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Andar per Geositi

Il dipartimento di Scienze della Terra di Torino, con l'Ecomuseo della Pietra e della calce di Visone, riscopre cinque località del Piemonte meridionale, unite da sentieri facilmente percorribili.

  • Erika Schierano e Claudia Pezzetti
  • Agosto/Settembre 2012
  • Venerdì, 31 Agosto 2012

Nell'estremo lembo meridionale del Piemonte, dove le colline monferrine si trasformano in Appennino, si trovano luoghi di interesse naturalistico ed escursionistico, tanto che alcuni sono stati proposti come geositi. Il progetto di tutela è nato per salvaguardare cinque località collegate da un circuito che si snoda tra i comuni di Visone, Grognardo, Morbello, Cassinelle e Ovada. Per spiegarne le particolarità, ne scopriremo insieme le caratteristiche geologiche e culturali. Cava Zanoletti La Cava Zanoletti (coordinate 44°39'42''N 8°29'46''E) si raggiunge seguendo la strada che dal centro storico di Visone conduce ad Acqui Terme. Uscendo dal paese, dopo un passaggio a livello, si svolta a sinistra e si prosegue lungo un sentiero non segnato. La cava è dismessa da circa trent'anni: qui si estraeva una pietra per produrre calce. Le rocce che costituiscono la cava hanno origine e natura diverse, e hanno registrato con precisione le variazioni della profondità del mare qui anticamente presente. Alla base della parete rocciosa si osservano rocce di colore grigio di argilla e carbonato, chiamate marne, risalenti a circa 20-30 milioni d'anni fa; al di sopra, si possono vedere delle rocce carbonatiche, di colore biancastro-giallo poco argillose, con età di circa 20 milioni di anni; i fossili sono abbondanti: tra i meglio conservati, ecco bivalvi, ricci di mare e alghe rosse corallinacee. Sopra queste si osservano le arenarie, risalenti a circa 18 milioni di anni fa, di colore verde scuro data l'eccezionale abbondanza di glauconite, un minerale ricco in ferro e alluminio che si forma in acque marine con profondità variabile tra 50 e i 500 metri. Una caratteristica singolare sono le bellissime vene riempite da cristalli di calcite. L'affioramento del Torrente Visone Il Torrente Visone (coordinate 44°38'34''N 8°30'09''E), a sud dell'omonimo paese, è raggiungibile parcheggiando lungo la strada che collega Visone a Grognardo (all'altezza di Case Gazzo), percorrendo un breve sentiero non segnato che scende nell'alveo. Qui, sull'altra sponda, è visibile la parete rocciosa che mostra i complessi rapporti geologici tra l'antico substrato metamorfico e le più recenti rocce sedimentarie. Le rocce metamorfiche sono riconoscibili dal colore verde scuro (per lo più situate al di sotto della superficie dell'acqua) e sono sormontate da blocchi di roccia di grandi dimensioni, deposti circa 30-33 milioni di anni fa e trasportati da forti correnti marine che, poco per volta, invadevano questo settore. Se si riesce ad attraversare il corso d'acqua e salire sulla roccia, in corrispondenza del livello biancastro un occhio attento potrebbe notare degli oggetti dalla forma insolita che richiama quella di un cervello: si tratta di colonie di coralli. La presenza dei coralli si spiega se si immagina quest'area, in tempi antichi, come una zona costiera dove a pochi metri di profondità vivevano tali colonie. Sopra il livello a coralli, si osservano le arenarie di tonalità variabile dal grigio-marrone (le parti sporgenti) al giallo (le parti rientranti), formate da sabbie che si accumulavano sul fondo di un mare caldo e ricco di vita. I ruderi del castello di Grognardo I ruderi del castello duecentesco di Grognardo (coordinate 44°37'36''N 8°29'18''E) sovrastano l'omonimo paese e sono raggiungibili percorrendo il sentiero segnato. Su questa piccola altura sorgeva il castello, posto in posizione di difesa del territorio, circoscritto e limitato da tre cinte murarie. Partendo dal paese e salendo lungo il sentiero segnato, è possibile osservare in successione l'affioramento di tre tipi di rocce differenti. All'inizio, rocce di colore rosso-marroncino: le serpentiniti. A seguire, quelle dal colore verde-marrone e caratterizzate da ciottoli di dimensioni centimetriche: si tratta dei conglomerati, depositati sul continente dai fiumi che qui scorrevano. Salendo, si incontrano delle arenarie ben stratificate, di colore giallo-marroncino formate da granuli di qualche millimetro. I ruderi del castello sorgono sulle arenarie, principale roccia usata per innalzarne le mura. Località Pianfolco Per giungere a Pianfolco (coordinate 44°35'48''N 8°29'58''E) si parcheggia presso Case Cherpione e si percorre il sentiero escursionistico Terre Bianche. Lungo quest'ultimo si osservano rocce di varia natura, a partire dalle arenarie di colore grigio-giallo, caratterizzate dalla presenza di piccoli bivalvi fossili: esse indicano che circa 32 milioni d'anni fa qui vi era un mare caldo e poco profondo. Proseguendo ci si inoltra nella vegetazione e, poco prima che il sentiero curvi per seguire il corso d'acqua, sono visibili sulla destra rocce diverse da quelle precedenti: hanno circa 33 milioni di anni e si sono formate prima che il mare invadesse questo settore. Quest'area era occupata da un lago alimentato da uno o più ruscelli, dove si deponevano le peliti e molti resti vegetali, ben visibili in affioramento. Durante le tempeste, i corsi d'acqua trasportavano sedimenti grossolani che, col tempo, si sono trasformati in roccia: i conglomerati e le arenarie. L'ultimo tratto di sentiero attraversa le serpentiniti, che si presentano all'occhio dell'escursionista molto fratturate e alterate, di colore rossastro-grigio: probabilmente costituivano le montagne che circondavano il Lago di Pianfolco. Da particolari orizzonti fossiliferi in prossimità di Case Cherpione, raggiungibili seguendo la strada che da Morbello conduce a Ciglione, provengono i resti fossili di granchi ottimamente conservati e di notevole interesse scientifico, poiché qui sono state descritte per la prima volta nuove specie. Gli orizzonti fossiliferi, oggi non più visibili, erano costituiti da peliti di colore grigio-azzurro; gli esemplari scoperti sono conservati al Museo Paleontologico Maini di Ovada e al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Un'altra particolarità di questo territorio è la grotta Tana di Morbello (coordinate 44°36'17''N 8°31'20''E) che si sviluppa nel sottosuolo della frazione Costa, raggiungibile dal paese o da Cassinelle. La grotta, nonostante la sua unicità e il suo valore ambientale, è lasciata in uno stato di degrado e abbandono: è soggetta a frane ed è divenuta, purtroppo, una discarica di rifiuti. Località Serralunga La località Serralunga (coordinate 44°35'38''N 8°33'52''E) è raggiungibile percorrendo la strada che da Cassinelle conduce verso Case Amione; si può parcheggiare fuori dal paese e percorrere a piedi questo tratto. Qui è stata riconosciuta e descritta per la prima volta una nuova specie di fossile: Nummulites fichteli. La morfologia singolare visibile lungo il versante si mostra come una scalinata irregolare ed è il risultato della cementazione e dell'erosione differenziata dei sedimenti. Grazie all'azione combinata di questi due processi si originano strati più duri che si alternano a strati più teneri. Il versante è formato prevalentemente da arenarie mentre, verso l'alto, si osservano le marne, rocce più erodibili, che generano un pendio più dolce. Le arenarie mostrano un abbondante contenuto fossilifero nel quale si riconoscono gusci di bivalvi, gasteropodi, frammenti di ricci di mare, alghe rosse corallinacee, coralli e nummuliti. Tra i bivalvi, ve ne sono di curiosi: le teredini, che perforano i legni dove scavano gallerie, poi rivestite da tubi calcarei all'interno dei quali abita il mollusco. Queste rocce si sono formate circa 31-33 milioni d'anni fa, quando l'area era occupata da un ambiente marino poco profondo (50-100 m). Verso l'alto le arenarie sono sormontate da uno strato ricco di fossili (bivalvi e coralli) formatosi in seguito a un innalzamento del livello del mare. Circa 28-30 milioni d'anni fa, infine, si instaurò un ambiente marino più profondo dove si deponevano le marne. Il Museo paleontologico Maini Collocato nell'ex chiesa trecentesca di Sant'Antonio di Ovada, sconsacrata nel 1840, esso è dedicato a Giulio Maini, appassionato naturalista che deve la sua notorietà alla scoperta del crostaceo fossile Calappilia mainii. È gestito dall'Associazione Calappilia, che organizza e promuove attività e ospita una collezione di fossili risalenti a varie ere geologiche. Sono visibili gli affascinanti granchi fossili di Case Cherpione e di Ciglione, mentre da Cassinelle provengono resti di coralli e ricci di mare; dal Torrente Visone e dalla località Serralunga si osservano resti fossili di gasteropodi e di bivalvi.

GLOSSARIO Arenaria: roccia sedimentaria costituita da granuli di sabbia, di colore variabile. Alghe rosse corallinacee: piante acquatiche marine dal corpo ramificato, con pareti impregnate di calcare. Calcite: minerale costituito da carbonato di calcio, incolore se puro, colorato in presenza di impurità. Carbonatiche, rocce: roccia sedimentaria originata dall'accumulo di minerali e/o organismi carbonatici. Conglomerato: roccia sedimentaria costituita da ciottoli legati da un cemento sabbioso. Geosito: beni geologici-geomorfologici di un territorio intesi come elementi di pregio scientifico e ambientale del paesaggio. Glauconite: minerale di colore verde costituito da ferro, alluminio e potassio. Magmatiche, rocce: formate dalla solidificazione di magmi e sostanze volatili (acqua, CO2, ecc.). Marna: roccia sedimentaria costituita da carbonato e argilla, di colore variabile. Metamorfiche, rocce: formate dalla trasformazione di altre rocce grazie a processi chimico-fisici. Nummuliti: organismi marini unicellulari a guscio calcareo, attualmente viventi in fondali marini tropicali poco profondi. Peliti: rocce sedimentarie a grana molto fine simili alle argille. Sedimentarie, rocce: originate da frammenti di altre rocce o da resti vegetali e/o animali, oppure dall'accumulo di materiali solidi di origine chimica. Serpentiniti: rocce metamorfiche generate dalla trasformazione di rocce magmatiche in ambienti ricchi di acqua, in condizioni di pressione e temperatura elevate. Vena: frattura della roccia caratterizzata da riempimenti minerali.
Info: Museo Paleontologico Maini, via Sant'Antonio, 17, Ovada (AL); Tel. 0143-822815; www.museopaleontologicomaini.it

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