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Traiettorie di sostenibilità in Piemonte

Le città del Piemonte sono più sostenibili che in passato e anche la qualità delle acque dei fiumi e dei laghi è migliorata: lo dice la Relazione sullo Stato dell'Ambiente 2021 che, oltre ai punti di forza della nostra Regione, ne fotografa anche le debolezze per poter programmare una ripartenza all'insegna della sostenibilità ambientale.

  • Alessandro Paolini
  • Giugno 2021
  • Lunedì, 21 Giugno 2021
Foto Pixabay Foto Pixabay

SDGs, chi sono costoro?

Nel settembre 2015 più di 150 leader internazionali si riunivano al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite, a New York, per approvare un documento destinato a cambiare le nostre vite. Si tratta dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, i cui elementi essenziali sono 17 obiettivi (i cosiddetti SDGs, appunto, dall'acronimo inglese Sustainable Development Goals) e 169 sotto-obiettivi.

Target ambientali, economici e sociali, che riguardano tutte le dimensioni della nostra vita e il cui aspetto principale è rappresentato dalla loro interdisciplinarietà. Questo significa che se non si raggiunge anche uno solo dei 17 goals, automaticamente non si raggiungono neppure gli altri sedici.

Ottenere dei risultati nel giro di quindici anni non è una impresa facile. Ma una precedente esperienza fondata su target globali prefissati, vale a dire gli Obiettivi per lo sviluppo del Millennio adottati nel 2000, hanno dimostrato che è un metodo che funziona migliorando le vite di milioni di persone.

Tutti i Paesi firmatari dell'Agenda 2030 hanno perciò elaborato strategie di attuazione, che sono state declinate a livello territoriale. Il Piemonte, come le altre regioni italiane, si è dotato di una Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile che si avvale di un importante strumento che fornisce le conoscenze da cui partire per intraprendere il cammino indicato dall'Agenda 2030 dell'ONU: si tratta della Relazione sullo stato dell'ambiente.

La Relazione sullo stato dell'ambiente 2021

"I dati sono fondamentali perché occorre prima capire per poter poi impostare le politiche per la ripartenza. Le nuova economia, l'ambiente e la qualità della vita, il benessere e la ripresa economica devono infatti necessariamente passare per la via della sostenibilità". E' quanto ha detto il Vice Presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso in occasione del seminario "Traiettorie di sviluppo sostenibile: dati, scenari e idee per un nuovo Piemonte" tenutosi lo scorso 10 giugno, in cui sono state presentate al pubblico la bozza della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS) e il Position Paper 2021 che indica il posizionamento del Piemonte nel raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030, in base agli indicatori definiti a livello nazionale

L'evento, trasmesso in diretta sul sito della Regione Piemonte e seguito da una media di oltre 150 persone, è stato l'occasione per presentare la Relazione sullo Stato dell'Ambiente 2021 e verrà seguito da altri appuntamenti di approfondimento e sensibilizzazione sul tema dello sviluppo sostenibile (contraddistinti dal tag #vettoridisostenibilità) tra cui "una giornata di approfondimento che si terrà il 30 giugno e cui parteciperà il Ministro per la Transizione ecologica Cingolani" come ha ricordato l'Assessore regionale all'Ambiente, Innovazione e Ricerca Matteo Marnati.

"La nostra Regione, nell'elaborare la Strategia, ha pensato particolarmente alle persone e, soprattutto, ai giovani, che sono coloro che maggiormente beneficieranno del cambio di rotta che si sta programmando oggi. Per questo è stato ascoltato il territorio, raccogliendo le opinioni e le richieste della gente comune. Le maggiori aspettative riguardano la transizione tecnologica, la semplificazione burocratica, gli investimenti in ricerca e sviluppo ma anche la resilienza e valorizzazione del territorio, la qualificazione professionale, la cultura e la prevenzione sanitaria, il lavoro delle donne, l'attenzione alle fasce deboli come gli anziani, il contrasto all'abbandono scolastico" ha osservato Paola Casagrande, Responsabile della Direzione Coordinamento politiche e Fondi europei, ricordando inoltre come i giovani, in occasione di un evento a loro dedicato (con oltre 400 ragazzi coinvolti), abbiano chiesto in particolare trasporti più efficienti e maggiori occasioni di formazione e cultura. Presto verrà organizzato un altro appuntamento per coinvolgerli: una giornata in rete con tavoli di lavoro virtuali contemporanei ed un focus specifico sulla sostenibilità.

Per Stefania Crotta, Direttrice regionale dell'Ambiente, Energia e Territorio, "la strategia per lo sviluppo sostenibile della Regione Piemonte che stiamo predisponendo oggi guarda al futuro ed il paradigma da seguire è stato identificato nel passaggio dall'attuale modello di economia lineare ad un'economia circolare, in cui le risorse non vengono consumate ma riutilizzate". E alla domanda su come integrare i giovani nella Pubblica Amministrazione, ha ricordato che si è appena conclusa una procedura di assunzione di giovani nati tra il 1987 e il 1995 e che altre ne seguiranno.

"L'entrata delle nuove generazioni nell'amministrazione pubblica è fondamentale per le politiche che stiamo mettendo in campo perché ci permette di non essere autoreferenziali. Un altro aiuto essenziale per consentirci di pensare 'out of the box' sono i partenariati. Oltre a quelli già avviati con IRES e ARPA, abbiamo instaurato quello con la Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile, nata nel 2015, che ha fra le sue finalità quelle di approfondire i temi della sostenibilità, fornire occasioni di formazione e seminare best practices" ha concluso Crotta.

Dopo un anno e mezzo particolarmente difficile, un messaggio di ottimismo è venuto dal Presidente di IRES Piemonte, Michele Rosboch: "Il Piemonte ha dato grande prova di forza e di solidarietà – ha detto – e questo è importante perché ci dà la fiducia per attuare in futuro uno sviluppo sostenibile in termini di ambiente, società ed economia"

Adattamento e resilienza sono state le parole d'ordine di questi ultimi mesi e Angelo Robotto, Direttore generale di ARPA Piemonte, ha ricordato come il suo ente ne abbia fatto tesoro, avviando nei mesi più duri della pandemia una linea di produzione di gel disinfettante e realizzando a La Loggia, in provincia di Torino, un nuovissimo laboratorio di virologia ambientale, dotato di moderne tecniche e metodiche per scoprire e studiare la presenza di virus nell'aria e nell'acqua.

 

Piemonte, una regione in chiaroscuro

La RSA dal 2011 viene redatta in collaborazione tra Regione Piemonte e Arpa e riporta in modo schematico tutte le informazioni grazie alle quali è possibile capire qual'è lo stato di salute dell'ambiente e quali sono le politiche regionali messe in campo. Tutte le relazioni fin ad oggi realizzate sono pubblicate sul sito della Regione Piemonte, e liberamente consultabili e scaricabili da chiunque sia interessato.

La Relazione è un portale suddiviso in quattro grandi macroaree ambientali: clima, aria, acqua e territorio. Ogni macroarea contiene e affronta una serie di temi, approfondendoli sotto quattro aspetti: stato, fattori, impatti e risposte.

Ma come ci posizioniamo rispetto alle altre regioni italiane nel perseguimento degli obiettivi posti dall'Agenda 2030? Ce lo dice il "Position Paper".

Nel 2020 il Piemonte era al 5° posto nel ranking nazionale, benchè fanalino di coda rispetto alle regioni del Nord Italia: si posizionava infatti dopo il Trentino Alto Adige (1° posto), la Valle d'Aosta, la Lombardia e l'Emilia Romagna.

Nel 2021 è invece sceso all'8° posto, superato da Marche, Toscana e Veneto.

Ha migliorato la sua posizione rispetto all'anno precedente per quanto riguarda la sostenibilità delle sue città (passando dal 5° al 4° posto) e nella gestione delle acque superficiali (dal 4° al 3° posto). In particolare è positiva la qualità ecologica dei nostri fiumi e laghi, grazie ad una bassa presenza di inquinanti e all'elevata biodiversità che contraddistingue il 53% dei siti esaminati (a fronte del 42% nazionale).

Al contrario i dati relativi all'innovazione e alla pacificità sociale sono in peggioramento (in entrambi siamo passati dal 3° al 6 °posto in Italia) e lo stesso dicasi per la sostenibilità della produzione agricola (dal 4° al 20° e ultimo posto) Quest'ultimo dato però, come ha spiegato Fiorenzo Ferlaino dell'IRES, sconta il cambio dell'indicatore utilizzato, che è ora "la quota di superficie agricola utilizzata investita da coltivazioni biologiche certificate" che da noi è la più bassa a livello nazionale. Siamo messi male (al 15° posto) anche rispetto all'obiettivo "ecosistema terrestre" che considera la quota di aree protette (in Piemonte al di sotto della media italiana) e l'alta impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale.

Tra i dati critici permane quello della qualità dell'aria. Le concentrazioni delle polveri più sottili in atmosfera (il famigerato PM 2,5) tra il 2011 e il 2020 hanno fatto registrare in realtà una generale tendenza alla diminuzione, ma pesa il dato del 2017 quando furono registrati numerosi sforamenti dei valori limite a Torino ed Alessandria, in presenza però di condizioni climatiche avverse (scarsa piovosità e siccità, favorevoli all'accumulo degli inquinanti).

Altro discorso per gli ossidi di azoto (Nox), fattore di inquinamento atmosferico che deriva, oltre che dal trasporto stradale e dal riscaldamento, anche dai processi produttivi e dall'agricoltura, e i cui livelli si sono molto abbassati durante il periodo di lockdown, così come quelli del rumore, a causa della diminuzione del traffico veicolare e aereo, come dimostra l'interessante video "I suoni che (ci) mancano" realizzato da ARPA Piemonte.

In conclusione, il quadro che emerge quest'anno può sembrare negativo perché vede passare la nostra regione dal 5° all'8° posto nazionale. Il "Position Paper" osserva però che non è possibile confrontare oggettivamente le due posizioni a causa del cambiamento di alcuni degli indicatori scelti a livello nazionale: alcuni parametri relativi all'ambiente e al lavoro sono stati adottati al posto di quelli attinenti all'istruzione, alle politiche e al welfare, aree in cui la nostra regione è tradizionalmente forte, il che è all'origine della perdita di tre posti nella classifica nazionale. L'analisi di posizionamento indica chiaramente le grandi sfide che attendono il Piemonte nei prossimi anni: per una completa transizione sostenibile dovranno svolgere un ruolo centrale le politiche energetiche, agricole, territoriali e quelle rivolte ai giovani, sia sul fronte formativo che su quello dell'orientamento al lavoro.

Per saperne di più

- La Relazione 2021 e le relazioni degli anni precedenti (a partire dal 2014) sono consultabili sul sito della Regione Piemonte 

- Le Relazioni dal 2001 al 2014 sono consultabili sul sito di ARPA Piemonte

- L'Agenda ONU 2030 e i 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile

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