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La segale della Valle Gesso

Fino agli anni '50 in molti luoghi delle Alpi si coltivava la segale. E' il caso della Valli Marittime, dove il rustico cereale, capace di resistere al clima severo della montagna, si trovava un po' dappertutto.

  • Maurizio Dematteis
  • Marzo 2024
Lunedì, 11 Marzo 2024
 Il Carnevale dell’Orso di Segale - Foto EGAP Alpi Marittime Il Carnevale dell’Orso di Segale - Foto EGAP Alpi Marittime

Nel pane nero sulla tavola, nel letto, nella lettiera e persino sul tetto delle case, nei luoghi dove scarseggiava la pietra adatta, come a Sant'Anna di Valdieri. Sono alcuni degli utilizzi della segale negli anni '50 sulle Alpi.

Poi sono venuti gli anni dello spopolamento della montagna, l'abbandono dell'agricoltura per l'industria, l'avanzata del bosco e la segale improvvisamente è scomparsa.

L'Ecomuseo di Sant'Anna e il recupero della segale

Ma negli anni '90 nasce l'Ecomuseo della Segale, rete di strutture, attività ed eventi distribuiti sul territorio, unite dalle aspirazioni e dalle conoscenze degli abitanti della Valle Gesso e cresciute anno dopo anno grazie agli esperti, ai servizi e alle risorse messi a disposizione dal Parco naturale delle Alpi Marittime. E così la segale è tornata.

Il recupero dell'antico e un tempo indispensabile cereale da parte dell'Ecomuseo è partito dal ripristino di un antico sentiero tra il paese di Sant'Anna di Valdieri e le due borgate di Tàit Bartòla e Tàit Bariao, dove per l'appunto le case hanno ancora i tetti in paglia di segale. È nato così Lo Viòl di Tàit, "il sentiero dei tetti", primo passo di un percorso condiviso di recupero e valorizzazione culturale che ha trovato proprio nella segale il suo ingrediente segreto. Poi è stata la volta del rilancio della Festa della Segale di Sant'Anna di Valdieri, appuntamento fisso con la tradizione e la cultura delle Alpi Marittime, e fortemente sentita da chi abita sul territorio.

Ma non basta, perché grazie a un lungo lavoro di recupero della memoria condotto dall'Ecomuseo, è tornato alla luce anche il Carnevale dell'Orso di Segale. Sono partiti dai ricordi di Bernardino Giraudo, detto "Din dal Papa", uno degli ultimi depositari dei segreti di una famosa maschera panalpina che era presente anche in Valle Gesso: l'orso "di paglia, di pelle, di piume, di foglie di mais", figura tipica delle campagne europee, incarnazione delle forze scatenate della natura e oracolo capace di predire l'arrivo della primavera.

Nel 2008 un gruppo di anziani della Valle Gesso si è unito ad altri due della Val Vermenagna e della Valle Stura per mettere insieme le conoscenze sulla realizzazione dei famosi tetti in segale, ricostruendone uno in una di mora all'ingresso della Frazione di Sant'Anna di Valdieri, dove si può ammirarne il racconto e consultare il disciplinare a disposizione di chi si volesse cimentare con la costruzione di un tetto in paglia. Paglia rigorosamente di segale, ovviamente.

Dalla segale il recupero del "buono"

Ma la segale non è solo cultura, è anche coltura. Tanto che oggi le sue farine e la sua essenza trovano riscontro in una serie di panettieri di valle, che sfornano pane e biscotti, e nel birrificio artigianale Troll di Vernante, saltuariamente impegnato nella realizzazione di una bruna corposa dal carattere alpino aromatizzata alla segale.

«Con la Facoltà di Agraria dell'Università di Torino abbiamo lavorato al recupero di una semenza tipica della Valle Gesso – racconta Alessio Barale, coordinatore dell'Ecomuseo della Segale di Valdieri - partendo dalla granella trovata nei fienili e nelle vecchie dispense». Il risultato è che oggi il seme autoctono viene utilizzato in diversi campi ben visibili sui versanti delle Valli Marittime. «In Valle Gesso abbiamo due realtà professionali – continua Alessio Barale - due aziende agricole, una a Entraque e uno ad Andonno, che per la loro produzione puntano anche sulla segale». Aziende agricole che grazie all'adesione al locale marchio di qualità Apam, oggi riescono a commercializzare bene il loro prodotto. Si tratta di un ulteriore tassello che l'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime ha voluto mettere a disposizione dei produttori locali, un marchio qualità parco realizzato per valorizzare e promuovere i prodotti dell'agricoltura, della zootecnia, dell'attività forestale e dell'artigianato, ottenuti nel territorio delle Aree Protette delle Alpi Marittime, secondo i criteri definiti nel regolamento d'uso e a seguito della verifica dei requisiti richiesti.

Insomma l'Ecomuseo della Segale è una realtà viva e pulsante, che anno dopo anno si è fatto più ampio e ricco, di strutture e di esperienze: l'arena delle manifestazioni, il forno comunitario, i nuovi tetti in paglia, i murales, il Museo della Civiltà della Segale. Ma anche l'alimentari-osteria de I Bateur, la Festa della Segale, la Festa della Lavanda, il Carnevale Alpino dell'Orso, i laboratori di panificazione, la mappa di comunità, gli appuntamenti serali con la musica, con la natura e con la cultura alpina: una storia in movimento e in continua evoluzione che non si può non visitare.

Per approfondimenti:

Sito Ecomuseo della Segale