E' delizioso ascoltare a primavera il canto del cuculo che annuncia il ritorno alla vita. Ma se il cuculo facesse sentire d'inverno il suo richiamo? Allora gli uomini dei monti si sbircerebbero di sottecchi nelle cucine fumose, dove i cani sonnecchiano inquieti, in attesa del peggio. Perché gli animali dei boschi conoscono più dell'uomo il mistero della vita e della morte.
Il lettore non troverà in questo libro, che per situazioni ed atmosfere è da annoverare tra i più caratteristici dell'autore, nessun momento idilliaco, fiabesco, nessun apologo in cui il rapporto tra l'uomo e l'animale risponda alla logica scontata cui ci hanno abituato tante narrazioni esemplari. La relazione tra l'uomo e le bestie qui è dura, scontrosa, fatta di incomprensioni, quando non di vere e proprie crudeltà. Racconti di fatti, di gesti e di silenzi, storie tramandate da generazioni che ritornano ad affascinare, tra verità e leggenda.
Luglio 2010
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