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Anâ a la chasë

Sibille, Renato "Anâ a la chasë. La caccia al selvatico nella tradizione contadina dell'Alta Valle di Susa". - Salbertrand : Ecomuseo Colombano Romean, 2018. - 225 p. : ill. ; 24 cm. - € 15,00.

  • Sibille, Renato
  • Aprile 2020
Lunedì, 27 Aprile 2020
Anâ a la chasë

Il nuovo cahier, frutto della collaborazione tra il Consorzio Forestale Alta Valle di Susa e l'Ente Parchi Alpi Cozie, è stato scritto da Renato Sibille, con contributi di Roberto Musso e Romano Nuvolone e costituisce un ulteriore prezioso tassello che l'Ecomuseo Colombano Romean raccoglie come preziosa memoria dell'Alta Valle di Susa.

«Il tema proposto è quello della caccia, o meglio» scrive nella prefazione Massimo Garavelli presidente del Consorzio Forestale «dell'"andare a caccia", espressione che raccoglie maggiormente il senso e lo spirito degli abitanti dell'Alta Dora che hanno praticato questa attività per secoli, direi fino al Secondo Dopoguerra. Si è trattato non solo di un'integrazione del reddito disponibile ma di un vero e proprio interagire con lo spazio che li circondava e ne forgiava il carattere. Ne erano prova l'ammirazione per la fauna locale, in particolare il camoscio, il rispetto per le proprietà private, allora interessate da estese coltivazioni fino alle quote estreme, e della socialità che in molti casi contraddistingueva l'attività venatoria».

Stefano Daverio, presidente delle Aree Protette Alpi Cozie aggiunge «Sono un cacciatore di montagna. Non esistono cacciatori di serie A o B, esiste solo un rapporto diverso con l'ambiente che ci ospita, con la Natura che ci circonda e sono l'ambiente e la natura a forgiare colui che vive tutto l'anno tra queste Montagne» e ricorda un consiglio ricevuto «Non esistono buoni cacciatori. Rispetta le nostre tradizioni e la nostre consuetudini, rispetta le norme e le leggi, stai lontano dagli sparatori balordi e dai vili bracconieri, spara per uccidere ma sempre senza gioia, ricorda: la tua preda non deve soffrire, la devi rispettare da viva e da morta, ma soprattutto spara solo a ciò che poi potrai mangiare, sicuramente non diventerai un buon cacciatore ma solo un uomo migliore».

Nella prima parte del Cahier vengono raccontati nelle varianti occitane locali, con traduzione in italiano a fronte, aneddoti relativi alla caccia, usanze relative alla vendita e alla concia delle pelli, leggende riguardanti i selvatici e ricette tradizionali con la cacciagione. Troviamo, inoltre, un glossario essenziale dei termini in occitano relativi all'attività venatoria, i nomi dei selvatici nella parlata locale, i proverbi e i toponimi dell'Alta Dora relativi alla caccia e ai selvatici.

Un capitolo è dedicato alla letteratura occitana del cacciatore altovalsusino e agli scritti del poeta ulciense Ernest Odiard des Ambrois, appassionato cacciatore di inizio Novecento.

La seconda parte del Cahier è dedicata alla storia della caccia nell'Alta Dora e alle vicende riguardanti la scomparsa o il ripopolamento dei selvatici.

Aprile 2020

http://erasmo.it/parchipiemonte/

 

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