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Nata per correre

Noi, esseri umani, abbiamo convissuto per molti anni con altre specie di ominidi, probabilmente più di una. Poi, chissà perché, siamo rimasti soli. Per la verità, continuiamo a condividere questo pianeta con milioni di altri esseri viventi ma facciamo fatica a sentirci parte di loro e di questo mondo: eppure la nostra storia dovrebbe farci riflettere. Nata per correre è un viaggio (che forse non potevamo permetterci) raccontato attraverso la storia dell'automobile. 

  • Emanuela Celona
  • Ottobre 2021
Mercoledì, 13 Ottobre 2021
Nata per correre

"Ogni volta che avvio l'auto so che in Africa una persona sarà costretta a lasciare la propria casa, che Venezia si allagherà un'altra volta, che un uovo blocco di ghiaccio si staccherà dalla penisola Antartica e che una bolla di metano verrà rilasciata in Siberia. Eppure lo faccio lo stesso".

Comincia così la prefazione del libro di Stefano Camanni, intitolato Nata per correre. Un viaggio che forse non potevamo permetterci: un volume a metà tra saggio e romanzo, come dichiarato dallo stesso autore, che sorprenderà il suo lettore. Perchè è un atto d'amore, o forse meglio dire di riconoscenza, nei confronti dell'automobile: un mezzo di locomozione che ha accorciato tempi e spazi in un momento storico in cui tutto ciò sembrava impossibile, e che è diventata sinonimo di 'tempo libero' e metafora del viaggio.

Nel libro, l'autore ripercorrre un excursus storico notevole: dai tempi in cui, a fine Ottocento, Karl Benz, ingegnere tedesco, realizza la prima auto vettura che si muove da sola, senza il traino dei cavalli, e che può procedere a una velocità massima di 16 chilometri orari. Pensate: quel prototipo di automobile si alimentava di ligroina, o etere di petrolio, una sorta di benzina 'leggera' che si poteva reperire soltanto in farmacia (!) E prosegue con alcune 'chicche' davvero curiose, come l'aneddoto della moglie dell'ingegnere tedesco, la signora Bertha Benz, prima donna che effettua il primo vero viaggio in automobile, immaginabile per l'epoca, e che trova destinazione a due passi da casa. In tutto 104 chilometri, macinati per 'andare a trovare la nonna' con i suoi due figlioli, in cui succede di tutto: cede una molla del motore (sostituita con un elastico del corpetto della donna); si presentano faticose salite (e bisogna spiengere!); si ottura il tubo del carburatore (e uno spillone per capelli viene in soccorso).

Le tappe di vita dell'automobile raccontate da Camanni sono tante, più o meno note: passando dalla storia della Ford, arrivando a quella della Fiat. Periodi storici in cui l'auto rappresenta uno status symbol, tanto da diventare un'icona cinematografica in pellicole come Gioventù Bruciata con l'indimenticabile Jeams Dean, oppure Il Sorpasso, con Vittorio Gasmann e Jean Louis Trintignant che raccontano di una velocità pericolosa, per gli interpreti del film, ma non solo.

Se, infatti, da un lato, l'automobile – nel pieno 'miracolo economico', siamo tra gli anni Cinquanta e Sessanta – riesce ad accorciare le distanze tra Nord e Sud del nostro Paese, anche grazie a opere importanti come l'Autostrada del Sole, dall'altro, "nel giro di pochi anni decine di milioni di veicoli percorrono nelle due direzioni l'Autostrada del Sole. Ma l'apoteosi si verifica con le vacanze estive, quando in massa gli italiani si riversano in strada con la propria auto per raggiungere il meridione. Il sogno del viaggio, della velocità, di poter andare con la propria auto ovunque e con tempi fino a qualche anno prima impensabili, inizia a infrangersi con la realtà... e i limiti si affacciano all'orizzonte", scrive Camanni.

Un nuovo umanesimo

Fin dalla prima pagina, una figura aleggia tra le righe del libro: si tratta di Aurelio Peccei, economista e torinese di nascita che, nel 1967, si trova tra i co-fondatori del Club di Roma, "un'associazione che unisce economisti, scienziati e uomini di pensiero con l'obiettivo di capire le problematiche mondiali e cercare in qualche modo di contribuire alla loro risoluzione", scrive Camanni nel suo libro.

Quello auspicato da Peccei e da tutti gli altri è: "Un nuovo modo di pensare e di comportarci, una trasformazione di noi stessi e delle nostre istituzioni capace di portare il sistema umano a un nuovo livello di organizzazione e di responsabilità. Solo una filosofia di vita umana, un nuovo umanesimo, può generare e sostenere un tale salto di qualità", sosteneva l'economista torinese. Un'affermazione che sa di chiaroveggenza soprattutto se guardiamo, oggi, alla drammatica situazione dei ghiacciai alpini, alla stessa sorte toccata alle calotte polari con la fusione estiva dei ghiacci, al livello del mare che sta lentamente salendo, agli eventi meteo sempre più estremi: in due parole, emergenza climatica.

Eppure, nonostante la situazione, i valori di CO2 così alti in atmosfera derivanti da un uso massiccio di combustibili fossili e dalla crescente deforestazione, perché l'Umanità intera ha sottovalutato il problema?

Anche perché "noi, Homo sapiens, abbiamo convissuto per molti anni con altre specie di ominidi, probabilmente più di una. Poi, chissà perché, siamo rimasti soli. Per la verità, condividiamo questo pianeta con milioni di altri esseri viventi ma probabilmente la nostra brama di superiorità ci impedisce di sentirci parte di loro e di questo mondo. Eppure la nostra storia dovrebbe farci riflettere, e molto", scrive l'autore.

Suscitare il dubbio

Greta Thunberg, la ragazzina di 16 anni che ha deciso di manifestare davanti al Parlamento svedese, la conosciamo tutti, così come conosciamo i Fridays for future: i giovani stanno generando il dubbio in molti di noi, adulti, e ci stanno dicendo che dobbiamo cambiare il nostro sistema di vita. Ad esempio, rivendendo il nostro modo di muoverci.

"Il 2018 è stato il primo anno caratterizzato dal superamento della soglia dei 200mila voli aerei giornalieri a livello globale, scrive Camanni, e [...] vuoi per moda, speriamo per una nuova consapevolezza, nella Svezia di Greta Thunberg sta prendendo piede l'espressione 'l'onta di volare'. L'aereo emette una quantità di CO2 pazzesca e molte persone iniziano a rifiutarsi di usarlo", racconta l'autore. Una consapevolezza che travalica i confini svedesi: in Olanda, ad esempio, c'è una nuova campagna pubblicitaria 'Fly responsably' incentrata sull'invito a utilizzare, quando possibile, mezzi alternativi all'aereo perchè più puliti e in Francia è stata introdotta una eco-tassa sui voli dal 2020. Ma la spinta a 'vivere' diversamente le nostre vite va oltre i voli aerei e in molti luoghi è già realtà.

La carrellata presentata dall'autore è sorprendente quanto interessante: da Oslo, che dal 2019 ha chiuso il centro storico alle auto e che, gradualmente, ha rimosso i parcheggi e poi esteso la rete pedonale con soddisfazione anche dei negozianti che hanno visto le aree pedonali più frequentate e piene di vita. Questa città, nominata 'Capitale verde d'Europa' nel 2019, ha visto un miglioramento dellla qualità dell'aria e l'aumento dei pedoni del 10%, una diffusione delle auto elettriche, ibride o a idrogeno e la sostituzione dei vecchi mezzi pubblici con nuovi, a zero emissioni. Se Oslo è un modello 'verde', non è l'unico: l'autore accenna ad Amburgo, che diverrà presto tutta percorribile in bici o a piedi; Copenhagen, regina della bicicletta; Madrid che sta realizzando un piano di mobilità cittadina... E in Italia? Molto è ancora da fare ma città come Milano, dove occorre pagare un pedaggio per entrare in città, e Ferrara, dove la bicicletta è il mezzo più comune, danno già il buon esempio.

Auto sì, ma con gentilezza

Prendiamo in prestito il titolo di un capitolo del libro, per dissipare ogni dubbio. Camanni non demonizza l'automobile. Anzi. La molla su cui l'autore punta è "la consapevolezza che guidare in un modo o in un altro può fare una grande differenza. Sembrerà strano ma è possibile risparmiare e ridurre le emissioni anche senza dover per forza cambiare l'auto", scrive nel suo libro.

Una guida aggressiva brucia, ad esempio, più carburante e consuma di più; spegnere il motore se si sta fermi più di 20 secondi e non abusare del climatizzatore contribuiscono a un uso più ecologico dell'auto. Lo stesso si può dire per una mentalità aperta alla condivisione del mezzo e su questo ultimo aspetto, ci conforta una notizia di questi giorni: BlaBlaCar (l'App per la condivisione di percorsi in auto) ha superato i 100 milioni di download in tutto il mondo e l'Italia è nella "top 10" per numero di download. Quindi qualcosa lo stiamo imparando, anche noi, qui in Italia.

Da leggere

Titolo: Nata per correre. Un viaggio che forse non potevamo permetterci

Autore: Stefano Camanni 

Editore: Luce Ed. 

 

 

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