Stampa questa pagina

Antartide, il clima che cambia

A partire dai suoi studi, condotti in Antartide, la scienziata Elena Joli ci spiega cause e conseguenze del cambiamento climatico in atto, la cui causa ultima siamo tutti noi con le nostre attività quotidiane.

  • Nadia Faure
  • Dicembre 2022
  • Lunedì, 12 Dicembre 2022
Immagine Pixabay Immagine Pixabay

Elena Joli è una delle voci femminili della Scienza, è fisica teorica e ha studiato i buchi neri all'Università di Bologna e all'École Normale Supérieure di Parigi, conseguendo anche un Master in Comunicazione della scienza alla SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste. Conosce l'importanza dei termini, delle immagini e della divulgazione e si chiede quali parole usare per pensare alla Terra e a Madre Natura attribuendole il vero significato che essa ha, ossia di unica comunità e unica alleanza tra esseri viventi e non viventi, dove la nostra specie è legata necessariamente a tutte le altre.

Nel febbraio del 2018 Elena prende parte alla missione scientifica Homeward Bound, iniziativa australiana, in due basi dell'Antartide, con un progetto dedicato all'emergenza climatica e ai rischi del riscaldamento globale con l'ulteriore intento di dare altresì visibilità al ruolo della donna scienziata, ancora poco rappresentata nel mondo della scienza.

Raccontando la sua esperienza in Antartide, Elena porta l'attenzione sulla storia degli studi sul clima avviati nel 1896 dal fisico e chimico svedese Svante Arrhenius, primo scienziato a misurare l'incidenza della CO2 sul clima costruendo il primo modello climatico globale.

Secondo lo scienziato svedese i cambiamenti sarebbero dovuti essere lentissimi e cominciare non prima di 3mila anni. Dopo appena un secolo, in realtà, siamo già in piena emergenza climatica con una probabilità, ormai certa, compresa tra il 99% e il 100%, che il riscaldamento globale osservato sia conseguenza delle attività umane. Le cause sono l'utilizzo dei combustibili fossili, le pratiche di agricoltura e di allevamento intensive e la deforestazione, come attestano i rapporti di valutazione annuali dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l'organizzazione internazionale che raccoglie e valida i principali studi scientifici sul clima.

L'uomo è un "agente geologico" che trasforma cioè il Pianeta. Per arrestare il processo dobbiamo essere capaci di immaginarne uno migliore nella sempre maggior consapevolezza che noi e le nostre attività impattiamo e influenziamo il benessere e la salute della Terra.

Il video è visibile su Youtube a questo link