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La scuola che forma i professionisti dell'ambiente

La Scuola forestale di Ormea offre ai giovani che amano la natura e il proprio territorio l'opportunità di lavorare nei più svariati settori dell'ambiente.

  • Alessandro Paolini
  • Aprile 2020
Martedì, 12 Maggio 2020
Studenti al lavoro nella vigna  - Foto archivio scuola forestale Studenti al lavoro nella vigna - Foto archivio scuola forestale

Per i giovani che vogliano intraprendere un percorso di studi finalizzato al lavoro, diventare tecnici o professionisti in attività legate alla montagna e - più in generale - all'ambiente, può essere una prospettiva interessante.

Da diversi anni assistiamo a un ritorno generalizzato alla natura, che si manifesta anche con la riscoperta dei lavori tradizionali o con nuove professioni "green".

Gestire superfici boschive a protezione del territorio o per la produzione di legname, occuparsi di manutenzione e tutela dell'ambiente, realizzare e gestire aree verdi, parchi e giardini urbani, intervenire nei processi produttivi rendendoli sostenibili per l'ambiente, progettare interventi naturalistici e silvicolturali: sono soltanto alcune attività che presuppongono una solida formazione teorica e un apprendistato "sul campo". Si tratta di occupazioni impegnative, a volte anche sotto il profilo fisico, che possono però restituire una dimensione lavorativa più umana, in un rinnovato contatto con la natura. Anche per questo, quindi, non sono appannaggio dei soli uomini ma sono sempre più "gettonate" dal mondo femminile.

Un'eccellenza didattica piemontese

Trentacinque anni fa nasceva a Ormea, in un angolo della provincia di Cuneo ai confini con la Liguria, la Scuola Forestale.

Una location non casuale per un istituto che forma professionisti della natura: ci troviamo nelle Alpi marittime, e più precisamente nelle settore delle Alpi Liguri, a circa 700 metri di altitudine e in un contesto naturalistico peculiare. A due passi dal paese, infatti, si entra nel territorio del Parco naturale del Marguareis, un'area inserita nelle "Alpi del Mediterraneo" che intendono conseguire il titolo di Patrimonio mondiale dell'Umanità UNESCO.

La scuola, che ha sede nell'edificio di un elegante "Grand'Hotel" ottocentesco, è parte dell'Istituto di Istruzione superiore "Baruffi" di Ceva. Nello stesso edificio si trova anche un ufficio dell'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime.

"Dopo il 2010, anno della riforma Gelmini, in una quindicina di istituti tecnici in tutta Italia sono nati indirizzi di gestione delle risorse forestali e montane" spiega Piero Bologna, docente." Ma la scuola di Ormea, che esiste dal 1985, è unica nel suo genere in Piemonte, e a livello nazionale di scuole forestali 'storiche' se ne contano soltanto altre tre"

I corsi di studio ad Ormea sono essenzialmente due. Al 3° anno si consegue la qualifica regionale di "Operatore agricolo con indirizzo in Silvicoltura e Salvaguardia dell'ambiente" con cui si può lavorare alle dipendenze di enti pubblici, cooperative e aziende di servizi, oppure in modo autonomo nei settori del recupero ambientale, della pianificazione e gestione dei boschi e delle aree verdi. Dopo la riforma degli istituti professionali chi invece conclude il percorso di cinque anni consegue il diploma in "Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane" che apre le porte alla libera professione (con l'iscrizione all'Albo professionale degli agrotecnici) e consente di partecipare a concorsi pubblici, lavorare presso Enti Parco, cooperative di settore oppure di proseguire gli studi universitari.

"La scuola ha stipulato nel tempo convenzioni e collaborazioni con l'Università degli Studi di Torino, i Parchi ed altri Enti ed Associazioni - spiega l'insegnante Raffaella Zerbetto - ed offre ai suoi studenti seminari e approfondimenti sull'ambiente forestale e montano, su flora, fauna e alpeggi, studi sulle valanghe, monitoraggio ambientale di aria ed acque, rilevamenti sulle frane e progetti di recupero territoriale, monitoraggio meteorologico, corsi per conseguire il Certificato di competenza EFESC nell'uso della motosega, partecipazione a cantieri forestali e realizzazione di opere di ingegneristica ambientale, attività di ripristino dei sentieri di montagna, collaborazioni alla realizzazione di corsi con attestato di tree-climbing e per pilotare i droni, visite ad aziende 4.0, meeting con le altre scuole forestali italiane ed altro ancora".

La riscoperta di antichi frutti e delle lavorazioni agricole tradizionali

Uno dei punti di forza della scuola è quella di abbinare alla preparazione teorica le opportunità pratiche di lavoro, sia con l'alternanza scuola-lavoro, che impegna i ragazzi in tirocini presso aziende ed enti (anche all'estero, con il Progetto Erasmus plus "Forest4life") sia grazie alle attività svolte nell'ambito dell'azienda agraria dell'istituto.

"La scuola può contare su alcuni terreni concessi in uso da proprietari privati o da enti, che consentono agli studenti di 'cimentarsi' in coltivazioni e produzioni" prosegue Piero Bologna. "Abbiamo recuperato alcuni meleti abbandonati delle qualità Renetta, Carla, Rossa Valtanaro e Limonin, che producono 16 quintali di mele all'anno, che trasformiamo in circa 800 litri di succo. Inoltre abbiamo ripristinato due vigneti, di cui uno vecchio di settant'anni, che producono uve di vitigno Ormeasco, lo stesso che in provincia di Imperia dà origine a vini rinomati come l'omonimo 'Ormeasco' e lo 'Sciac-trà'. Noi produciamo 800 bottiglie all'anno del nostro "Saraceno", una nuova denominazione che abbiamo dovuto adottare in quanto i vigneti si trovano al di fuori del territorio ricompreso nella DOC. Da circa un anno in frazione Valdarmella stiamo curando un castagneto, anche questo abbandonato, e il raccolto verrà destinato all'essiccazione. La Scuola conduce anche un piccolo apiario, con alcune famiglie di ape ligustica, da cui si ottiene la produzione di circa 100 kg di miele di tiglio e castagno, lavorato e confezionato all'interno della scuola nel locale di smielatura autorizzato dall'ASL competente. Infine coltiviamo anche piante forestali, ornamentali e officinali presso il vivaio forestale della Casa di riposo 'R.Merlino'. Per quanto riguarda i nostri prodotti commercializzati, si tratta soprattutto di produzioni a fini didattici che vendiamo solo nell'ambito della scuola o in occasione di fiere e mercati, anche come veicolo promozionale della scuola. L'importante è che i ragazzi imparino le tecniche di coltivazione e anche di ripristino: alcuni ex studenti provenienti dalla Liguria hanno recuperato antichi oliveti sulle colline dell'entroterra che oggi sono di nuovo produttivi".

L'esperienza di chi "ce l'ha fatta"

Ma quali sono concretamente gli sbocchi lavorativi dopo un percorso di studi come quello offerto dalla Scuola forestale di Ormea?

Tra gli ex studenti scopriamo che ci sono oggi diversi imprenditori agricoli, che hanno intrapreso nuove attività o lavorano nell'azienda di famiglia. Altri sono diventati operai forestali della Regione Piemonte e svolgono l'importantissimo compito di manutenere la rete sentieristica regionale. C'è poi chi svolge perizie forestali per conto di aziende o enti di controllo e chi è entrato nell'ex Guardia forestale dello Stato, gli attuali carabinieri forestali.

Fra i più fortunati c'è Erik Rolando, che è diventato guardiaparco, una professione molto ambita tra gli studenti, e che abbiamo intervistato 

Come sei diventato quardiaparco? 

"Nel 1993, tramite concorso, sono stato assunto dal Parco Alta Valle Pesio e Tanaro. Attualmente svolgo l'attività di guardiaparco per alcune delle aree gestite dall'Ente Alpi marittime. Tra le mie funzioni, oltre a quelle di vigilanza, c'è anche quella di tecnico nivologico, che svolgo d'inverno nel Parco del Marguareis, e quella di sorveglianza e controllo degli alpeggi, d'estate nel Parco delle Marittime".

Puoi spiegare meglio in cosa consistono questi compiti?

"La sorveglianza degli alpeggi comporta un controllo dei contratti dei conduttori, della documentazione sanitaria degli animali e delle condizioni generali delle strutture d'alpeggio. Inoltre verifichiamo che il numero degli animali che pascolano sia adeguato perché un 'carico' del bestiame eccessivo o l'assenza di pascolamento possono compromettere gli alpeggi. Controlliamo anche che non vengano abbandonati animali morti, sia per ragioni sanitarie sia per scongiurare che vengano successivamente utilizzati da malintenzionati come veicoli di esche avvelenate per i predatori: si tratta di una funzione che si ricollega anche al "Progetto Lupo" cui il mio Ente partecipa. Infine svolgiamo funzioni di polizia giudiziaria e amministrativa, verificando anche i requisiti che gli allevatori devono avere per ricevere i contributi europei.

Com'è cambiato il vostro lavoro in questo periodo di emergenza per il corona virus?

"L'attività di vigilanza non è più svolta in coppia, come d'abitudine, ma giriamo da soli, coprendo zone diverse e controllando anche che non ci siano assembramenti di persone, soprattutto nelle giornate festive; per il resto, chi può, svolge il telelavoro da casa."

Il tuo consiglio agli studenti che stanno per diplomarsi?

"Il diploma scolastico è importante ma da solo non basta. Occorre darsi da fare, professionalizzarsi ulteriormente con corsi, stages, e avere pazienza perché gli sbocchi ci sono e sono interessanti ma non è più possibile, dopo la scuola, sedersi ed aspettare che arrivi il lavoro dei nostri sogni"

Qual è secondo te la "marcia in più" della scuola forestale di Ormea?

"Sicuramente l'offerta formativa che offre un ventaglio di conoscenze davvero ampio ma anche la dedizione e preparazione dei docenti che vivono la loro professione non come un lavoro ma come una passione"

Per approfondimenti:

Pagina Facebook della Scuola forestale di Ormea

Sito internet dell'Istituto di Istruzione superiore "Baruffi" di Ceva 

Canale YouTubeScuola Forestale Ormea