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Aumenta la tecnologia, diminusice la nostra umanità?

  • Carlo Grande
  • novembre 2012
  • Mercoledì, 7 Novembre 2012

Fateci caso: quando vogliono prenderci per i fondelli cominciano sempre manipolando i termini. Un bell'esempio è il recente concetto di "realtà diminuita" o "aumentata", cioè l'arrivo di nuovi software in grado di cancellare da un filmato persone o oggetti e sostituirli con altri. Non crederemo più nemmeno a quello che vediamo in diretta o nei filmati di youtube. Danno fastidio i barboni nel centro storico? Cancelliamoli e al posto mettiamo una ventina di fighetti, sarà più piacevole. Qualche potente viene sorpreso con le dita nel naso o nella marmellata? Sostituiamolo con uno squatter, uno "brutto, sporco e cattivo" sarà più plausibile. Lo faranno computer e algoritmi, il confine tra reale e virtuale sarà sempre più evanescente, non parliamo del concetto di natura. Beninteso: ingrandire, elaborare, rendere più nitidi gli oggetti o rimuovere parti dello scenario potrebbe essere utilissimo a chi ha patologie o problemi di vista, oppure ai chirurghi che stanno operando. Ma siamo sicuri che le nuove tecnologie verranno usate solo a fini pacifici, sociali? La ricerca bellica diede un impulso decisivo all'energia nucleare e all'industria aeronautica... Alcuni grandissimi figli di algoritmo (omaggio alla realtà "aumentata") non personalizzeranno la realtà a loro uso e consumo, fedeli al comandamento "Non avrai altro Dio che il tuo Iban"? Certo che sì! Lo faranno eccome, se glielo permetteremo. Un bel click e via. Come certe notizie, che spariscono dai giornali o scendono in un colonnino. O altre enfatizzate. Realtà diminuita e realtà aumentata, si dice ampollosamente. Ne ha scritto Evgeny Morozov sul Corriere della Sera. Prima si chiamavano omissioni o bugie, simulazioni e dissimulazioni. Mio figlio non comunica un brutto voto (realtà diminuita) e falsifica la mia firma sul diario (realtà aumentata). I nuovi apprendisti stregoni aggiungono e tolgono bit. Invece di farci vedere cosa succede nella centrale nucleare di Fukushima (ne sentiremo ancora delle belle) i soliti giapponesi con videocamere e proiettori aiutano i cuochi con frecce e luci in cucina, proiettando un coltello virtuale sul branzino per dire: "taglia il pesce qui". Aumenta la tecnologia, diminuisce l'umanità. Un futuro per superdotati tecnologici e minorati mentali ed emotivi. Il taylorismo, la logica dell'efficienza a tutti i costi contro la creatività. Troppa tecnologia soffoca l'estro, l'ansia di essere perfetti è devastante. Fatica, sfide e ostacoli aiutano a vivere, a imparare. L'in-sofferenza non fa crescere, narcotizza. Senza il buio profondo non esiste la luce delle stelle. Per questo, come dice Albanese, tanti sbiellano: «Mio nonno ha fatto il capannone piccolo, mio padre il capannone grande, io il capannone grandissimo. Mio figlio si droga. Ha capito che non riuscirà mai a fare un capannone più grande del mio. Ho provato ad aiutarlo con le sberle, niente. Ogni tanto viene nel capannone e mi guarda senza dire parola e io per fargli coraggio gli dico: "Manuel! Se tieni duro un giorno sarai proprio qui, dentro questo capannone di Eternit, seduto sulla tua sedia di compensato, con la tua bella scrivania di truciolato, con davanti questo bel blocco di fatture, il tuo bel timbro, il calendarietto, la statuina-barometro, sarai al posto del tuo papà!". Un quarto d'ora dopo era già a farsi una pera».

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