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Volontari per il recupero dell'ambiente

In Piemonte esistono alcune associazioni senza fini di lucro che, grazie al lavoro volontario di privati cittadini, stanno recuperando terre abbandonate o minacciate da consumo di suolo, agricoltura intensiva o da altri fattori di rischio, per tutelare o ripristinare la biodiversità vegetale e animale. Siamo andati a conoscere una di queste realtà virtuose, dal suggestivo nome: "L'Arca del Re Cit".

  • Alessandro Paolini
  • Settembre 2023
Martedì, 24 Ottobre 2023
Femmina di Daino ripresa da fototrappola all'Oasi Costa Suragni  - Foto p.g.c. Associazione L'Arca del Re Cit Femmina di Daino ripresa da fototrappola all'Oasi Costa Suragni - Foto p.g.c. Associazione L'Arca del Re Cit

Cosa spinge una piccola delegazione del Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali della Regione Piemonte a visitare un'area boschiva a cavallo delle province di Torino e Cuneo, in una delle tante giornate bollenti di quest'estate?

Tutto è iniziato con una cortese mail inviata alla redazione di Piemonte Parchi dal signor Aldo Ferraris, con la proposta di andare a conoscere la sua associazione che, racconta, nacque 30 anni fa da un gruppo di ragazzi che volevano ricostituire un lembo del bosco planiziale, un tempo prevalente nella pianura piemontese.

La mail ci incuriosisce e così, con Matteo Massara - il collega che si occupa di biodiversità - e Lorenzo La Vela (tirocinante presso la nostra redazione) partiamo alla volta dell' "Oasi Costa Suragni", nei pressi di Pralormo e Santo Stefano Roero, dove troviamo Aldo ad attenderci all'imbocco di un sentiero sterrato che si inoltra nel bosco.

Come una partita a Monopoli....

L'Oasi Costa Suragni (che mutua il suo nome da una collinetta) è il risultato di un "puzzle" di terreni che l'associazione L'Arca del Re Cit ha acquistato negli anni da proprietari privati.

All'acquisizione di un primo appezzamento agricolo incolto di 13 mila metri quadrati, avvenuto nel 1994, ne sono seguiti altri, via via che l'Associazione riusciva ad avere la necessaria disponibilità economica. Ad oggi l'Oasi consta di 23 particelle differenti per una superficie totale di quasi 65mila mq., pari a circa 9 campi da calcio.

Nel tempo i volontari dell'Associazione vi hanno piantato circa 2.500 alberi e posizionato 30 nidi artificiali per cercare di contrastare la drammatica riduzione degli uccelli di campagna.

Gli esiti positivi di questi sforzi sono attestati dagli scatti di una foto trappola, installata quest'anno, che in sole due settimane ha "catturato" 240 immagini dei frequentatori dell'area (vedi galleria in fondo all'articolo): cervi, caprioli, volpi, cinghiali, istrici, faine, lepri, tassi e scoiattoli rossi, oltre all'avifauna, la cui presenza è rivelata dai cinguettii che è possibile ascoltare in loco.

Un nome da favola

L'associazione nasce nel '90 e si dota di un logo che rappresenta uno scricciolo con una foglia di acero campestre. Il nome – L'Arca del Re Cit - si rifà ad una leggenda popolare, secondo cui gli uccelli nominarono loro re lo scricciolo, dopo che aveva vinto una gara di volo. Il piccolo pennuto, usando l'astuzia, si era infatti nascosto fra le penne dell'aquila risultando così essere l'uccello che aveva volato più in alto di tutti.

La storiella, riportata sul sito dell'Associazione, si conclude con queste parole:

"Per premiarlo della sua formidabile impresa una benemerita associazione di bipedi decise di offrirgli un regno ed i soci di quella associazione si ingegnarono di raccogliere tanta carta e tante lattine che vendettero e con il ricavato comprarono tre ettari e mezzo di terra con alberi e campi, dalle parti di Pralormo e Santo Stefano Roero, la chiamarono arca e vi insediarono il piccolo re che, a tutt'oggi, per quanto si sa, continua a regnarvi indisturbato, insieme a tanti altri animaletti del bosco".

"All'inizio ci siamo finanziati con la raccolta di lattine di alluminio, che poi vendevamo ad una fonderia: in cinque anni ne abbiamo raccolte 3 tonnellate" conferma Aldo Ferraris. "Poi è stata la volta delle gite sociali per gli iscritti che aderendo, oltre a svagarsi, finanziavano le varie attività. In seguito abbiamo proposto l'adozione di un albero o di un nido dietro versamento di una quota. Attualmente abbiamo anche due noccioleti coltivati da mezzadri che ci pagano un canone di locazione. I fondi ci hanno consentito di acquistare terreni e piante, una parte delle quali ci è stata fornita gratis dai vivai della Regione Piemonte. Da alcuni anni però la raccolta fondi è diventata difficile e i costi sono aumentati. Come se non bastasse i soci sono passati da 170 agli attuali 70 e mancano nuove adesioni, soprattutto da parte di giovani.

Trent'anni di difficoltà e successi

"I primi tempi gli abitanti della zona e i contadini ci consideravano dei sognatori: siamo stati osteggiati anche con incendi dolosi o con l'abbandono di spazzatura, poi con il tempo ci siamo fatti conoscere e abbiamo trovato consensi crescenti." racconta Ferraris. "L'idea da cui siamo partiti era quella di ricreare lo storico bosco planiziale di querco-carpineto. Nei primi tempi abbiamo fatto anche degli errori, come quello di posizionare le piante in modo troppo schematico. Oggi il bosco ricostituito può contare su molte specie vegetali autoctone, come orniello, roverella, farnia, carpino bianco, frassino, acero campestre, cerro, pino silvestre, pruniolo; alcune poco conosciute e dai nomi affascinanti come frangola, mirabolano, bagolaro, ciavardello. Ci sono anche arbusti come la fusaggine, il biancospino, il corniolo. Oltre a piantare specie locali combattiamo il proliferare di invasive come la robinia e la quercia rossa. Una piccola parte dell'Oasi è stata destinata a frutteto di riserva genetica: vi abbiamo posizionato antiche varietà di peri e meli piemontesi, allo scopo di preservarne il genoma per le generazioni future".

Una ricca avifauna

Tra le iniziative più recenti c'è il posizionamento di trenta nidi artificiali. Sono in legno e cemento, prodotti in Germania. Cinque sono specifici per i pipistrelli.

"Il 90% dei nidi è stato occupato, anche se non sempre da uccelli: i ghiri, ad esempio, ne hanno eletti alcuni a loro dimora. Ad ogni modo abbiamo constatato la presenza di silvidi e rapaci e non è raro vedere passare in volo sull'Oasi i coloratissimi gruccioni. Dal censimento LIPU del 2021 risulta una drammatica riduzione degli uccelli di campagna, si parla di un meno 40% negli ultimi 20 anni. Con il posizionamento dei nidi artificiali tentiamo di contrastare questo processo, cercando, nel piccolo che ci caratterizza, di fare la nostra parte. Di sicuro l'anno scorso 8 covate sono state portate a termine" prosegue Ferraris.

Quali sono le prospettive dell'Associazione? Risponde ancora Ferraris: "L'Arca del Re Cit aderisce a Pro Natura Piemonte e alla Federazione nazionale Pro Natura, e, ultimamente ha affiliato parte dei suoi terreni alla fondazione Fondo Forestale Italiano, alla quale contiamo a breve di iscriverci. Siamo inoltre iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore come Organizzazione di Volontariato. Il nostro problema principale è che stanno diminuendo i soci e i volontari; a causa di ciò, anche le visite guidate organizzate per le scuole negli anni passati sono state sospese. Vorremmo lanciare un appello attraverso la vostra rivista online, soprattutto ai giovani. Tanti di loro li vediamo scendere in piazza per informare l'opinione pubblica sui rischi dei cambiamenti climatici, e questo è fondamentale. D'altra parte ci sono quelli come noi che in silenzio piantano alberi: due modi di intendere l'ambientalismo, entrambi importanti. Se tra i vostri lettori ci fosse qualcuno interessato a darci una mano, sarà il benvenuto; possiamo offrirgli sane giornate all'aria aperta dedicate alla manutenzione dell'Oasi. Avvicinandosi al mondo magico delle piante si potrà godere della loro bellezza ed imparare a conoscerle. Il nostro sogno resta quello di 'allargarci' ancora, comprando nuovi terreni. Nel frattempo però vorremmo far conoscere di più il nostro lavoro. A questo proposito, oltre al sito, abbiamo iniziato a redigere una newsletter e creato un nuovo indirizzo di posta elettronica. Per concordare visite guidate all'Oasi è possibile inviarci una mail. Inoltre abbiamo anche un profilo Facebook".

Le altre esperienze in Piemonte: il progetto "Riserva integrale Valle Oscura"

L'Associazione Canale Ecologia ha avviato un progetto per acquistare un'area boschiva di circa 100mila mq nel territorio di Cisterna d'Asti (AT). È una valle stretta, caratterizzata da una vegetazione di rilevante interesse. Sulle sommità aride dei rilievi ci sono formazioni forestali e arbusti; sui medi e bassi versanti, formazioni boschive e ricchi sottoboschi, nel fondovalle boschi umidi, stagni, pozze e aree paludose. Negli anni l'Associazione ha costituito l'Oasi di San Nicolao (una proprietà di circa 400mila mq nella zona delle "Rocche") confinante con la Valle Oscura. Mentre l'Oasi è percorsa da sentieri usufruibili da tutti, è intenzione dell'Associazione mantenere la nuova area acquisita a riserva, per preservarne le peculiarità botaniche e faunistiche. Per l'acquisizione è stata lanciata una campagna di raccolta fondi che durerà fino alla fine del 2023 (info su Facebook). Il patrimonio naturalistico dell'intera area rappresenta un polmone verde a disposizione della collettività ed è un atto concreto di salvaguardia ambientale.

Muscandia e l'alneto impaludato di Santonco

Un'altra associazione che porta avanti da anni un'instancabile attività è Terra, Boschi, Gente e Memorie di Castelnuovo Don Bosco, che ha già ottenuto risultati importanti. 

Ad oggi il sistema integrato di microaree protette realizzato nella zona di Muscandia-Valpinzolo-Santonco (Nord-Astigiano), grazie all'impegno di un vero e proprio "pool" di associazioni che - oltre a Terra, Boschi, Gente e Memorie - comprende anche Pro Natura e Legambiente Valtriversa, consiste in un mosaico di ambienti formato da 15 siti di alto valore ecologico che si estende su di una superficie complessiva di oltre 50 ettari. Include in prevalenza (12 siti su 15) frammenti relittuali di formazioni forestali naturaliformi (querco-carpineti, orno-querceti, alno-saliceti), ma anche ambienti umidi lentici e lotici di fondovalle e lembi di prateria xerica a elevata naturalità. Alla data odierna, rappresenta l'unica parte di territorio nord-astigiano soggetta a protezione totale per motivi naturalistici. L'obiettivo dichiarato è quello di arrivare entro il 2024 a 100 ettari di superficie forestale protetta.

L'associazione (della cui attività Piemonte Parchi si è già occupata in passato) è stata fondata da Franco Correggia, ed ha un sito internet aperto ai contributi di tutti che si chiama Muscandia.it, dal nome di una delle aree protette, di notevole interesse naturalistico e paleontologico. L 'ultima battaglia vinta è stata quella di acquistare, per andarlo ad aggiungere ai quattordici angoli di territorio già protetti, un quindicesimo gioiello naturalistico. Si tratta di un bosco di ontani neri che si estende in un'area umida, l'alneto impaludato di Santonco, esteso su un ettaro e 230 metri quadrati. Per acquistare parte dell'ontaneto è stata promossa una raccolta fondi che ha avuto grande successo. 

L'alneto è una formazione forestale igrofila che rappresenta, in termini di varietà biologica e valenze ecologiche, uno dei siti più interessanti della provincia di Asti. Un ambiente antico, primario, ricco di biodiversità vegetale, fungina e animale (che include un vasto contingente di specie rare), indicato come habitat di interesse prioritario nelle direttive europee. Sono oltre 400 le specie vegetali fra alberi (ontani, salici bianchi, viburni, ecc.), piante acquatiche, arbusti e fiori, individuate nell'area.

Tra i risultati più recenti conseguiti dall'associazione c'è la protezione integrale del rio noto localmente come Bialera Viva e della fascia di terreno boscato che lo accompagna situati nella frazione Savi del Comune di Villanova d'Asti (un ambiente integro e di grande interesse ecosistemico composto da alneti di ontano nero, frassineti, querceti di farnia); l'acquisto di circa tre ettari di querco-carpineto situati nelle aree di versante del sistema collinare adiacente all'alneto paludoso di Lago Freddo (Comune di Piovà Massaia) e di un bosco misto termofilo (orno-querceto) in regione Valfiera di Cerreto d'Asti. Inoltre dal quest'anno l'associazione tutela la cerreta della Morra, ubicata nel Comune di Moncucco Torinese (frazione Pogliano), unico nucleo di cerro di una certa estensione noto in provincia di Asti, e circa due ettari di boschi misti della regione Sant'Antonio del Comune di Albugnano. In alcuni casi si tratta di acquisizioni ottenute grazie a donazioni di privati

 

 

Per approfondimenti:

Associazione L'Arca del Re Cit odv:

sito internet: https://www.arcadelrecit.it/

Referente: Aldo Ferraris

Per informazioni e visite:

Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Associazione 'Terra, Boschi, Gente e Memorie' :

sito internet: http://web.tiscali.it/muscandia/

Referente: Franco Correggia

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"Muscandia, dove la comunità adotta l'ambiente" (articolo del 20/3/2020 su "Piemonte Parchi")

 

Associazione Canale Ecologia:

sito internet: http://web.tiscali.it/canaleecologia/italiano/chisiamo.htm

profilo Facebook: https://www.facebook.com/CanaleEcologia/?locale=it_IT

Articolo sul progetto "Riserva integrale Valle Oscura" a pg. 58 del n. 33 di Reticula (ISPRA) 

 

I vivai forestali della Regione Piemonte