dell'ibridazione lupo-cane. Altri importanti interventi riguardano la comunicazione, necessaria per diffondere la conoscenza della specie, sfatare falsi miti e credenze favorendo la coesistenza tra uomo e lupo.
Una delle prime azioni nel 2014 intraprese è stata quindi quella di organizzare nuovamente un monitoraggio del lupo, dopo il biennio 2012-2013 di assenza di dati, ma questa volta non solo in Piemonte ma su tutto il territorio alpino italiano, per raccogliere dati oggettivi fondamentali per qualsiasi azione di gestione. È stato definito un disegno di studio univoco che ha permesso di raccogliere dati robusti su larga scala. Il campionamento applicato si è basato su una raccolta dati organizzata sia in modo sistematico che opportunistico da parte di personale istituzionale opportunamente preparato su protocolli standardizzati. La metodologia, basata su snow-tracking, wolf-howling, analisi genetiche di campioni biologici e foto-trappolaggio, è focalizzata sul rilievo della presenza di branchi, coppie e individui solitari con territorio stabile. Tutto ciò ha permesso di avere dati confrontabili su larga scala e realizzare così nell'anno 2014/2015 il primo monitoraggio standardizzato del lupo per l'arco alpino italiano. Lo stesso monitoraggio è stato replicato nell'anno 2015/2016 ed è ora nuovamente condotto nel 2017-2018.
In Piemonte il monitoraggio si è quindi evoluto dal 1999, interessando oggi tutte le province piemontesi. Il personale degli enti coinvolti è stato preparato con corsi di formazione e costituisce il Network Lupo Piemonte, che conduce quindi la raccolta dei dati e dei campioni, ed è composto da 407 operatori appartenenti a 43 enti distribuiti sull'intero territorio piemontese (Aree protette regionali e nazionali, Regioni e Province, Città Metropolitana, Carabinieri- Forestali). Il monitoraggio, coordinato dal Centro di referenza regionale Grandi Carnivori presso l'Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, si è svolto inoltre in collaborazione con le Università, i Servizi Sanitari regionali (A.S.L.), l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale (I.Z.S.) ed i Comprensori Alpini di caccia.

Quanti sono i lupi in Piemonte

Nella zona alpina della regione Piemonte si è passati in vent'anni da tre branchi riproduttivi e una ventina di individui stimati nel 1999, alla quantificazione nell'anno 2015-2016 di 27 branchi e 6 coppie per una stima minima documentata di 151 lupi. Tutti i dettagli della presenza del lupo per provincia, dello sforzo di campionamento, dei dati raccolti e delle quantificazioni delle stime nel biennio 2014-2016 sono presentati in un report scaricabile sul sito www.lifewolfalps.eu.
Si evidenzia come la maggior parte dei lupi presenti sia stata campionata in provincia di Cuneo dove nel 2015-2016 sono stati documentati 17 branchi e 3 coppie per un totale di minimo 101 lupi, ed a seguire nella provincia di Torino con 10 branchi e 3 coppie per un totale di minimo 46 lupi (considerando anche il branco documentato in Val Soana dal Parco Nazionale del Gran Paradiso). Nel nord del Piemonte, nelle province di BI, VC, VCO e NO, è documentata la presenza di individui solitari stabili e di passaggio, ma non di branchi. Solo dal 2017 è stato documentato anche il primo branco nel nord del Piemonte in Val Sessera (BI). I risultati sia delle stime della consistenza numerica sia della distribuzione confermano quindi che la popolazione di lupo in Piemonte è in espansione sia a livello spaziale, sia a livello demografico.
La densità di lupo sul territorio cuneese e torinese è aumentata, ma non tanto a livello locale, dove il branco - formato in media da 5 lupi - occupa esclusivamente il proprio territorio, ma a causa dell'aumento di branchi oramai adiacenti uno all'altro e in forte competizione territoriale. In queste zone iniziano infatti a comparire le prime presenze della specie nelle zone collinari e pedemontane. In provincia di Alessandria, anche se il monitoraggio esaustivo della specie è terminato nel 2012, si evince ugualmente un'aumentata presenza verso la pianura, con i primi lupi che appaiono più vicini agli abitati. È anche aumentata la dinamica interna dei branchi, con alti turn-over dovuti a mortalità, facilmente causata da conflitti intraspecifici, ma anche da più frequenti investimenti e azioni di bracconaggio, questi ultimi intensificati dalla più alta presenza di lupi in zone antropizzate. Oggi il monitoraggio del lupo in regione Piemonte e la stima della sua presenza è un lavoro scientifico sempre più difficile, per i fattori enunciati di aumento di densità, di branchi adiacenti, di alte dinamiche sociali e territoriali ed è reso possibile unicamente grazie alle conoscenze sviluppate nel tempo dal personale delle istituzioni che partecipano al Network Lupo Piemonte che è stato professionalizzato nell'arco di vent'anni - che oggi costituisce un vero patrimonio regionale - e grazie al grande lavoro di coordinamento e di elaborazione conclusiva dei dati da parte del Centro di referenza Grandi Carnivori nell'ambito del Progetto Life WolfAlps. Le sfide gestionali che oggi attendono la Regione Piemonte riguardano da un lato il conflitto tra lupo e pastorizia, specialmente presente nelle zone di nuova ricolonizzazione come nel nord Piemonte, dall'altra la difficile convivenza tra questo superpredatore e la vita di tutti i giorni, in considerazione della nuova presenza della specie in zone più antropizzate. È facile pensare a un branco di lupi in montagna, ma saremo in grado di vivere vicino al lupo, quotidianamente, in zone più antropizzate? Questa è la nuova domanda che si pone, e che si sta ponendo per molti altri grandi carnivori a scala mondiale: noi uomini oramai occupiamo la maggior parte del territorio, siamo in grado di condividerlo con gli animali selvatici, o pretendiamo che questi siano confinati nelle montagne selvagge a cui lasciamo sempre meno spazio? Questo è il quesito a cui dovremo rispondere nel prossimo futuro.

 

Francesca Marucco, zoologa, è coordinatore tecnico-scientifico e project manager del Progetto LIFE WolfAlps 2013-2018

 

Scarica lo speciale di Piemonte Parchi 'Occhio il lupo è tornato'

 

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