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Aletsch, il primo della classe

è il più grande delle Alpi, un fiume di ghiaccio nel cuore della Svizzera. Ogni anno lo visita, senza recar danno, un milione di persone

 

  • Pia bassi, Grazia Seregni
  • Venerdì, 3 Dicembre 2010
Il ghiacciaio dell’Aletsch, attualmente 23 chilometri di lunghezza, nel 2001 è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’umanità. È il ghiacciaio più grande delle Alpi; scende imponente dai quattromila dell’Oberland, nel cuore della Svizzera: Aletschorn 4195 m, Jungfrau 4158 m, Monch 4107 m e Fiescherhorn 4049 m. Ogni anno viene visitato da oltre un milione di persone provenienti da ogni parte del mondo: 750mila turisti dal versante di Interlaken con il trenino del Jungfraujoch (3454 m), 600mila dal lato del Vallese. Qui il turismo del futuro esiste già; la natura è sovrana e gli spostamenti si fanno a piedi o con i bus taxi elettrici. Chi vuole camminare trova 72 chilometri di sentieri tracciati e segnalati, in parte anche d’inverno. Turisti con problemi di deambulazione, anziani e bambini dispongono di facilitazioni: dalla strada panoramica e piana che unisce i due centri abitati di Riederalp e Bettmeralp, alle funivie, ai numerosi parchi giochi, ai sentieri delle “marmotte” e dei “nani”. Il museo di Villa Cassel, ex residenza privata, raggiungibile in trenta minuti a piedi dal centro di Riederalp, è ora un interessante Centro Pro-natura dove in un documentario l’aquila protagonista fa gli onori di casa fra i monti e accompagna in volo i visitatori sulle Alpi circostanti. Sono in corso studi per la reintroduzione di animali quali la lince e l’orso bruno, un tempo comuni come il cervo e il gallo cedrone. I volontari del Centro misurano l’andamento del ghiacciaio, che ha perso molto terreno negli ultimi anni. Sull’Eiswelt Betterhorn, da dove si domina il fiume gelato, si può rivivere in diorama la vita del ghiacciaio a partire dall’epoca dei mammuth, con alternanze di glaciazione e scioglimento. Nel 1862 la città di Briga era circondata da enormi blocchi di ghiaccio chiamati “rollybock”. Per rendersi conto dell’ambiente si può percorrere il sentiero che dalla stazione di Bettmerhorm raggiunge Riederfurka, 2075 m. Dalla cresta, altri sentieri ben segnalati scendono al ghiacciaio attraversando la secolare foresta di cembri, larici, pini e betulle. Attraversare la foresta in autunno è un’esperienza unica: il vento arpeggia fra le fronde degli alberi rossastri, con lo sfondo celeste del ghiaccio. Chi non soffre di vertigini può attraversare la fronte del ghiacciaio su un ponte tibetano lungo 124 metri, che collega le due sponde del fiume di ghiaccio da Riedfurka a Belalp. Le notti sull’altopiano sono silenziose e gli animali prendono possesso di boschi, prati, giardini e campi da golf. In autunno i cervi vanno in amore e si spostano da un prato all’altro inseguendo le femmine. I bramiti si diffondono per chilometri nelle valli ed echeggiano nella gola del ghiacciaio

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