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Cronache minime dalla natura domestica

(Ri)scoperte di flora e di fauna nei prati intorno a casa, tra notazioni naturalistiche, ricordi dei tempi andati e....una gara di fotografia!

  • Alessandro Paolini
  • Aprile 2020
Martedì, 28 Aprile 2020
 Foto P. Piatti Foto P. Piatti

In questo periodo di restrizioni l'abitare fuori città, una condizione che di norma mi impone disagevoli spostamenti verso Torino centro, si rivela al contrario una situazione di privilegio. Mi basta infatti spostarmi di pochi passi da casa, al di là del ristretto angolo di giardino di cui sono titolare, per costeggiare campi, prati e boschetti di pioppi, acacie e biancospini sotto cui fanno bella mostra di sé tappeti di pervinche viola (Vinca minor) e anemoni bianchi (Anemone nemorosa). La quotidiana passeggiata con mia figlia (Vittoria, di nove anni) diventa così occasione di esplorazione della flora e fauna "della porta accanto" che di norma trascuriamo, considerandola a torto banale e noiosa. Con l'ausilio di una qualsiasi App di riconoscimento botanico per cellulare (io uso "Flora incognita" e mi trovo abbastanza bene, pur nei ragionevoli limiti di queste applicazioni) incremento giorno dopo giorno la mia modesta conoscenza naturalistica con qualche scoperta curiosa che mi riporta ricordi del passato.

Ricette dal passato

Qualche giorno fa, Vittoria e io abbiamo visto due uomini accoccolati in un prato, intenti a raccogliere, con l'aiuto di un coltellino, qualcosa con cui riempivano intere borse di nylon. Al ritorno ho visto che i due se ne erano andati e sono andato a controllare: mi sono trovato in un prato di piccole ortiche e mi è tornato allora in mente quando, da ragazzino, le raccoglievo con mio padre insieme ai "grataciöve" (nel dialetto del mio paese in provincia di Cuneo) che qui chiamano girasoli e altro non sono che il tarassaco o dente di leone. Il bottino di queste raccolte, consegnato a mia madre che lo completava con uova sode, serviva alla realizzazione di gustose insalate primaverili. Più tardi siamo tornati con mia figlia nello stesso prato a raccogliere le ortiche di taglia più piccola (e quindi non ancora pungenti) che a cena sono diventate un'ottima frittata verde.

Nello stesso prato avevo notato un'altra pianta della mia gioventù, l'"erba brusca" o acetosa (Rumex acetosa), una pianta commestibile le cui foglie contengono vitamina C e ferro, e di cui io e i miei amici da ragazzi masticavamo lo stelo dal sapore acidulo, d'estate, trovandolo dissetante e rinfrescante.

Piante a ...chilometri zero

In piena estate, negli stessi prati, sarà facile trovare le spighe verdi di cui non conosco il nome botanico ma che per noi bambini erano i "peruperu muntasù e cala cala mai pi giù": si infilavano nei polsini delle camicie o sotto la maglietta e dopo un po' uscivano dal colletto, camminando all'interno dei nostri vestiti mentre noi scarpinavamo sui sentieri fra i campi.

La strada che percorro quotidianamente con mia figlia è fiancheggiato dai fiori bianchi del biancospino e da quelli gialli del crespino comune. Il biancospino (Crataegus monogyna) appartiene alla famiglia delle rose ed è conosciuto anche come la pianta del cuore perché foglie e fiori contengono sostanze antiossidanti che contrastano i radicali liberi, utili nella prevenzione di malattie cardiovascolari e per combattere il colesterolo. Ha proprietà cardiotoniche e anche rilassanti: è utile nell'ipertensione e favorisce il sonno. Il crespino (Berberis vulgaris) deve il suo nome scientifico al greco Berberi, che significa conchiglia, per via delle forma dei petali. Ha anch'esso proprietà farmaceutiche e produce bacche rosse dalla forma allungata che sono ricche di vitamina C e in altri Paesi, come in Russia e in Iran, vengono utilizzate per produrre bevande gassate e succhi ma anche impiegate per insaporire i piatti di carne.

Zoologia domestica

Grazie alle nostre restrizioni, e alla quiete che ne deriva, gli animali del luogo si stanno riappropriando dei loro spazi e allora mi capita d'incontrare lungo il (breve) cammino che ci è consentito minilepri, scoiattoli grigi (frequenti a Torino ma qui in campagna più rari), caprioli, volpi, bisce e proprio qualche giorno, fa anche una talpa e un toporagno morti a bordo strada. Proprio le talpe stanno dilagando, soprattutto nel sottosuolo dei giardinetti pubblici e dei parchi, chiusi al "traffico" umano, con scavi che su scala ben più ridotta ricordano quelli di una linea metropolitana e conseguente formazione dei caratteristici mucchietti di terra polverosa all'esterno. In passato, altri buchi, di proporzioni ben più generose, ho visto un po' più distanti da casa mia, tra i boschi della collina morenica ai confini di Villarbasse, Rosta e Reano: sono le entrate e le uscite di servizio delle tane dei tassi, utilizzate anche da altri mustelidi e animaletti vari. L'incontro più bello di questi giorni è stato però quello con una salamandra pezzata gialla e nera che non vedevo da tempo e che sono riuscito a non spaventare e a fare immortalare in foto. E' un animale che in passato veniva considerato magico per le sue presunte capacità di resistere al fuoco. In queste giornate quasi estive dall'aria tersa (anche per la diminuzione dell'inquinamento umano) è frequente veder volare, signore incontrastate dell'aria, le gazze bianche e nere (Pica pica), dallo sgradevole verso simile a un allarme elettronico. Da una rapida ricerca sul web apprendo trattarsi di uccelli intelligentissimi che, se ammaestrati, sono in grado di riprodurre la voce umana come i pappagalli e, addirittura, di contribuire alla ricerca dei...tartufi!! Possono anche diventare aggressivi e si cibano perfino di carne: se trovano la carcassa di un animale morto richiamano con il loro verso uccelli più grandi, anche rapaci, perché con il loro becco intacchino la pelle dell'animale, permettendo loro di nutrirsene.

Post scriptum

La vigilia di Pasqua, in occasione della nostra passeggiata, mia figlia mi ha lanciato una sfida fotografica. Alcuni degli scatti, realizzati con lo smartphone, sono nella galleria in fondo a questo articolo. I più belli...sono ovviamente i suoi!