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Alla ricerca di cibi genuini nella Valle del Po

Qual è il modo più semplice e più elementare di viaggiare? Mangiare e praticare la cucina di un paese dove si viaggia! Ce lo racconta il regista Mario Soldati primo nel primo reportage enogastronomico della storia della televisione italiana. Dodici puntate, dalle sorgenti del Po al Faro di Punta Maestra nel Delta. Le prime cinque in Piemonte.

  • Laura Succi
  • Febbraio 2020
  • Martedì, 28 Gennaio 2020
Lungo il Fiume Po | Foto arc. Aree protette Po vercellese alessandrino Lungo il Fiume Po | Foto arc. Aree protette Po vercellese alessandrino

Una goduria. Mario Soldati aveva una grazia tutta sua nel modo di raccontare e negli occhi la luce dell'intelligenza. Era divertente, acuto, ironico, creativo; studia per tre anni all'Istituto d'Arte di Roma, e si vede. 
Classe 1906, è stato uno scrittore, un giornalista, un regista, uno sceneggiatore e un autore televisivo. Visse per lunghi anni a Roma ma la sua Torino gli restò sempre nel cuore. Nell'inverno tra il 1957 e il 1958 firma il primo reportage enogastronomico della storia della televisione italiana. Dodici puntate, dalle sorgenti del Po al Faro di Punta Maestra nel Delta. Le prime cinque in Piemonte.

"Ho avuto l'idea di questo viaggio molto semplicemente - spiega in uno degli episodi - pensando al fiume che attraversa la città dove sono nato, Torino. Quando il tempo è bello, il paesaggio intorno alla città è meraviglioso. Si vede tutta la cerchia delle Alpi, ma una montagna spicca fra tutte, specialmente al tramonto; si vede molto bene in controluce, non perché sia la più alta ma è perché è isolata, il Monviso. Il Po nasce dal Monviso. Il nostro fiume più lungo, più bello, più caro". Così Soldati apre il suo viaggio nella Valle del Po.

"Viaggiare è conoscere luoghi, genti e paesi" questa è la sua visione. "E qual è il modo più semplice e più elementare di viaggiare? Mangiare e praticare la cucina di un paese dove si viaggia, nella cucina c'è tutto, la natura del luogo, il clima, quindi l'agricoltura, la pastorizia, la caccia, la pesca. E nel modo di cucinare c'è la storia, la civiltà di un popolo. L'uomo come ha avuto la prima idea di viaggiare? Ma l'ha avuta molto probabilmente mentre lui stava fermo e guardava qualcosa che si muoveva, che viaggiava, che andava, per esempio le nuvole del cielo, gli uccelli che migrano, un fiume che scorreva".

 

 

 

L'antropologia del Viaggio

Del Viaggio se ne dirà che è un documento di importanza antropologica, che racconta l'Italia agli italiani da poco usciti dalla guerra, descrive le tradizioni di un tempo, nel momento del grande cambiamento, da un'agricoltura antica all'industria: sempre meno buoi e più trattori. Ma Soldati proprio non riesce a capacitarsi di tutte quelle macchine e di quelle nuove fabbriche, lo dice in faccia al proprietario di uno stabilimento, le chiama astronavi, con quell'ammasso di tubi luccicanti.

Il suo percorso è ondivago proprio come l'acqua del Po: Soldati dichiara fin da subito che non sarà né sistematico né esauriente "Della gastronomia chi vuol vedere tutto vede niente, questa è la verità". La sua regola è anche il gusto personale, gli piacciono poco i dolci e lo zucchero e non abbonderà: non si soffermerà sul cioccolato di Torino. Molte volte si trova contrario alla stagione: "Non ho potuto far vedere la vendemmia perché ero in giro in febbraio e in marzo quando non si vendemmia e così ho trascurato di far vedere altre cose come i famosi, squisiti, peperoni di Carmagnola, che dicono sono i migliori del mondo ". Per rimediare però pregò l'amico Richelmy (Agostino) di portargli un po' di quei peperoni negli studi televisivi di Roma.

Soldati Intervista con una disarmante leggerezza contesse, pescatori, agricoltori, negozianti, industriali, viticoltori, ristoratori. Imprescindibile la parodia esilarante che ne fecero Vianello e Tognazzi.

 

Cita Il Cambio di Torino, il ristorante dove andava a mangiare Cavour, enormi specchi e stucchi dorati ovunque, ancora oggi è così. E poi La Giaconera a Villarfocchiardo, dove accompagna i telespettatori alla ricerca del tempo passato che ha conosciuto una ventina di anni prima dovendo girare una scena del film Piccolo mondo antico. "Venni a Villarfocchiardo, frazione Comba, c'era Alida Valli, Massimo Serato, il povero Molteni e girammo la scena del ballo nei castagni; poi verso l'una e mezza, le due del pomeriggio siamo andati a far colazione in questo ristorante". Ritorna così dopo tanti anni con tutta la troupe, di soppiatto, senza avere avvertito il Signor Cattaneo, il proprietario, per mangiare un supremo pollo al babi, cotto su carbone di legna di maggiociondolo.

Il racconto enograstronomico

Del Piemonte racconta le carni del cuneese, i vermut, i risi, i tartufi, le trote del Monviso, i peperoni, i cardi e i grandi vini. E al centro della zona dei vini c'è Canelli: "Canelli e La Morra, paesi del Monferrato e delle Langhe. Io come torinese non ero mai stato a Canelli e anche le Langhe le conoscevo molto male. Quando in occasione di questo viaggio sono entrato per la prima volta a Canelli mi è sembrato di averlo già visto, lo conoscevo già, e questo perché... perché l'avevo già letto nelle opere di Cesare Pavese".

Seguendo il corso del Po il regista si trasferisce nelle risaie del Vercellese, all'azienda agricola la Veneria di Vercelli, dove fu girato Riso Amaro. "Mi spieghi dottor Furno... cosa ho mangiato ieri sera? Mi è sembrato di mangiare riso con insalata...". Furno gli spiega che è riso selvatico al quale viene tolta solo la prima veste (delle tre che ricoprono il chicco) e tante altre cose.

Al ponte di Crescentino, dove il Po è già abbastanza grande, parla con i pescatori, c'è anche Cecco della Montagna: suo padre aveva una voce grossa che lo sentivano fino in montagna. In quei dintorni si ferma a mangiare l'anguilla alla Trattoria delle Alpi, da una cuoca che vezzosamente si rifiuta di rivelarne la ricetta.

Soldati magnifica il vitello da coscia di Carrù e di Fossano e i mercati del bestiame aperti dalle quattro di mattina, famosi anche oggi. Il Re è il "'vitel da fasun', dal francese façon, cioè vitello aggiustato, arrangiato" dice "una carne formidabile, sono vitelli che mangiano addirittura perfino 5 o 6 uova al giorno".

Racconta la fonduta con il tartufo che per ogni piemontese ha qualcosa , come dire, di poetico. E non può mancare nella sua carrellata "un cibo strano, unico e caratteristico" come dice lui, da mangiare con il famoso cardo - i cardi del signor Oreste di Andezeno, sulla collina torinese, che si seminano a fine aprile, si raccolgono ad agosto e poi si coprono di terra per farli diventare bianchi e croccanti - "la bagna cauda", cioè un intingolo caldo che si prepara così: con burro, olio di oliva, aglio sminuzzato col coltello e acciughe sotto sale.

Alla fine del viaggio Soldati svela la sua morale: "Qualche volta ho mangiato a casa di miliardari e ho mangiato male mentre a casa di povera gente ho mangiato magnificamente. Un po' di pane abbrustolito con dell'olio e una sfregata di aglio, il segreto della buona cucina è tutto qui, sta nella semplicità e nella genuinità dell'alimento e delle cose che lo compongono. La buona cucina è uguale per tutti".

Nel 2007, quasi 50 anni dopo, 180 studenti dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo hanno ripercorso le orme di Soldati con il Viaggio nella Valle del Po alla riscoperta Grande fiume, un itinerario in bicicletta e in barca che prende atto delle trasformazioni del paesaggio e delle culture alimentari. Una delle tappe di quel viaggio fu Cascina Le Vallere, a Moncalieri, allora sede Parco Fluviale del Po Torinese: il gusto si trova anche nei parchi naturali.

Per saperne di più

Tutte le puntate si trovano su Raiplay e molto altro materiale è visionabile liberamente prendendo contatto con le Teche Rai di Via Verdi 32, archivi di tutto quanto è stato trasmesso dalla TV e dalla radio e dei loro repertori.

Informazioni: http://www.teche.rai.it/chi-siamo-2/

 

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