Perché una grammatica del Kyé?
Cimentarsi nella stesura di una grammatica del Kyé può sembrare la preparazione di una lastra tombale o di una lapide in memoria per una parlata che sta morendo. A quanto pare, sono sempre meno coloro, circa un migliaio di persone, che parlano o semplicemente intendono questo dialetto dai confini limitati e precisi che vanno da Fontane in Val Corsaglia a Prea, una zona di vallate in graduale spopolamento.
Eppure vale la pena lasciare una testimonianza scritta, non essendoci una letteratura scritta del Kyé, contrariamente a quanto è accaduto al piemontese.
Qualche glottologo avrà una base per trarne una ricerca dotta e accurata, altri si soffermeranno su notizie culturali, poiché una lingua, un dialetto, un subdialetto sono codici con cui si esprime una cultura. Decifrare questi codici vuol dire ricostruire la storia di un popolo o anche solo di un gruppo umano, operazione non priva di fascino, come sempre, quando si va alle radici delle cose.
Senza saperlo o senza pensarci, noi tutti usiamo un dialetto, in italiano o in qualunque lingua, parole cariche di storia, capaci di evocare usi, costumi, vicende di millenni addietro. Questo volume ci offre alcuni esempi dimostrativi di facile comprensione.
Ottobre 2014
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