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Il Piemonte dice NO all'eliski nei parchi

Nuove norme della Regione sulle aree sciabili. Obiettivo: conciliare tutela dell'ambiente e attività economiche in montagna

 

  • Stefano Cariani
  • Febbraio 2017
  • Mercoledì, 8 Febbraio 2017
 Pixabay Pixabay

La Regione Piemonte ha approvato una nuova norma che regola la pratica dell'eliski. D'ora in poi l'utilizzo degli elicotteri come mezzo di risalita per lo sci fuoripista o per il freeride non sarà più consentito nelle Aree Naturali Protette e all'interno della Rete Natura 2000. Precedentemente l'attività era possibile, benché soggetta a valutazione di incidenza.

Con la modifica alla legge regionale 2/2009, l'eliski non viene vietato in tutto il Piemonte, ma a seguito delle sollecitazioni degli operatori interessati e dei territori coinvolti, viene regolamentato con l'obiettivo di conciliare la tutela dell'ambiente con le ricadute economiche di una pratica sportiva di richiamo crescente.

Spesso associato esclusivamente alla stagione invernale, l'utilizzo degli elicotteri in quota è diventato uno strumento utilizzato anche d'estate dagli amanti del freeride: per questo motivo, la normativa regionale non punta solo a regolamentare l'eliski, ma offre un nuovo quadro normativo innovativo relativo alle "aree sciabili", la cui identificazione porta a conseguenze relative anche alla fruizione estiva estivo. Novità anche su alcuni aspetti urbanistici e paesaggistici: nelle "aree sciabili" è vietata ogni nuova costruzione e le attività edilizie sono limitate al recupero e alla valorizzazione degli edifici già esistenti.

Dal punto di vista della tutela della biodiversità, la norma assume un valore molto importante: l'individuazione delle aree naturali protette e della Rete Natura 2000 risponde a criteri tecnico-scientifici molto precisi volti alla tutela di habitat di specie altrimenti esposte al degrado del territorio. Il potenziale impatto ambientale dell'eliski non è compatibile con la tutela della flora e della fauna alpina: l'inquinamento atmosferico e acustico si aggiunge al consumo di suolo delle attività stesse e delle strutture ad esse collegate. Se è possibile scendere a compromessi tra tutela ambientale e attività umane in aree già vocate al turismo, ciò non è possibile nelle aree protette perché il prezzo da pagare in termini di incidenza sugli habitat sarebbe troppo elevato. E non solo: così come eliski e freeride vantano legittimamente un numero crescente di appassionati, a cui finalmente è arrivata una parola chiara di legittimità e vincolo, anche la fruizione turistica dei Parchi, intesi come scrigno di biodiversità, pace e silenzio, conosce una fase di crescita da non sottovalutarsi.

Si tratta di due fruizioni dell'ambiente e della montagna diverse, spesso contrastanti, ma entrambe legittime e finalmente inquadrate in un contesto normativo che tiene conto dell'una e dell'altra, con un occhio attento a chi in montagna vuole vivere e creare impresa, senza perdere di vista la biodiversità la cui tutela è fondamentale per tutti.

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