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In bici attraverso la Rete Natura 2000 italiana

La carovana ciclistica del Progetto europeo Sic2Sic, che si è appena concluso dopo tre anni, ha toccato sette regioni italiane fra cui il Piemonte. Abbiamo incontrato due dei responsabili per chiedere il loro punto di vista "a due ruote" sulla realtà della Rete Natura 2000 nella nostra regione.

  • Alessandro Paolini
  • Gennaio 2021
  • Lunedì, 1 Marzo 2021
La carovana ai Laghi di Avigliana - Foto p.g.c. SIC2SIC La carovana ai Laghi di Avigliana - Foto p.g.c. SIC2SIC

Si è concluso, dopo tre anni di attività, il progetto "SIC2SIC – In bici attraverso la rete Natura 2000 italiana" che si proponeva di informare e coinvolgere i cittadini sul significato e sull'importanza dei Siti Natura 2000 nella tutela e promozione della biodiversità e nello sviluppo economico green. Un obiettivo che è stato perseguito con un'innovativa campagna di comunicazione integrata che, a fianco di strumenti tradizionali come l'organizzazione di eventi, l'attività di ufficio stampa, gli incontri nelle scuole e l'utilizzo dei social, si è avvalsa di un tour ciclistico che ha toccato sette regioni italiane.

La bici è stata scelta come mezzo emblematico di fruizione e partecipazione attiva dei cittadini alla tutela dell'ambiente. Una squadra composta da 6 ciclisti e da un gruppo di supporto, è partita per il tour di promozione, percorrendo in totale 5.770 km attraverso 863 comuni e 439 Siti Natura 2000 in 7 regioni rappresentative delle diverse realtà geografiche, naturalistico-culturali e socioeconomiche dell'Italia: Piemonte per il Nord-Ovest, Friuli-Venezia Giulia per il Nord-Est, Lazio e Umbria per il Centro, Puglia per il Sud e Sicilia e Sardegna per l'Italia insulare.

La carovana si è fermata in Piemonte a maggio 2019, per quattro settimane, toccando diverse località e Siti Natura 2000.

Ad ogni tappa sono stati organizzati momenti informativi nelle scuole, incontri con le istituzioni locali e le imprese del territorio portatrici di "buone pratiche" ambientali e, alla fine di ogni settimana è stata effettuata una tappa "allargata" alla partecipazione della cittadinanza. Ai percorsi ciclistici si sono affiancati quelli a piedi, per raggiungere più agevolmente i siti posti in zone impervie oppure vietate alle biciclette.

Cofinanziato dalla UE nell'ambito del Programma LIFE, il progetto ha visto il coordinamento delle attività da parte dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), in partnership con la società di comunicazione Ares 2.0, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB), e l'incubatore di imprese Enne3. A bilancio del progetto è stato pubblicato online un report finale dal titolo "Il progetto Life Sic2Sic. Metodologia, attività e risultati".

Sul dettagliatissimo sito dell'iniziativa è possibile trovare ogni informazione sul progetto e un completo resoconto di ogni tappa regionale del tour ciclistico, tra diari di viaggio, interviste e approfondimenti che consentono – da un lato – di approfondire la conoscenza tecnica e naturalistica dei Siti della Rete Natura 2000 e - dall'altro - di ripercorrere i sentieri percorsi dalla carovana scaricando le tracce GPX dei sentieri dalle mappe online.

Rete Natura 2000, ovvero tutela e valorizzazione del territorio

Ma che cos'è la Rete Natura 2000? E' il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, dotata di un quadro comune per la conservazione delle piante, degli animali e degli habitat, con lo scopo di creare una rete coerente di ambienti da tutelare. In Piemonte essa interessa oltre 400 mila ettari, pari al 15,91% del territorio.

Nelle aree Natura 2000 le attività umane non sono però escluse a priori, come ben spiega il sito del Ministero dell'Ambiente. La Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali (Art. 2) e riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la promozione delle attività tradizionali. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l'obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).

Si tratta di una realtà che il tour di SIC2SIC ha avuto l'opportunità di approfondire e, per questo motivo, abbiamo chiesto a Maria Cecilia Natalia (ISPRA, Coordinatrice del team tecnico) di raccontarci com'è andata la tappa piemontese.

"In Piemonte abbiamo visitato diversi comuni e vari siti Natura 2000: ci siamo trovati di fronte a una rete infrastrutturale di buon livello, migliore della media delle altre regioni visitate. Inoltre siamo rimasti positivamente impressionati dalla competenza e preparazione tecnica di molti amministratori e dal loro grande entusiasmo. C'è da aggiungere che nella vostra regione la maggior parte degli enti gestori dei Siti Rete Natura 2000 si sono dotati di piani di gestione che sono fondamentali per una corretta gestione ambientale ed economica del territorio. In Piemonte abbiamo incontrato attività agricole importanti sia nelle aree di pianura, come la risicoltura – prosegue Natalia - ma anche in montagna con attività come il pascolo o l'agricoltura non intensiva, che sono importanti per evitare lo spopolamento e mantenere un presidio territoriale che è fondamentale non solo economicamente ma anche nel contrasto del dissesto idrogeologico"

Quali criticità avete osservato?

"Anche nella vostra regione, come nelle altre, abbiamo riscontrato la scarsità della cartellonistica di base della Rete Natura 2000 che indica dove ci si trova e che dà utili informazioni di base su cosa si può o non si può fare".

L'Italia vista dalle due ruote

Fra quanti hanno pedalato instancabilmente nelle varie tappe piemontesi, con tutte le condizioni meteo (neve compresa), c'era anche Matteo Lener, Responsabile del progetto per ISPRA.

"Credo che il Piemonte abbia grandi potenzialità di fruizione ciclistica" racconta. "Esistono tante reti ciclabili locali anche se non sempre sono connesse tra loro. Il problema può nascere quando non si è accompagnati da qualcuno che conosce il tragitto e dunque si rischia di perdere la strada, in assenza di segnaletica o sistemi di tracciatura efficaci. Mi spiego meglio con un esempio: nella tappa Alba-Valdieri-Pradleves-Saluzzo siamo stati accompagnati da membri del locale FIAB su strade asfaltate con scarso traffico, e quindi facilmente percorribili, mentre nella tappa successiva abbiamo pedalato da soli alla volta di Asti, attraversando le Langhe, incontrando maggiori difficoltà e percorrendo strade con dislivelli faticosi. Esiste un problema di connessione e raccordo fra i vari itinerari che, sicuramente, non è solo del Piemonte ma un po' di tutte le regioni che abbiamo visitato. La cartellonistica inoltre è scarsa ovunque, tranne che in Friuli, che costituisce un'eccezione virtuosa".

Come giudichi l'utilizzo della MTB nei Siti della Rete Natura 2000?

"E' un fenomeno sicuramente da regolamentare, soprattutto alla luce dell'aumento dei ciclisti dovuto al grande successo delle e-bikes. Credo che i ciclisti vadano innanzitutto informati, perché spesso ignorano le regole delle zone protette che attraversano, ma anche coinvolti, in quanto si tratta di una categoria di sportivi che è spesso dotata di sensibilità ambientale. Dedicare una parte della sentieristica alla ciclabilità può essere un modo per mantenere puliti e fruibili sentieri che, diversamente, verrebbero trascurati. E' tuttavia altrettanto comprensibile che le aree di particolare pregio naturalistico, che potrebbero essere danneggiate dal passaggio delle due ruote, rimangano off-limits per le biciclette.

Quali sono le condizioni dei siti Rete Natura 2000 italiani?

"Quando il territorio di questi siti coincide in tutto o in parte con quello di altre aree protette la tutela è maggiore, rispetto ai siti RN2000 isolati, perché nel primo caso beneficiano delle infrastrutture e della cartellonistica dei parchi, acquistando visibilità e riconoscibilità. Da questo punto di vista, in Piemonte questa coincidenza è assai diffusa dato il gran numero di aree protette gestite dalla Regione o da altre amministrazioni pubbliche".

Un'osservazione confermata dal dato che nella nostra regione circa il 98% delle Aree protette rientra nel territorio tutelato dalla Rete Natura 2000.

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