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Il Gran Bosco di Salbertrand senza auto

L'emergenza climatica ci impone di utilizzare di meno le auto e di cambiare abitudini: si potrebbe iniziare dagli spostamenti nel tempo libero, utilizzando il treno invece dell'auto per raggiungere i sentieri nei parchi.

  • Testo e foto di Furio Chiaretta*
  • Mercoledì, 20 Ottobre 2021
Il Gran Bosco e la Valle di Susa Il Gran Bosco e la Valle di Susa

Il proposito di utilizzare di meno l'auto almeno nel tempo libero è sicuramente encomiabile, ma non è facile da mettere in pratica. Alcune ferrovie che si avvicinavano alle valli piemontesi sono state "sospese" nel 2012 e attualmente poche linee portano tra le montagne.

Inoltre le strade carrozzabili salgono a quote elevate, mentre le stazioni sono a quote molto più basse e l'escursionista si vede costretto a percorrere a piedi lunghi e noiosi tratti di strada.

Ma c'è qualche eccezione: ad esempio la stazione di Salbertrand camera-2112207 960 720, sulla linea che percorre la Valle di Susa collegando Torino a Bardonecchia, permette di effettuare alcune escursioni senza utilizzare l'automobile, riducendo così l'inquinamento e l'emissione di gas serra.

Le strade che salgono nel Parco naturale del Gran Bosco sono infatti chiuse al traffico motorizzato già dal fondovalle, e poco più di 1 km di strade secondarie separa il parcheggio di Pinea dalla stazione ferroviaria: quindi l'escursionista che sceglie il treno deve camminare solo 35 minuti in più - tra andata e ritorno - di chi arriva in auto (e con le tariffe dell'autostrada valsusina la scelta del treno risulta anche economicamente interessante...).

L'escursione si svolge nel parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, che è stato istituito nel 1980, dal 2012 fa parte del sistema dei Parchi delle Alpi Cozie, e si estende su 3774 ettari per proteggere il vasto bosco di abeti, larici e pini cembri che ammanta il versante destro della media Valle di Susa camera-2112207 960 720.

L'aspetto più interessante del Gran Bosco sono i 700 ettari di foresta mista di abete bianco e abete rosso, unica nel panorama vegetazionale del Piemonte, a cui si unisce l'estrema rarità dell'abete rosso nelle Alpi occidentali. Inoltre alle quote più elevate vi è una notevole presenza di pini cembri.

Disponendo di una sola giornata, si può effettuare da Salbertrand un piacevole itinerario ad anello nel fitto bosco di abeti camera-2112207 960 720 e larici dove è possibile l'avvistamento di caprioli e in autunno si possono sentire i sonori bramiti dei cervi. Il sentiero sale fino a quota 1800, dove si incontra la strada forestale che si snoda quasi in piano nel bosco fino ai pascoli di Montagne Seu, la piccola borgata dove si trova il rifugio Arlaud camera-2112207 960 720. Dopo la sosta per il pranzo o il pic-nic, si scende lungo la mulattiera della Gta, che tocca anche diverse radure dove il panorama si apre sulla valle.

Il rifugio Arlaud - primo rifugio alpino ad ottenere la certificazione europea Ecolabel - è allestito in una baita ristrutturata con cura dal Parco ed è gestito dal 2002 da Elisa Pecar, che ha scelto coraggiosamente di tenerlo aperto non solo nei mesi estivi, ma anche in tutti i fine settimana delle altre stagioni. Quindi in autunno inoltrato si può cenare e dormire in rifugio, e si ha la possibilità di effettuare escursioni piuttosto lunghe.

Ad esempio, disponendo di un giorno e mezzo, si può estendere l'escursione precedente con un altro anello, raggiungendo la quota più elevata del Parco naturale, i 2615 m del Monte Gran Costa e toccando i diversi ambienti naturali che si succedono su 1600 metri di dislivello. Nel pomeriggio del sabato si sale da Salbertrand al rifugio Arlaud. Il giorno successivo si sale ancora tra larici e pini cembri, fino al limite superiore del Gran Bosco e si prosegue per pascoli sulla "strada dei cannoni" fino al crinale che separa la Valle di Susa dalla Val Chisone, con possibili avvistamenti di camosci. Infine con un'ultima breve salita si raggiunge la panoramica cima del Monte Gran Costa, dove si trovano i ruderi di una imponente fortificazione. Quindi si scende lungo il sentiero Gta al rifugio Arlaud, e si continua lungo la Gta fino alla stazione di Salbertrand, effettuando così un mini trekking con 1650 metri di dislivello e un tracciato a forma di 8.

Arrivare in treno

Si raggiunge la stazione di Salbertrand con la ferrovia che collega la stazione di Torino Porta Nuova a Bardonecchia. Ci sono treni ogni ora nei giorni feriali e ogni 2 ore nei festivi, che da Porta Nuova arrivano a Salbertrand in poco più di un'ora (66-70 min. se puntuali), con un costo di 5,90 € (11,80 € a/r).

Arrivare in auto

Si percorre la A32 fino all'uscita di Susa e poi la SR 24 che risale la valle fino a Salbertrand: alle prime case si svolta a sinistra in discesa e con un ponte si attraversano ferrovia e Dora Riparia (oppure si esce a Oulx est e si percorre la SR 24 in direzione di Salbertrand, andando a destra al cartello che indica la stazione). Si va a destra su via Rey, si passa sotto l'autostrada e si prosegue su uno sterrato, seguendo i cartelli segnavia e la descrizione dell'itinerario pedonale, fino al parcheggio di Pinea.

L'escursione di giornata

Usciti dalla stazione di Salbertrand (1000 m) si va a sinistra due volte, prendendo via Arlaud che scavalca la ferrovia e la Dora Riparia e giunge subito a un trivio. Seguendo i cartelli segnavia per Pinea e della Gta, si va a destra su via Rey, si passa sotto l'autostrada, si lascia a sinistra via Fontan (dove c'è la sede del Parco) e si prosegue sullo sterrato verso il bosco. Al margine del bosco si lascia a sinistra il sentiero Gta (che si percorrerà al ritorno), poi a destra uno stradello e il Sentiero dei Franchi, arrivando al parcheggio dell'area attrezzata Pinea (1050 m, 0.20 ore; fin qui si arriva anche in auto).

Sulla destra del parcheggio si segue la stradina vietata ai mezzi motorizzati trovando subito un bivio con cartelli camera-2112207 960 720: si va a destra,seguendo la vecchia strada militare per Monfol. Dopo 200 metri si trova a sinistra l'inizio del sentiero 1 (detto "tagliacurve"), che si segue salendo a lievi svolte nel fitto bosco di conifere. Il sentiero sfiora 3 tornanti della strada e arriva al viottolo per Bouissoniere: si va a destra e dopo pochi passi si trova la strada militare. Il sentiero incrocia per altre 5 volte questa stradina tagliandone i tornanti e giunge a un bivio: lasciato a destra il ramo per Sersaret, si va diritto in diagonale nella fitta abetaia, giungendo su una pista forestale (1500 m circa, 1.15 ore).

Qui c'è la Fontana del Fanja, a fianco della quale il sentiero 1 sale ripido a lievi svolte tra bosco e radure. Poi la pendenza si addolcisce e il sentiero poggia a sinistra entrando in un valloncello, attraversa un rio e a mezza costa supera altri ruscelli, prosegue con lievi saliscendi e con un paio di svolte confluisce sul viottolo indicato dal segnavia 2 (1790 m). Seguendolo si va in lieve salita e con un'ampia curva a destra si esce sulla stradina camera-2112207 960 720 che collega Montagne Seu a Monfol (1870 m, 1 ora).

Si va a sinistra, percorrendo questa piacevole strada - chiusa al transito dei mezzi non autorizzati - che va in piano per 2 km nel lariceto e poi tra i pascoli, fino a Montagne Seu (1770 m, 0.25 ore).

Nel bel villaggio, con case restaurate e una cappella camera-2112207 960 720, si trova l'antica baita che ospita il rifugio Arlaud, dove si può sostare per il pranzo (indispensabile prenotare).

Per tornare a valle, sulla sinistra del rifugio si trova la mulattiera Gta che scende tra prati e poi nel bosco di conifere, quindi attraversa la radura con i ruderi delle grange Berge o Bercia (1531 m) presso cui si vedono vecchi tralicci in legno della teleferica che in passato permetteva di portare a valle legna e fieno. La mulattiera prosegue tra i pascoli, con tratti ancora selciati e altri un po' rovinati, arrivando in vista delle grange d'Himbert (1392 m) che lascia a sinistra. La mulattiera Gta rientra nel bosco camera-2112207 960 720 e va in lieve discesa a mezza costa fino ai ruderi delle grange Pineis, dove svolta a sinistra e scende più decisa nel fitto lariceto. Ormai prossimi al fondovalle si lascia a destra il Sentiero dei Franchi e si esce sullo sterrato percorso all'inizio del giro (1054 m, 1.30 ore): andando a sinistra si arriva subito al parcheggio tra gli alberi di Pinea camera-2112207 960 720, mentre chi ha scelto il treno deve andare destra, ripercorrendo a ritroso la strada che porta alla stazione di Salbertrand (0.15 ore).

Informazioni utili

Dislivello: 800 m.

Tempo di salita: 3 ore.

Tempo complessivo: 4.45 ore.

Difficoltà: E.

Periodo consigliato: da maggio a novembre

Carta 1:25.000 Fraternali, n. 1 Alta Valle Susa.

Informazioni: Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, Parco naturale Gran Bosco di Salbertrand, tel. 0122 854720, www.parchialpicozie.it; sede e centro visite a Salbertrand, via Fontan 1, aperto dal lunedì al venerdì mattina, ore 9-12 e 14-16; a luglio e agosto è aperto anche sabato e domenica, ore 9-12.30 e 14-17.30.

Previsioni meteo per Piemonte e Valle d'Aosta: www.nimbus.it

Nota: sui sentieri proposti non si possono portare i cani, neppure al guinzaglio; con i cani si può percorrere la strada forestale tra Monfol e Montagne Seu.

Un mini trekking per il fine settimana

Disponendo di un giorno e mezzo si può effettuare un itinerario più lungo, con cui si raggiungono i 2615 m del Monte Gran Costa. Si sale nel pomeriggio al rifugio Arlaud, dove si cena e si dorme. Il giorno successivo si sale ancora fino al Monte Gran Costa, da cui si scende a valle sul tracciato Gta, toccando di nuovo il rifugio Arlaud.

1° giorno

Con l'itinerario già descritto si sale dalla stazione di Salbertrand a Montagne Seu (1770 m, 3 ore), dove si cena e si dorme al rifugo Arlaud (indispensabile prenotare).

2° giorno

Al mattino da Montagne Seu camera-2112207 960 720 si torna indietro sulla strada di accesso per pochi metri e al bivio si svolta a sinistra, sulla stradina che si alza in diagonale nel pascolo verso l'alpeggio Le Selle. Subito dopo un breve zig-zag si trova un bivio (1840 m): abbandonata la strada, si segue il sentiero 7 (detto "via du Gran Bò") che va a mezza costa verso sud, in lieve salita nel pascolo, attraversa alcuni ruscelli ed entra nel bosco. Appena la pendenza aumenta, si deve abbandonare una ripida traccia in trincea, per continuare a destra su un sentiero meno ripido. Si continua a salire in diagonale e con qualche svolta nel bosco di larici camera-2112207 960 720, si tocca una zona umida e si arriva alla confluenza con il sentiero 5 (2115 m, 1 ora).

Qui si svolta a sinistra, seguendolo in salita: ora si cammina sulla cosiddetta "strada dei cannoni" camera-2112207 960 720, che si alza dolcemente in diagonale (nord-est) tra larici e pini cembri, poi esce dal bosco e tra i pascoli arriva presto all'incrocio con la Gta (2306 m, 0.35 ore).

Qui si è ormai fuori dal Gran Bosco e si potrebbe già iniziare la discesa verso Montagne Seu. Ma con buona visibilità conviene fare una digressione per raggiungere - con altri 300 m di dislivello - la cima del Monte Gran Costa.

Si segue quindi in salita la Gta, che qui coincide con la "strada dei cannoni" e fa subito un tornante a destra, poi un altro a sinistra e continua a lungo in moderata salita diagonale tra i pascoli, con un panorama sempre più ampio sulle cime valsusine camera-2112207 960 720, e con un ultimo tornante arriva sullo spartiacque da cui appare la Val Chisone (2495 m, 0.35 ore).

Qui si incontra la strada militare dell'Assietta (chiusa ad auto e moto i mercoledì e sabato di luglio e agosto) che si segue verso destra (sud) per 100 metri, fino al bivio della strada per il forte Gran Costa: si svolta a sinistra, sulla stradina militare chiusa da sbarra, che sale con alcuni tornanti fino alla sommità del Monte Gran Costa (2615 m, 0.20 ore), che offre un vasto panorama sulla Val Susa camera-2112207 960 720 e sulla Val Chisone.

Sulla cima vi sono anche imponenti resti delle fortificazioni camera-2112207 960 720erette nel 1888 e dismesse nel 1928.

Per tornare a valle si percorre in discesa la stradina militare e si torna al colletto di quota 2495, da cui si ripercorre la Gta fino al bivio di quota 2306.

Qui si abbandona la "strada dei cannoni" fatta in salita, per svoltare a destra, sulla Gta che ora si abbassa in diagonale verso nord ovest tra i pascoli con isolati larici e cembri, attraversa una zona umida poi entra nel bosco che diventa progressivamente più fitto. Si lascia a sinistra un sentiero per l'alpeggio Le Selle e poco più in basso si incrocia un viottolo proveniente dallo stesso alpeggio. La mulattiera continua la discesa diagonale e in una radura piega a sinistra verso un capanno di osservazione sopraelevato, scende lungo il costone erboso, poi rientra nel lariceto camera-2112207 960 720 e svolta a sinistra, per raggiungere le ben visibili baite di Montagne Seu (1770 m 1.45 ore).

Da qui si percorre l'itinerario Gta già descritto nella gita di giornata, con cui si scende alla stazione di Salbertrand (1.45 ore).

Informazioni utili

Dislivello: 1° giorno 800 m; 2° giorno 850 m in salita, 1650 m in discesa.

Tempo di percorrenza: 1° giorno 3 ore; 2° giorno 6 ore.

Difficoltà: E.

Periodo consigliato: da giugno a ottobre.

Punto d'appoggio: rifugio Arlaud (1770 m) a Montagne Seu, tel. 335 401624, www.rifugioarlaud.it, www.facebook.com/rifugioarlaud/; è aperto tutti i giorni nei mesi estivi e nei fine settimana delle altre stagioni; indispensabile prenotare.

 

 

Guarda qui la mappa del sentiero 

* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino e I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino con Edizioni del Capricorno.

Si ringrazia Giorgia Boscaini del Settore Biodiversità e Aree naturali della Regione Piemonte, per l'elaborazione cartografica del sentiero provato.

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