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Maggio, rose e libertà

Un mese magnifico ma che non è fatto solo di stelle e profumi: c'è anche un lato "oscuro"

Davvero l'esistenza è un equilibrio di opposti, di contraddizioni. Maggio è il mese delle rose, delle giornate sempre più lunghe, del desiderio di libertà e di gioia. Vorremmo starcene come un mirtillo sulla crostata, dimenticando che spesso la felicità sarà pure dietro l'angolo, ma le nostre vite girano in cerchio. Siamo come i gabbiani di Cardarelli: "Non so dove i gabbiani abbiano il nido,/ ove trovino pace./ Io son come loro,/ in perpetuo volo./ La vita la sfioro com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo./ E come forse anch'essi amo la quiete,/ la gran quiete marina,/ ma il mio destino è vivere/ balenando in burrasca".

E non parlo di gabbiani a caso: ci sono i gabbiani Jonathan Livingston e quelli di Svevo con il loro "appetito formidabile", ci sono quelli famelici di Roma che mangiano anche i pesci nelle fontane del Vaticano e in questo periodo ci sono i "goélands méchants", i "gabbiani cattivi" di Marsiglia, non in senso morale ma perché sono nervosi, difendono i nidi. Il candido simbolo di libertà, sullo Chateau d'If, l'isolotto davanti alla città che fu la fiabesca fortezza dove Dumas ambientò la prigionia del Conte di Montecristo e la sua memorabile fuga, diventa un potenziale pericolo, dicono i cartelli. Il luogo è magnifico, ma è anche una nursery di gabbiani che covano: ci sono nidi dappertutto e si rischia di calpestarli, sbucando nei mille anfratti della fortezza.

Dunque, anche maggio ha molte facce. Tra quelle più "dark" ci sono anche i cosiddetti "artisti della fuga", non sopraffini musicisti ma le blatte, che arrivano con i primi caldi. La questione sembra minima, ma riguarda tutti: "Siamo noi, siamo in tanti/ ci nascondiamo di notte...". Non sono i cattivi pensieri di Lucio Dalla in "Com'è profondo il mare", ma esseri minuscoli, cosmopoliti, onnivori, che fuggono la luce. La notte non si nascondono, anzi, camminano per casa a caccia di cibo. Sono gli scarafaggi, piccoli e negletti, troppo diffusi: la blattella germanica è fra i più noti, non disdegna elettrodomestici e forno a microonde, spremiagrumi, radio, impianti stereo e televisori. Le blattelle sono artisti della fuga, più abili di Johann Sebastian Bach: velocissimi, hanno imprevedibili strategie di "disimpegno", variazioni che nemmeno Glenn Gould... Pare scappino seguendo quattro traiettorie preferenziali, nessuna delle quali ovviamente porta verso il predatore: corrono ad angoli di circa 90, 120, 150 e 180 gradi.

Ci sono anche loro nelle "sere di maggio" (meravigliosa la canzone di Ivano Fossati cantata da Fiorella Mannoia), fra stelle, aria tiepida e bicchieri di vino che vorremmo condividere con una persona amata, con la famiglia, mentre i bambini dormono o giocano attorno.
E allora, misericordia copiosa e pazienza zen, in certi casi meglio deporre la volontà e impugnare i gel ecologici.

Maggio non profuma solo di rose, ha molte facce. Come la felicità.
Ho un amico che se dico "la gioia è avere una donna per mano" mi risponde che di mani ne abbiamo due...

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