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Salbertrand, un parco a portata di ferrovia

Un itinerario tra le peculiarità naturalistiche del Gran Bosco omonimo e la cultura materiale dell'Ecomuseo Colombano Romean, poco lontano dalla città di Torino. 

  • Alessandra Corrà
  • Ottobre 2019
  • Mercoledì, 11 Settembre 2019
(Foto A. Corrà) (Foto A. Corrà)

Viaggiare in treno ha molti vantaggi: primo tra tutti, quello di ridurre il consumo di energia e l'emissione di inquinanti, oltre a essere economico e comodo. E, a volte, il treno arriva anche in montagna. E' il caso del Comune di Salbertrand, in Valle di Susa, sede del Parco Naturale del Gran Bosco omonimo. Qui, la comoda linea ferroviaria Torino – Bardonecchia, in poco più di un'ora, raggiunge il borgo montano dal cui centro si apre una delle porte che conducono ai tanti sentieri del parco, tra cui la famosa GTA. 

L'itinerario: dal centro abitato alla Borgata Seu

Superata la stazione ferroviaria, si deve svoltare a sinistra e, oltrepassato il ponte della ferrovia e dell'autostrada, continuare il tragitto su un sentiero sterrato, che a un certo punto costeggia un campo da calcio, nei cui pressi si trova un parcheggio per le auto.

Da qui bisogna seguire le indicazioni della GTA, o rifugio Arlaud, che in un paio di ore, su un sentiero senza particolari difficoltà, permette di raggiungere quota 1730 in Località Seu, da dove lo sguardo si apre per appagare il nostro senso di pienezza, che si intensifica adesso davanti a un panorama eccezionale.
In questa piccola borgata, di appena una manciata di case, si trova anche il Rifugio Daniele Arlaud, una piccola e accogliente struttura dove è possibile sia gustare un delizioso pasto sia fermarsi a dormire.

Daniele Arlaud è stato il primo rifugio alpino a ottenere la certificazione europea Ecolabel, ovvero, un'etichetta comunitaria di qualità ecologica, in quanto i gestori, oltre a utilizzare il 100% dell'energia fornita dal sole, gestiscono il riscaldamento totalmente con la legna, in cucina utilizzano solo prodotti locali e biologici, fanno la raccolta differenziata dei rifiuti, e vengono programmati, nel corso dell'anno, alcuni corsi di formazione, in cui viene sensibilizzata l'educazione ambientale.
Dal rifugio si può decidere di scendere da un percorso alternativo alla via della salita, percorrendo un anello che non richiede un'eccellente preparazione fisica, anche se alcuni tratti in discesa sono piuttosto ripidi.
Continuando sulla sterrata che attraversa la borgata su una comoda via quasi pianeggiante, dopo circa mezz'ora si incontra sulla destra il sentiero n. 2 che scende ripido fino a Salbertrand. 
Come accennato prima, a differenza del sentiero GTA, il tratto, seppur affascinante, è più impervio e presenta qualche passaggio critico, ma non impossibile da superare, ma il paesaggio che ci regala suscita forti emozioni, poiché l'area boschiva è decisamente molto selvaggia rispetto alla GTA.

Le tappe dell'Ecomuseo Colombano Romean

Dopo circa un'ora e mezza, sempre dentro il bosco, si giunge nei pressi dell'Ecomuseo Colombano Romean, gestito dall'area protetta: una struttura che mira a preservare la memoria degli aspetti più concreti della vita degli abitanti della valle, attraverso un percorso di edifici che includono una ghiacciaia, un forno e un mulino.
La prima tappa obbligatoria è fermarsi a riposare nel laghetto artificiale della Ghiacciaia, insieme ai suoi simpatici gnomi di legno, che spuntano a ridosso della radura, regalando all'arrivo una piacevole sensazione di freschezza.
La ghiacciaia venne fatta costruire agli inizi del '900, quando alcuni commercianti di Oulx, riuniti in società, decisero di costruire un edificio per conservare il ghiaccio, prodotto in inverno nell'attiguo laghetto artificiale.
Sfruttando il dislivello tra l'alveo del Rio Gorge e il bordo del lago, ricavarono un locale di 800 mc che, con il riporto all'esterno di alcuni terrapieni, fu quasi completamente interrato. Per difendere la struttura dal calore estivo, riportarono uno strato di circa un metro di terra su cui vennero piantati dei pini silvestri.

Oltrepassato il laghetto, si passa davanti alla Miniera: sito dedicato allo sfruttamento minerario del territorio circostante, che ricrea l'ingresso di una galleria di estrazione con le armature in legno, il carrello da miniera e i binari.
Pare che si tramandino ancora oggi storie di ritrovamenti di miniere di piombo, d'oro e d'argento tra le rocce del Seguret in epoca medioevale. È invece attestata su mappe e documenti la presenza di vari cantieri di estrazione sfruttati a partire dal 1700 nel territorio di Salbertrand, anche se fu solo nella prima metà del Novecento che le miniere locali iniziarono a fornire produzioni importanti, garantendo una buona componente occupazionale.
Poco lontano dalla Miniera, si trova la Pinea, area attrezzata del parco, dove c'è un'area giochi e delle panchine per riposarsi, e a pochi metri, si raggiunge nuovamente il centro abitato del paese di Salbertrand, da cui ogni ora partono i treni per Torino.

Il bosco in passato

Oltre alle miniere, da cui venivano estratti i minerali, i boschi costituirono, soprattutto in passato, una delle principali risorse economiche della montagna, che è sempre stata una fonte inesauribile di legname.
All'epoca tutti coloro che vivevano in montagna sapevano che per tagliare la legna si doveva tenere conto delle lune e delle stagioni. Per esempio, la legna da ardere veniva tagliata con la luna nuova, il legname da costruzione con la luna calante.
L'autunno e l'inverno, quando le piante entravano nel riposo vegetativo e i lavori nei campi si fermavano, erano le stagioni privilegiate per l'utilizzo del bosco.
Il patrimonio boschivo di Salbertrand a fine Ottocento era per l'80% di proprietà comunale. Ditte locali o forestiere acquistavano annualmente i lotti che venivano designati dall'amministrazione comunale in base alla resa e al tempo trascorso dall'ultimo taglio.
Il lavoro del boscaiolo era un lavoro impegnativo e pericoloso. L'orario di lavoro non era mai ben definito, la partenza avveniva sicuramente all'alba e il ritorno nella notte spesso dopo una camminata di un'ora e mezza, quando non si decideva di risiedere nei casolari costruiti apposta nel bosco. I lavori venivano abbandonati solo quando iniziavano le forti nevicate invernali.
Il sito di arrivo e deposito temporaneo dei tronchi per il legname proveniente del Gran Bosco era l'area comunale alluvionale presso Pinea, vicino all'attuale area attrezzata del Parco.

Dove si trova il parco 

Il Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand deve il suo nome al Comune ai cui piedi si estende il territorio, che fa parte delle eccellenze del nostro paese.
Il parco spazia dalla Val di Susa alle Alpi Cozie Settentrionali, includendo vari comuni: Chiomonte, Exilles, Oulx, Salbertrand, Sauze d'Oulx, Pragelato, Usseaux.
La grande bellezza del parco, oltre a regalare splendidi scenari naturali, ha un importante e smisurato valore naturalistico: 700 ettari di foresta mista di abete bianco e abete rosso, raro nelle Alpi Occidentali, unica nel panorama della vegetazione piemontese. Qui si trovano tutte le conifere di pregio dell'ambiente alpino.
Da non dimenticare, il Gran Bosco è l'habitat ideale per una fauna molto ricca, infatti, passeggiando nei sentieri del parco, si possono avvistare numerosi rapaci, tra i quali l'Astore, lo Sparviere, la Poiana e il Gheppio, il Gufo Reale, la Civetta Capogrosso, mentre nidifica regolarmente una coppia di Aquila Reale.
Tra i mammiferi si possono incontrare lepri, scoiattoli, marmotte, volpi e molti altri piccoli roditori; camosci, cinghiali, cervi e caprioli.

Il parco è un vero paradiso sia per gli escursionisti, che desiderano intraprendere cammini di facili o media difficoltà, sia per chi ama la natura e vuole deliziarsi delle tanti specie presenti sul territorio, ma è anche una meta ambita dalle famiglie che cercano, soprattutto in estate, un po' di relax nei prati verdi del parco.

Per informazioni : Tel.0122/854720 - www.parchialpicozie.it

 

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