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Sostenibilità: il futuro è adesso

Sostenibilità: il futuro è adesso
State of the World 2010 - Trasformare la cultura del consumo del Worldwatch Institute, a cura di Gianfranco Bologna, ed. Ambiente (t. 02.45487277 ) € 24.

  • Emanuela Celona
  • Gennaio febbraio 2011
  • Giovedì, 22 Maggio 2014

"Tutti nasciamo nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle". Non sappiamo a chi pensasse Oscar Wilde quando scrisse queste parole, ma è indubbio che i bambini siano portati naturalmente a guardare in alto, perché più degli adulti riescono a imparare divertendosi. Ai più piccini è dedicata la questo volumetto che mescola ricerca e fantasia. La storia inizia così: nel corso di una vacanza in campagna la piccola Gaia scopre il fascino delle costellazioni, la differenza fra equinozio e solstizio, impara l'origine di nomi misteriosi come Sirio, Pegaso e Orione... È tenace il legame che in questo libro amalgama scienza, storia e letteratura, fa sognare i bambini, e insegna loro come le stelle del cielo parlano a noi terrestri. Il volume, sostenuto dall'Agenzia Spaziale Italiana, vuol far conoscere ai più giovani l'importanza della missione Gaia (acronimo di Global Astrometric interferometer for astrophysics), il satellite che verrà lanciato nello spazio nella primavera 2012, con il compito di effettuare rilevamenti astrometrici di estrema precisione. Gaia catalogherà circa un miliardo di stelle e sfruttando la luminosità di quelle visibili a grandi distanze, disegnerà una mappa tridimensionale della porzione della Galassia. Il libro è un mini-manuuale divulgativo, comunica concetti astronomici con termini facilmente comprensibili, ma si sviluppa sul filo fantastico e accattivante del racconto: "La Galassia che cos'è? - chiese Gaia. E nonno Mario le spiegò...".
È stato presentato anche in Piemonte il Rapporto mondiale sullo stato dell'ambiente, curato dal Worldwatch Institute, il più autorevole centro di studi interdisciplinari sui trend ambientali del nostro pianeta, e pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente a cura di Gianfranco Bologna. Nell'annunciare la presentazione del volume un blog scriveva: "Si prospetta diverso pubblico presente all'iniziativa". Il libro però è stato presentato in una nota libreria torinese a un pubblico indubbiamente interessato, ma poco numeroso. Perché c'è scarso interesse per le questioni ambientali? Lo abbiamo chiesto a Erik Assadourian - ricercatore senior del Worldwatch Institute e direttore del progetto State of the World e a Vanda Bonardo, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta. "Probabilmente se oggi avessimo presentato un episodio della saga di TwiLight - afferma Erik Assadourian - ci sarebbe stata più gente. Il problema della divulgazione ambientale è trovare storie in grado di catturare l'attenzione delle persone. La storia di Avatar è un buon esempio di intreccio ambientalista ed eco-centrico e sicuramente ha avuto un impatto maggiore rispetto a molti classici documentari". Trovare storie interessanti non è facile, eppure ce ne sono. "Basterebbe raccontare, ad esempio, i dati citati nel volume che descrivono una situazione piuttosto sconfortante per il nostro pianeta, per il quale sembrerebbe essere già scoccata la mezzanotte. Se pensiamo che nel lontano Ottocento gli scienziati cominciarono ad annunciare gli effetti dei cambiamenti climatici e che già nel 1972 sono stati lanciati i primi allarmi di "bomba demografica", non possiamo dire che l'intera umanità non fosse "avvisata". Ammonimenti che, purtroppo, non hanno avuto doverosa considerazione, tant'è che il nostro pianeta oggi scarseggia di risorse, mentre la popolazione mondiale dovrebbe essere destinata a crescere fino al 2040, per poi avere finalmente un periodo di stasi. Ma l'aumento demografico non è il solo responsabile del consumo di risorse". Cosa è possibile fare per avere una più equa distribuzione delle risorse? Il libro suggerisce maggiore attenzione a nuovi stili di vita, soprattutto in questa epoca di transizione. Confrontiamo due dati: mentre un americano consuma 88 kg di risorse al giorno e un europeo circa 42 kg, almeno 1 miliardo della popolazione mondiale è invece costretta sotto il minimo fabbisogno giornaliero di risorse. Ed è una situazione insostenibile che potrà essere corretta nel momento in cui cambieranno, a livello mondiale, gli stili di vita e di consumo. Oggi è considerato normale misurare la propria "felicità", o meglio il proprio status sociale, in base al numero di vestiti acquistati (75 capi in media in un anno per ogni cittadino americano), al tipo di automobile guidata (più è grande, più ci consideriamo soddisfatti), al numero di viaggi fatti e a quanti paesi lontani abbiamo visitato. Sono norme culturali destinate a cambiare. Gli attori sociali del nostro tempo hanno il compito di proporre messaggi nuovi, orientati a una maggiore sostenibilità come stile di vita. Il mito della crescita legato a una vita felice è finito. Viviamo in una cultura del consumo da oltre cento anni e all'inizio ci siamo adattati con fatica anche a questo: "Quando dopo la crisi del '29 i media americani hanno propinato una cultura del consumo, decantando la meraviglia degli oggetti usa e getta, non è stato immediato adattarsi", dice Erik Assadourian, mentre Vanda Bonardo afferma: "Oggi tocca cambiare direzione, e ci sono già esempi positivi da citare. Prendiamo il cambiamento delle norme alimentari già messo in opera nelle scuole italiane: nelle mense scolastiche non troviamo più cibo spazzatura, ma alimenti biologici o di filiera corta, come accade d'abitudine a Roma. E non è sicuramente l'unico caso. In questa fase di transizione, il messaggio della sostenibilità come nuovo stile di vita sta già passando e trovando applicazione: sarà indubbiamente un processo lungo e complesso ma l'unico a garantire la sopravvivenza al nostro pianeta. E quando sarà "passato", eventi come la presentazione di un volume così importante potranno contare su un folto pubblico, da far invidia all'episodio mille di Twe Light (!)".

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