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Scatti italiani al 'Wildlife Photographer of the Year'

C'è molta Italia nel Wildlife Photographer of the Year, il concorso britannico indetto dal Museo di Storia naturale di Londra che premia, ogni anno, i fotografi naturalisti migliori al mondo. Abbiamo scelto di raccontarvi gli scatti per noi più suggestivi

  • Emanuela Celona
  • Marzo 2017
  • Martedì, 14 Marzo 2017
Scatti italiani al 'Wildlife Photographer of the Year'

È la competizione più ambita dai fotografi naturalisti che, da tutto il mondo, inviano i loro scatti per mettere la natura in cornice e documentare la bellezza e la fragilità della natura.
Giunto alla sua cinquantaduesima rata, il Wildlife Photographer of the Year ha assunto nel tempo un'importanza 'istituzionale' per la Gran Bretagna e oggi è indetto dal Natural History Museum di Londra in collaborazione con il Bbc Wildlife Magazine.

Quest'anno sono numerosi gli italiani che si sono distinti nella competizione che risale al 1965, quando il BBC Wildlife Magazine era ancora denominato 'Animals' e quando il concorso contava soltanto tre categorie in concorso, con circa 500 partecipanti.
Da allora è diventato un evento di importanza mondiale per i fotografi naturalistici finché, nel 1984, il Museo di Storia naturale ha incominciato a patrocinare e promuovere la competizione, esattamente come avviene oggi.
Le migliaia di scatti che competono al Wildlife Photographer of the Year provengono da quasi 100 paesi di tutto il mondo che vengono esposti in una grande mostra al Museo di Londra per poi dare il via a un tour che gira le città internazionali più importanti.

In Italia, per l'edizione 2017, il Forte di Bard ospita in esclusiva l'anteprima della mostra che resterà aperta al pubblico fino al 4 giugno.
Cento le immagini esposte
che testimoniano il lato più affascinante del mondo animale e vegetale, spaziando da sorprendenti ritratti rubati ai più sublimi paesaggi del nostro pianeta.

Abbiamo già scritto del vincitore assoluto, il fotografo americano Tim Laman che con lo scatto "Vite intrecciate" ha immortalato un orangotango del Borneo che si arrampica sul tronco di un albero, come una fuga simbolica dalla distruzione della foresta pluviale indonesiana, suo habitat naturale. Così come dell'autore sedicenne vincitore della categoria giovani: è inglese, Gideon Knight, e ha catturato la silhouette di un corvo e del sicomoro su cui riposa.

Ma qui vogliamo proporvi quegli scatti che, forse, si vedono meno sulle pagine dei giornali ma che abbiamo apprezzato particolarmente.
Immagini spettacolari, esposte in mostra e scattate da alcuni dei molti nomi italiani che hanno partecipato alla competizione e che si sono distinti, portando in auge l'abilità dei fotografi naturalisti del nostro Paese. Anche le loro foto saranno in mostra in giro del globo, e noi siamo lieti di farle conoscere, dando il nostro piccolo contributo.

Si tratta di: Marco Colombo vincitore con "Piccolo Tesoro" nella categorie Rettili, anfibi e pesci; Valter Binotto vincitore con "La composizione del vento" nella categoria Piante e funghi e Stefano Baglioni, finalista nella stessa categoria e, infine, Walter Bassi che con il suo "Verme ipnotico" si è guadagnato il posto di finalista per la categoria Invertebrati. 

Ogni scatto che vedete ha una sua storia: abbiamo chiesto ai fotografi di raccontarcela. 

"Piccolo Tesoro" di Marco Colombo

La calura estiva della Sardegna aveva ridotto il fiume montano a una serie di piccole pozze ma avevo deciso comunque di entrare nell'acqua torbida. Il mio scopo era documentare l'elusiva testuggine palustre europea per il libro "I tesori del fiume". A dispetto della distribuzione ampia in Europa centrale e meridionale, molte popolazioni sono in declino, minacciate da inquinamento, perdita di habitat e introduzione di specie americane competitrici. Individui con grandi quantità di giallo nella livrea sono anche molto ricercati dai bracconieri per il commercio illegale. Quando un malfunzionamento dei flash mi ha impedito di utilizzarli... la sfida è stata mantenere inquadrata la testuggine mentre scivolava sul fondo tra i giochi di luci e ombre, sollevando nuvole di fango. E' stato essenziale per me trasmettere il senso del luogo. Per questo ho scelto una inquadratura larga, che includesse la drammaticità dei raggi di sole in caduta attraverso gli spazi della vegetazione della riva, per illuminare un ritratto d'atmosfera.

"La composizione del vento" di Valter Binotto

Il nocciolo fiorisce quando ancora è inverno, nelle giornate di sole i fiori maschili riuniti in amenti liberano il polline in enormi quantità. Basta una folata di vento perché il polline si disperda nell'ambiente nella speranza di posarsi su un fiore femminile.
In quei giorni di sole vedevo nuvole di polline liberarsi dai noccioli in fiore a ogni folata di vento e ho deciso di cercare di catturare quel momento. Per farlo ho cercato dei fiori illuminati in controluce e con lo sfondo scuro del del bosco.
Ho illuminato i fiori utilizzando un pannello riflettente e utilizzato un tempo abbastanza lungo per far risaltare il volo del polline.
Una folata di vento ha fatto il resto. Ho fatto molti scatti prima di trovare quello giusto, non è stato facile avere il fiore fermo usando tempi lunghi in mezzo al vento. le difficoltà maggiore è stata quella di riuscire ad avere il fiore femminile fermo mentre tutto è mosso dal vento. Per questo ho cercato un fiore che fosse su un rametto corto e vicino al tronco, più stabile rispetto agli altri amenti mossi dal vento.

'Verme ipnotico' di Walter Bassi

Noli, durante una immersione subacquea a circa 8 metri di profondità. Il soggetto della foto è uno spirografo (Sabella spallanzani), un animale che vive all'interno di un tubo calcare da lui prodotto e da cui fuorisce per filtrare l'acqua e nutrirsi.
È una foto provata varie volte per creare un'immagine dinamica che ipnotizzi l'osservatore: cercare di portare chi guarda a osservare il centro. Fissando la foto nella parte centrale per qualche secondo sembra quasi cominci a muoversi, creando un senso di ipnosi.
Nello stesso tempo, avevo il desiderio di far risaltare i vivaci colori di questo animale molto delicato, spesso poco considerato dai sub e dai fotosub in particolare, un animale molto bello ed elegante specialmente quando con un minimo di corrente incomimcia a muoversi, mimando una danza.

'Piccola stella' di Stefano Baglioni

Durante una spedizione di 15 giorni nel deserto di Chihuahua in Messico, ho trovato questa giovane pianta di Astrophitum tra i resti di agavi morte. Nel caldo torrido, ho cercato di incorniciare con attenzione il cactus tra i resti delle agave, le texture erano ricche di toni grazie alla luce morbida di quel momento creatasi grazie ad una rara conformazione nuvolosa.
Il deserto di Chihuahua è il più grande deserto del Nord America, ma un aumento della popolazione umana e l'uso improprio di acqua sta minacciando questo delicato ecosistema.

 

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