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Il giro dei Tre Laghi nel Vallone delle Rovine

C'è un'escursione in Valle Gesso, nel Parco delle Marittime, che riesce ad abbinare l'interesse naturalistico a quello ingegneristico. Nel Cuneese è nota come il "Sentiero dell'energia" perchè trova origine dagli impianti della grande centrale idroelettrica "Luigi Einaudi" a Entracque.

  • Michael Gaddini
  • Febbraio 2023
  • Giovedì, 9 Marzo 2023
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Il rifugio Genova-Figari nel Vallone delle Rovine | Foto M. Gaddini Il rifugio Genova-Figari nel Vallone delle Rovine | Foto M. Gaddini

Altrimenti detto "Giro dei tre Laghi della Rovina", il sentiero di questa escursione parte dal primo laghetto artificiale che si trova nel Vallone delle Rovine e la destinazione è il Rifugio Genova-Figari che si trova a 2015 metri di altezza,  in bella posizione panoramica su un dosso tra il Bacino artificiale del Chiotas e il piccolo Lago Brocan di origine glaciale, ai piedi della Cima d'Agnel nel gruppo dell'Argentera.

Il Lago della Rovina si raggiunge arrivando da Cuneo e/o da Borgo San Dalmazzo, seguendo la strada provinciale della Valle Gesso fino a Valdieri. Superato il paese, si prende a sinistra la carrozzabile per Entràcque e la successiva carrozzabile per San Giacomo che segue la sponda del Lago artificiale della Piastra. Al termine del lago, a un bivio, si prende a destra la strada che si addentra nel Vallone della Rovina protetta da numerosi paravalanghe e sale alla conca occupata dal lago della Rovina, che si costeggia fino al parcheggio delle auto.

Come indica la sua definizione, pare sia stato originato da una rovinosa frana che in tempi lontani avrebbe sbarrato il corso del torrente. Nonostante il nome tumultuoso il "Lago della Rovina" è un incantevole luogo dove passeggiare e rilassarsi in estate, immersi nella natura. Qui è possibile inoltre trovare ampi spazi per pic nic.

Stambecchi vs camosci

Un altro aspetto affascinante di questa location sono gli animali, soprattutto Stambecchi e Camosci che si dividono il palcoscenico. Difatti, lungo il primo tratto di salita è quasi impossibile non imbattersi in una famiglia di questi ungulati, apparentemente schivi, ma assai curiosi. Mto popolari nel Parco delle Alpi Marittime hanno trovato riparo in questo vallone e sono oramai abituati alla presenza dell'uomo: si lasciano guardare e fotografare volentieri.

Sia gli stambecchi che i camosci appartengono all'ordine degli artiodattili, che sta a significare artios (pari) e dactylos (dito), cioè "ditapari" e si muovono su zoccoli che costituiscono una trasformazione delle unghie: in altre parole, sono mammiferi "in punta di piedi".

Nello stambecco la differenza fra i sessi è ben evidente ed è riscontrabile sia dalle differenti dimensioni delle corna sia dalla mole corporea: la femmina di Stambecco è più piccola e le sue corna sono più fini e non superano i 30 centimetri di lunghezza. La pelliccia è più chiara di quella del maschio: bruno chiaro in estate e più scura in inverno. I maschi inoltre sono più grandi, inoltre hanno corna più lunghe e ricurve rispetto alle femmine.

Una leggenda narra che le sue corna avessero proprietà medicinali, e proprio per questio fu cacciato in maniera massiccia ma fortunatamente la specie fu salvata dall'estinzione da il Re Vittorio Emanuele grazie alla Riserva di caccia privata istituita nel 1856 in Valsavarenche.

Il camoscio ha delle caratteristiche anatomiche e morfologiche che lo rendono perfettamente adatto a vivere nella fascia alpina, fino a quote molto elevate. Le sue corna "ad uncino" crescono in modo differente da quelle dei cervidi, in pratica lo sviluppo è ben visibile dalle tacche in rilievo che segnano il passaggio del tempo. In caso di pericolo il camoscio fischia, emettendo un suono simile al nostro fischiettare, ma in altre situazioni non pericolose sembra che 'beli' oppure che 'abbai'.

La Diga e il Rifugio Genova

Dopo aver ammirato questi stupendi animali, è possibile riprendere la direzione della diga: è stata edificata tra gli Anni '60 e ultimata nei primi Anni '80 costruendo due sbarramenti nella zona del vecchio Piano, sul versante orientale del massiccio dell'Argentera. L'opera ha richiesto un notevole sforzo di lavorazione a causa del forte innevamento invernale e si poté lavorare solamente pochi mesi all'anno. Fu complesso il collegamento con la Centrale "Luigi Einaudi" di Entracque,  dove le condotte forzate sono totalmente nascoste nella roccia. Il dislivello di oltre 1000 metri  con il sottostante Lago della Piastra è utilizzato per la produzione di energia elettrica.

Ed è proprio sulle rive del bacino artificiale del Chiotas che sorge il Rifugio Genova-Figari che è stato donato dall'Enel nel 1981 al CAI di Genova in sostituzione del vecchio rifugio oramai sommerso dall'acqua dell'invaso.
Dedicato a Bartolomeo Figari, che da presidente generale del CAI vide la nascita del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, lasciò in punto di morte tutti i suoi averi all'Associazione. 

Qui nasce il Brocan, l'unico lago naturale tra i tre del giro, di origine glaciale: viene alimentato dalla fusione della neve e dalle valanghe che si staccano dai valloni sovrastanti. Già gelato in autunno, risulta ancora ghiacciato in primavera inoltrata.

Così si conclude l'escusione nel "Vallone delle Rovine" che unisce, alla splendida natura che lo circonda, un'opera d'ingegneria umana notevole.

 

 

 

Camoscio nel Vallone delle Rovine
Esemplare femmina di stambecco
Sullo sfondo il Rifugio Genova-Figari
La diga della Centrale Luigi Einaudi di Entracque

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