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La lavanda della Val di Susa

In Val di Susa, a causa dell'innalzamento della temperatura prodotto dal rapido cambiamento climatico, gli antichi terrazzamenti delle vigne eroiche si tingono di viola. Sui quei pochi e poveri terreni che fino a pochi anni fa giacevano abbandonati, e che in passato hanno visto crescere la vite, piccoli frutti e qualche cereale, oggi cominciano a spuntare piante colorate e dal profumo intenso.

  • Maurizio Dematteis
  • Febbraio 2024
Lunedì, 26 Febbraio 2024
La lavanda sui territori terrazzati della Val di Susa - foto Archivio Brusafer La lavanda sui territori terrazzati della Val di Susa - foto Archivio Brusafer

Si tratta di lavanda, che da Chiomonte a Mattie ormai prospera e ha dato vita ad un nuovo business, proprio come accade da secoli nella vicina Provenza. Ma come è potuto succedere che un bel giorno una nuova coltura, prima sconosciuta ai locali, abbia potuto fare il suo ingresso in valle di Susa così, in sordina?

Una nuova coltivazione, ma con origini antiche

Grazie a Efrem Alberto, classe 1976, laureato in fisica, appassionato di mountain bike e profondamente legato alla Valle di Susa, dove abita da sempre con suo fratello gemello Walter. È lui che ha creduto nella pianta aromatica. All'inizio, grazie al patentino da istruttori di Mtb e alla voglia di rilanciare Combe, la frazione di Mattie dove sono cresciuti, i due gemelli hanno cominciato a recuperare una proprietà abbandonata della borgata per farne una locanda con camere. «Volevamo coniugare la nostra professione di istruttori mtb con l'accoglienza, ospitando gli amici amanti della Mtb per poi accompagnarli alla scoperta della valle – racconta Efrem –. Con papà abbiamo lavorato alla ristrutturazione per quasi tre anni, fino al 2005, quando finalmente siamo partiti con un ristorante a conduzione familiare e quattro camere».

La cucina genuina di famiglia e i piatti della tradizione preparati con ingredienti a Km 0, dell'orto o dei produttori locali, fanno in breve della locanda Alberto un punto di riferimento per sportivi e buongustai della città di Torino e dei comuni della valle. Le cose cominciano ad andare, ma come sempre capita nelle partenze, la quotidianità è dura, soprattutto per coprire i costi crescenti. Nel 2013 arriva l'occasione di rilevare un impianto di lavanda a 15 km da Mattie, Chiomonte, con la possibilità di contribuire ai costi di gestione del ristorante. Si tratta di un'attività nuova, mai vista prima, anche se, dicono i documenti del Comune di Chiomonte, la lavanda in Valle di Susa fino alla fine delle due guerre del Secolo scorso si trovava e veniva già raccolta, ma si trattava solo ed esclusivamente di piante spontanee. Poi dagli anni '50, comunque, sparisce. Nel 2013 però un giovane pionere della valle la reintroduce in via sperimentale, in una coltura dedicata sui terrazzamenti di Chiomonte. Ed è a questo punto che arrivano i fratelli Alberto, che rileva l'impianto di 4000 piante ne sviluppano la trasformazione e la vendita.

Nel 2014 nasce così l'azienda agricola Il Brusafer di frazione Combe di Mattie, grazie all'acquisizione di quel fazzoletto di terra terrazzata con le 4000 piante di lavanda, a Chiomonte. «L'azienda ci ha consentito di integrare le due facce della nostra attività – continua Efrem –: quella agricola che rifornisce la locanda (coltiviamo lavanda, ma anche mais, canapa, castagne e il celebre fagiolo Baracafè di Mattie) e quella ricettiva, che funziona come punto di vendita dei prodotti dell'azienda. Sono stati l'impianto di lavanda e la nostra passione per le erbe officinali a offrirci la possibilità di superare il momento di difficoltà economica che stavamo passando in quegli anni».
A fianco della locanda hanno recuperato un laboratorio che utilizzano per lavorare la lavanda. L'olio essenziale si estrae mediante distillazione con un alambicco che lavora lentamente garantendo così un'estrazione dolce, fondamentale per ottenere la gamma di profumi degli olii "Essenze", etichetta creta dall'azienda Brusafer. Ogni distillata dura circa 8 ore e si ottengono dai 250 ai 500 ml di olio essenziale, che dopo essere stato imbottigliato deve maturare per diverse settimane. Sarà pronto per entrare sul mercato solo nel tardo autunno.

Da Chiomonte a Mattie

«Ad un certo punto i terreni di prossimità del nostro impianto di lavanda a Chiomonte sono stati recintati – spiega Efrem – perché vicini al cantiere della Tav. La zona è stata pesantemente militarizzata e per raggiungere i campi, ogni giorno, noi come tutti gli agricoltori dovevano presentarci con un'autorizzazione scritta, ed erano sempre attese infinite». Non era più possibile continuare a Chiomonte, sottraendo tempo prezioso alle altre attività dell'azienda, ma i fratelli non si sono perso d'animo ma si sono semplicemente spostati allargandosi verso le alture di Mattie, con altre 4000 piante, immesse tra i muretti terrazzati costruiti a secco. E hanno ricominciato a lavorano le loro piante, a mano, tagliando i fiori col falcetto, uno ad uno, tutte le estati, tra luglio e agosto, quando la fioritura della lavanda impone ritmi serratissimi: svegli all'alba e lavoro nei campi per poi tornare in azienda, a Combe, dove la lavanda viene trasformata in giornata. «E non è finita, perché poi c'è ancora il lavoro della commercializzazione – sottolinea Efrem – e l'attività per conto terzi». La distillazione realizzata per alte aziende della valle. Perché oggi, seguendo il loro esempio, in Valle di Susa ci sono altri imprenditori innovatori che si sono messi a piantare lavanda. Ed Efrem e Walter la distillano nel loro laboratorio. «Oggi abbiamo molto conto terzi – continua Efrem -. Abbiamo iniziato un filone che continua ed è in crescita. Grazie alla richiesta sempre crescente di olio essenziale per usi fisioterapici, profumi, creme e per uso alimentare. Fortunatamente la lavanda è una pianta aromatica con molte qualità e nessuna controindicazione».

I fratelli Alberto da Combe oggi si interrogano su come riuscire, attraverso la loro attività, a migliorare la borgata in cui risiedono, per renderla più accogliente e poterci vivere e lavorare meglio e più felici. «Stiamo attivando un progetto di comunità sul rinnovamento dei servizi energetici e sull'utilizzo dei terreni abbandonati intorno all'abitato», conclude Efrem. E questo si ripercuote positivamente sulla qualità della vita, già da adesso, attraverso quel tentativo di fare comunità che negli ultimi due anni ha portato nella piccola borgata di Combe di Mattie ben otto nuovi residenti: una nuova famiglia trasferitasi da Torino, i responsabili di una seconda azienda agricola nata sul territorio e i proprietari di un b&b di prossima apertura. «Oggi siamo in venti a vivere a Combe – conclude Efrem -, e almeno la metà di noi lavorano nelle nuove attività».

Per approfondimenti:

www.ilbrusafer.com