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Amici funghi, né piante né animali

Con l'aiuto degli esperti dell'Associazione Micologica Piemontese, che ha sede nel Parco della Mandria, esploriamo il mondo dei funghi, più vicini al regno animale che a quello vegetale, che la ricerca tecnologica e scientifica progetta di utilizzare in un prossimo futuro in sorpendenti forme e applicazioni utili all'uomo.

  • Nadia Faure
  • Gennaio 2023
Mercoledì, 1 Febbraio 2023
Boletus aestivalis - Foto Associazione Micologica Piemontese Boletus aestivalis - Foto Associazione Micologica Piemontese

I funghi possono aiutare la nostra vita più di quanto si possa immaginare grazie a ricerche in corso in molti laboratori di tutto il mondo. Le nuove tecnologie permettono infatti di realizzare materiali resistenti quanto la plastica fatti completamente di funghi, o meglio di micelio di fungo; le prime tavole da surf sono già in produzione e in commercio si possono comprare anche lampade e altri oggetti del tutto biodegradabili. La ricerca scientifica sperimenta l'utilizzo dei funghi quali agenti disinquinanti del suolo (risananti del suolo) - alcuni sono infatti capaci di degradare diossine e metalli pesanti - o il loro impiego in campo medico: le ciclosporine, tra i principali agenti terapeutici impiegati per bloccare il rigetto nei trapianti, altro non sono che molecole derivate da alcuni funghi. Sono questi alcuni spunti di riflessione che dimostrano che la "Natura, spesso, ha la soluzione", e la sfida dei nostri tempi è quella di coglierla, attraverso la conoscenza e la ricerca, aprendo nuovi orizzonti impensabili fino a qualche anno fa.

Alla conoscenza e divulgazione del regno dei funghi è dedicato il lavoro, su tutto il territorio italiano, di importanti Associazioni Micologiche che riuniscono ricercatori, studiosi e appassionati del settore, impegnati nella fondamentale divulgazione dello studio dei funghi al grande pubblico.

In Piemonte abbiamo contattato l'Associazione AMP (Associazione Micologica Piemontese) che ha sede presso il Parco naturale La Mandria nel Comune di Venaria Reale (To). Antonio Risolo, vice presidente dell'AMP con Iolanda Armand Ugon e Giovanni Manavella, soci AMP e divulgatori scientifici, oltre a indicarci le nuove frontiere di ricerca sviluppate attorno ai funghi, hanno accettato di rispondere ad alcune domande con l'augurio di far riflettere e ripensare i funghi sotto una prospettiva diversa da quella cui siamo abituati.

La passata stagione autunnale sembra essere stata molto produttiva, qual'è il consuntivo?

L'autunno 2022 verrà ricordato come uno dei migliori per la quantità di funghi trovata ma la stagione propizia si è limitata al solo tardo autunno. I porcini sono comparsi sia a quote basse (castagno e querce) sia a quote più elevate (abete bianco e faggio) ma l'avvio della stagione non ha favorito la crescita di nessuna specie fungina. L'assenza di piogge primaverili che si è prolungata durante tutta l'estate, abbinata a temperature oltremodo calde, ha reso impossibile la fruttificazione di qualsivoglia fungo. I funghi necessitano di umidità e di caldo durante l'arco della giornata, intercalato a notti più fresche, cosa che non è avvenuta. In effetti, non solo i funghi hanno sofferto di questo cambiamento climatico ma gli alberi stessi hanno dovuto fronteggiare elementi del tutto nuovi. Molti hanno perso le foglie già nel mese di agosto! Tuttavia questo stress e l'arrivo di temperature più fresche, abbinate ad alcuni temporali, hanno fatto sì che fin dal mese di ottobre ci sia stata un'esplosione di crescite fungine. In questo caso non ci riferiamo solamente a quelle tradizionalmente raccolte per uso culinario (porcini, reali, cantarelli) ma a tutta una serie di specie che non si vedevano da anni. L'anomalia della stagione, leggibile anche dagli alberi che hanno perso le foglie molto tardi (a fine novembre in alcuni casi), ha prolungato inoltre la fruttificazione, fino a dicembre, delle specie più piccole e maggiormente resistenti al freddo.

Quanti funghi esistono e quanto nascondono?

Si stima che sul nostro pianeta esistano più di 1,5 milioni di specie, forse anche 5 milioni secondo alcuni scienziati. Il fungo non si limita alla parte aerea effimera che vediamo nei boschi o nei prati ma è ben di più: la vera "pianta" del fungo si trova sotto i nostri piedi, ben nascosta nel terreno. E' composta da una serie di finissimi filamenti microscopici (detti "ife") che formano un reticolo chiamato "micelio". Quando umidità e temperatura dell'ambiente sono ottimali il micelio si addensa dando origine a una parte aerea visibile e temporanea, una struttura riproduttiva che non è altro che il fungo che ben conosciamo. La sua funzione primaria è quella di disperdere i minuscoli e invisibili semi: le spore. Il micelio può essere paragonato alla pianta di un melo mentre il fungo che raccogliamo è l'equivalente della mela.

Sono pianta o animale?

Né l'uno né l'altro. I funghi sono degli esseri viventi con caratteristiche morfologiche e biologiche così peculiari che gli scienziati hanno deciso di creare per loro un regno a parte: il regno dei funghi, molto più vicino al regno animale che non a quello vegetale.

Quale habitat per i funghi?

Il bosco è l'habitat classico per la maggior parte dei funghi e, a seconda degli alberi, può ospitare differenti specie fungine. Ma non solo, anche le diverse aree del bosco stesso ospitano funghi differenti. All'interno del bosco si trovano le specie legate ai tronchi morti e ai vecchi alberi, ma anche quelle che amano una lettiera di foglie abbastanza spessa. Al margine del bosco si trovano quelle che ricercano la vicinanza degli alberi ma anche la luce del sole, quali boleti, amanite, russule. Sui sentieri e i margini del bosco si trovano specie che prediligono il fresco e la terra nuda.

Come si nutrono?

I funghi contano sugli altri organismi per potersi nutrire ed esistono tre gruppi di funghi. I funghi saprotrofi, che sono in grado di degradare le parti morte di piante quali foglie, legno caduto a terra, lettiera (basti pensare che senza di essi saremmo sommersi dai residui vegetali), di altri funghi, persino di colonizzare gli escrementi animali trasformando il tutto in prezioso humus e contribuendo in questo modo alla crescita delle piante. Il secondo gruppo è quello dei funghi parassiti: si nutrono a scapito di un altro essere vivente provocandone spesso la morte. Il micelio di alcuni funghi vive sulle radici o all'interno del tronco degli alberi. Nel primo caso producendo marciumi radicali, e nel secondo caso, degradando le componenti del legno (lignina e cellulosa), nuociono alla solidità del suo ospite provocandone infine lo schianto. Eliminando gli individui più deboli o malati contribuiscono tuttavia all'equilibrio degli ecosistemi. Infine vi sono i funghi simbionti, che instaurano un rapporto mutualistico con un partner (generalmente una pianta) al fine di ottenere un vantaggio reciproco. Nel caso del rapporto fungo/pianta questa relazione prende il nome di simbiosi micorrizica.

Cosa sono esattamente le micorrize?

Le micorrize rappresentano in sostanza una grande ragnatela ossia un "web" sotterraneo della natura. Numerose infatti sono le specie di funghi che si associano alle radici delle piante e instaurano una simbiosi micorrizica che dura per tutta la vita della pianta ospite: si stima che il 90% delle piante adotti questa strategia di simbiosi. I filamenti del micelio dei funghi si uniscono alle radichette per formare un gigantesco reticolo sotterraneo. Il fungo, incapace di sintetizzare gli zuccheri dall'ambiente, li attinge direttamente dalla pianta fornendole in cambio acqua e sali minerali (azoto e fosforo) necessari alla sua crescita. La rete di micelio consente inoltre una maggiore ritenzione d'acqua permettendo all'albero di sopravvivere in tempo di siccità e di crescere più velocemente oltreché di aumentarne, tramite il micelio stesso, l'ampiezza radicale. Il fungo inoltre protegge la pianta da agenti patogeni o parassiti. L'aspetto più straordinario di questa grande rete sotterranea è che collega tutti gli alberi presenti in un bosco permettendone scambi metabolici da un capo all'altro rendendo un bosco pieno di funghi, un bosco sano. Da qui si comprende come spezzare o distruggere i funghi magari perché si ritengono tossici o perché non si conosco è un comportamento dannoso.

Quali consigli per la raccolta?

E' buona norma raccogliere esemplari freschi e in buono stato, sempre interi, staccando il fungo dal terreno mediante una torsione con la mano; adagiali in un cesto aerato per contribuire alla dispersione delle spore ed evitare contenitori di plastica (proibiti dalla legge) dove i funghi, anche quelli commestibili, possono facilmente deteriorarsi e provocare in tal modo gravi intossicazioni. Opportuna una pulizia grossolana del fungo sul posto in modo da eliminare la terra superflua non perché gli scarti possano produrre altri funghi nel tempo ma per evitare che possa sporcare gli altri esemplari presenti nel cesto. Dopo la raccolta i funghi vanno cucinati il più velocemente possibile evitando di lasciarli in frigorifero per parecchi giorni. I funghi vanno consumati ben cotti, solo pochissime specie possono essere mangiate crude tra cui l'ovulo buono ma non il classico porcino. Per evitare intossicazioni, a volte fatali come la cronaca racconta ogni anno, è opportuno far esaminare tutti gli esemplari raccolti dai micologi del dipartimento di prevenzione delle ASL di zona che sono a disposizione gratuitamente per la corretta determinazione delle specie raccolte.

Quali i riferimenti e le principali attività della vostra Associazione?

La nostra Associazione AMP è rintracciabile tramite il sito internet mentre la nostra sede è ospitata all'interno del Parco Regionale "La Mandria" presso la Cascina "Brero" (via Scodeggio a Venaria Reale). L'AMP organizza ogni anno interessanti mostre con esemplari di funghi freschi in diversi comuni del territorio. Propone uscite guidate il sabato pomeriggio, chiamate "Il sabato dei funghi", all'interno del Parco ed è sempre disponibile ad incontrare giovani e scolaresche. Per i propri iscritti organizza corsi con lezioni teoriche abbinate alle uscite micologiche sul campo per neofiti e non, e molte serate di conferenze. Sempre per gli associati, all'argomento funghi è affiancato un corso primaverile dedicato alla conoscenza, commestibilità e uso in cucina, delle erbe spontanee. L'ubicazione all'interno del Parco favorisce la collaborazione con accompagnatori naturalistici dell'Associazione Arnica e con i guardiaparco per lo sviluppo di progetti sulla biodiversità (funghi lignivori, funghi parassiti, insetti xilofagi, autostrada delle api, ecc.) e per il monitoraggio delle specie fungine presenti per una miglior tutela. Al pari di quanto avviene per le specie botaniche, vengono stilate delle liste rosse: sono presenti funghi che stanno regredendo e altri che si stanno espandendo, tra le cause non solo il cambiamento climatico; anche la gestione forestale influisce sulla crescita di determinate specie a scapito di altre. Un regolare taglio forestale che espone il suolo alla luce del sole può far scomparire una moltitudine di specie amanti dell'ombra e favorire invece quelle amanti della luce. Un bosco lasciato senza l'intervento dell'uomo dove i tronchi degli alberi caduti vengono lasciati al suolo, favorirà tutta una serie di funghi decompositori del legno. Altre specie poi trovano agio in ambienti che stanno diventando termofili (amanti del caldo): è il caso del Pisolithus arhizus, fungo prettamente di ambiente mediterraneo che sta colonizzando piano piano anche le nostre zone. Come per le piante anche per nei funghi si individuano specie alloctone: ad esempio il Clathrus archeri, strano fungo dalla forma e dal colore che ricorda una stella marina arrivato in Europa alla fine dell'Ottocento dalla lontana Australia le cui spore si trovavano nella lana delle pecore importata nel continente europeo. In questi ultimi anni ha allargato il proprio areale tanto che lo si può comunemente vedere anche all'interno del Parco della Mandria.