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I sentieri di Frassati

Una rete di sentieri dedicati alla fede, che abbraccia quasi tutte le regioni italiane, ha il suo cuore e la sua ragion d'essere in Piemonte.

  • Stefano Ardito
  • Maggio 2011
  • Mercoledì, 18 Maggio 2011

Dedicata al Beato Pier Giorgio Frassati (1901-1925), appassionato di montagna ed escursioni, la rete degli itinerari che lo ricorda ha come motto "Per incontrare Dio nel Creato". A promuoverla sono stati il Club Alpino Italiano, e le associazioni di ispirazione cattolica che hanno avuto Frassati come socio, dall'AGESCI alla FUCI e dall'Azione Cattolica alla Giovane Montagna.
La rete dei Sentieri Frassati, realizzata da gruppi e associazioni locali a partire dal 1996, si completerà tra la primavera e l'autunno del 2011 con le inaugurazioni dei Sentieri Frassati della Sardegna (7-8 maggio), del del Trentino (9-10 luglio) e della Puglia (3-4 settembre). Alcuni di questi percorsi sono fattibili tutto l'anno, altri sono riservati ai mesi estivi. Alcuni possono essere percorsi in giornata, altri vanno suddivisi in più tappe (e si pernotta in rifugi, in alberghi o in strutture religiose). Tutti si svolgono in luoghi di montagna, che Pier Giorgio Frassati definì "una cosa grande, un mezzo di elevazione dello spirito, una palestra dove si tempra l'anima e il corpo".
"Il cammino sui Sentieri Frassati dev'essere un'esperienza di vita. La mèta ultima non è la conquista della vetta, ma una rinnovata e rafforzata ricchezza interiore" spiega Antonello Sica, scrittore ed escursionista di Salerno, ideatore di uno dei primi percorsi intitolati al Beato e autore di In cammino sui Sentieri Frassati, la guida dove sono descritti tutti gli itinerari segnati fino a oggi.
Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901, da una famiglia della ricca borghesia cittadina originaria di Biella. Il padre Alfredo, giornalista, dirige per anni la Gazzetta Piemontese, e il 1 gennaio del 1896, quando il giornale cambia nome, diventa il primo direttore de "La Stampa". Nel 1913 diventerà senatore del Regno, nel 1921 ambasciatore d'Italia nella tormentata Berlino del dopoguerra. La madre, Adelaide Ametis, è un'affermata pittrice che arriva a esporre alcune opere alla Biennale di Venezia. Nonostante la ricchezza, a casa Frassati i figli vengono allevati in maniera severa e spartana. "La casa signorile in cui vivevamo sembrava una caserma" scriverà Luciana, sorella di Pier Giorgio.
È mamma Adelaide a volere che ai figli venga impartita anche un'educazione religiosa. Pier Giorgio ottiene la maturità classica al liceo D'Azeglio, si iscrive nel 1918 al corso di Ingegneria Industriale Meccanica presso il Regio Politecnico di Torino.
A determinare la sua scelta sono la fede e l'attenzione ai poveri, perché il rampollo di casa Frassati vuole migliorare le condizioni di lavoro dei minatori, una categoria di lavoratori costretta una vita durissima. Nonostante la sua attenzione per lo studio, però, Pier Giorgio non riuscirà a laurearsi.
La poliomielite che lo uccide nel 1925, infatti, arriva quando alla laurea mancano ancora due esami. Negli anni del Politecnico, il figlio di Alfredo Frassati partecipa all'attività di associazioni cattoliche come la FUCI (la Federazione degli Universitari Cattolici Italiani) e la Società San Vincenzo De Paoli, che si dedica ad assistere i più bisognosi. Più che una scelta ideologica si tratta di una scelta di vita.
Molte volte, per aver donato ai poveri le poche lire che gli vengono passate dal padre, Pier Giorgio torna a casa a piedi perché ha regalato anche gli spiccioli necessari per il tram. "Aiutare i bisognosi è aiutare Gesù" dice un giorno a Luciana. I genitori, invece, restano all'oscuro della sua vita e della sua fede. Nel 1922 Pier Giorgio entra nel Terz'ordine domenicano. Prende il nome di Fra' Gerolamo, in ricordo del Savonarola, l'intransigente predicatore ferrarese morto sul rogo nel 1497.
Una parte consistente delle sue energie e del suo tempo libero, Pier Giorgio Frassati la dedica alla montagna. Socio del Club Alpino e della Giovane Montagna, partecipa a decine di camminate, come testimoniano alcune foto arrivate fino a noi. Forse definirlo "alpinista" è eccessivo ma, oltre che sui sentieri e nei boschi, il figlio del primo direttore de "La Stampa" è a suo agio su neve e roccia. Ne sono testimonianza le sue salite ai 3969 metri della Grivola, in Valle d'Aosta, e ai 3676 dell'Uia di Ciamarella, in Val d'Ala.
Oltre che delle vette, Pier Giorgio si innamora di una giovane donna, Laura Hidalgo, proveniente da una famiglia modesta. Sceglie però di non dichiararle il suo sentimento nella certezza che la famiglia Frassati, ben coscia della sua posizione sociale, non avrebbe mai acconsentito al matrimonio. Una decisione in cui lo conforta ancora una volta la fede. "Nelle mie lotte interne mi sono spesse volte domandato perché dovrei io essere triste? Dovrei soffrire, sopportare a malincuore questo sacrificio? Ho forse io perso la Fede? No, grazie a Dio, la mia Fede è ancora abbastanza salda ed allora rinforziamo questa che è l'unica Gioia di cui uno possa essere pago in questo mondo. Ogni sacrificio vale solo per essa" scrive tre mesi prima di morire all'amico Isidoro Bonini. In una delle visite alle famiglie più bisognose di Torino, alla fine di giugno del 1925, Pier Giorgio Frassati contrae una poliomielite fulminante che lo uccide dopo cinque giorni, il 4 luglio. I suoi funerali vedono la partecipazione di una incredibile folla, e vengono paragonati da un cronista a quelli di un altro uomo di fede torinese, San Giovanni Bosco. Solo in quella occasione i genitori capiscono cosa animasse le giornate di Pier Giorgio. "Io non conosco mio figlio!" esclama tra le lacrime il padre.
La tomba di Pier Giorgio a Pollone (BI), luogo di origine della famiglia, diventa presto una mèta di pellegrinaggi. Più tardi il corpo viene traslato nel Duomo di Torino. È Papa Giovanni Paolo II, un altro appassionato della montagna e dello sport, a proclamare Beato, il 20 maggio del 1990, quel giovane piemontese che dieci anni prima aveva chiamato "un alpinista tremendo", e che nel 1984 aveva indicato come modello agli sportivi. Il Piemonte, oltre alle spoglie e ai luoghi della vita terrena di Pier Giorgio, ospita (ed è l'unica regione) ben tre dei sentieri che gli sono stati dedicati. Quello di Pollone, che permette di visitare all'inizio la villa di famiglia dei Frassati, s'inerpica sulla dorsale della Muanda, alle pendici del Mucrone, fino a un altare a 1980 metri di quota, per poi scendere verso il Santuario di Oropa. Se si sale in auto al Tracciolino, il dislivello scende da millequattrocento a cinquecento metri, e la camminata diventa accessibile a molti. Offre ambienti più alpestri il Sentiero Frassati di Traves, nelle Valli di Lanzo, che ricalca l'ultima escursione in montagna compiuta da Pier Giorgio il 7 giugno 1925, meno di un mese prima della morte. Da Villa, frazione di Traves a 628 metri di quota, il sentiero sale al Pian delle Draie, noto ai botanici grazie al suo bosco di betulle, e prosegue verso la base delle Lunelle di Lanzo, che in quegli anni erano una celebre palestra di roccia. Prolungando la gita si possono raggiungere i 1614 metri dell'Uja di Calcante. Rocce e vette, insieme a piccoli laghi alpini, danno il tono al Sentiero Frassati della Val Maira, nel Cuneese, che offre magnifici panorami verso la Rocca Provenzale e la Torre Castello, due delle vette rocciose più eleganti del Piemonte. Dopo una lunga salita che inizia dalle case di Chiappera e conduce ai colli Aguya e delle Munie, sul confine con la Francia, si scende toccando il Lago delle Marie, il Lago d'Apzoi e il suggestivo Lago Visaisa. Offre magnifici panorami verso le vette anche il Sentiero Frassati della Valle d'Aosta, che si svolge nei luoghi delle vacanze estive della famiglia. Da Saint-Jacques, l'ultimo centro della Valle d'Ayas, si sale verso le poche case di Fiéry, a 1875 metri di quota, dove i Frassati amavano soggiornare nell'Al­bergo Bellevue (oggi chiuso), e prosegue verso l'Alpe Varda, il Pian di Verra inferiore e le case di Résy, in vista del versante meridionale del Monte Rosa. Gli escursionisti, gli scout e gli esponenti del mondo cattolico delle altre regioni italiane hanno voluto dedicare a Pier Giorgio Frassati alcuni dei percorsi più suggestivi delle loro montagne. Se il sentiero della Sardegna, inaugurato quest'anno, sale verso la Punta La Marmora che è la più elevata del Gennargentu, il Sentiero Frassati del Lazio attraversa in tre tappe i monti Simbruini ed Ernici toccando i 2156 metri del Monte Viglio e straordinari luoghi della fede come la Certosa di Trisulti, circondata da magnifici boschi. In Toscana ci si incammina dalla Verna, santuario francescano nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi che ha ospitato a lungo San Francesco. Ci si allontana dalla montagna in Umbria, dove si cammina su colli del Monte Trasimeno, e in Sicilia, dove circondano il sentiero gli spettacolari paesaggi rocciosi dei Monti Iblei, tra Siracusa e Ragusa. Si svolge a quota tutt'altro che elevata anche il Sentiero Frassati del Trentino, che ha per mèta il Santuario di San Romedio, in Val di Non.

Stefano Ardito
Giornalista, fotografo, scrittore e documentarista specializzato in natura, viaggi, montagna, escursionismo e aree protette.

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