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Cuba, come imparare a tutelare l'Ambiente

L'esempio della Ciénaga de Zapata nel sud dell'isola caraibica.

  • Claudio Rolando, Gilberto Forneris
  • luglio 2012
  • Martedì, 24 Luglio 2012

"Lo Stato protegge l'ambiente e le risorse naturali del Paese. Ne riconosce lo stretto rapporto con lo sviluppo economico e sociale sostenibile al fine di rendere più razionale la vita dell'uomo ed assicurare la sopravvivenza, il benessere e la sicurezza delle generazioni presenti e future. E' compito degli organi competenti applicare questa politica. E' dovere dei cittadini contribuire alla protezione dell'acqua e dell'atmosfera, alla conservazione del suolo, della flora e fauna e di ogni utilizzo dell'ambiente". Articolo 27 della Costituzione della Repubblica di Cuba. Ma come vengono applicati questi principi? Sono solo "sani propositi" o trovano riscontro nella realtà? Emblematico è l'esempio della gestione dell'ambiente e dell'attività di educazione ambientale della Ciénaga de Zapata, 6000 chilometri quadrati all'estremo sud della provincia di Matanzas affacciati sul mar dei Caraibi, un nome che nei cubani evoca storia, natura e povertà. Una storia che dai primi insediamenti, risalenti ad almeno 4000 anni fa, trova segni di tutti i principali avvenimenti degli ultimi cinquecento anni, dalla pirateria allo schiavismo, fino all'epilogo del 17 aprile 1961 quando, alla Baia dei Porci, l'esercito cubano e la popolazione "cienaguera" scongiurarono il tentativo di invasione che avrebbe dovuto por fine alla rivoluzione castrista. Eppure questi corsi storici, pur così importanti, hanno toccato la Ciénaga quasi senza lasciare tracce permanenti, quasi fossero stati ospiti casuali e senza importanza dell'unico vero elemento che la caratterizza: l'ambiente. La Ciénaga de Zapata è una striscia di costa lunga 175 chilometri che si allarga nell'entroterra per decine di chilometri senza superare mai i 6 metri sul livello del mare. Una grande pianura composta da strati di origine marina, in cui dominano le rocce carbonatiche, caratterizzata da una grande variabilità ambientale cui corrispondono numerosi tipici ecosistemi. Dall'Herbazal, dove dominano le formazioni erbacee che occupano più di un terzo dell'area, fino alla Manigua costera caratterizzata da suoli poveri, aridi e all'Uveral, costituito da dune ricche di sale, si passa attraverso zone boscate, lagune salmastre o intermittenti e mangrovieti. Quest'area, la più vasta e meglio conservata del Caribe insulare, presenta una straordinaria ricchezza botanica e zoologica – entrambe peraltro ancora in parte da scoprire – idealmente simboleggiata dai tre famosi endemismi ornitologici scoperti dallo spagnolo Fermin Cervera nel 1962: la Ferminia (Ferminia cerverai), la Gallinella di Santo Tomàs (Cyanolimnas cerverai) e il Cabrerito della Ciénaga (Torreornis inexpectata inexpectata), tutti abitanti dei canneti palustri. Infine la povertà, un aspetto ben evidente se si considera che nei 4230 chilometri quadrati del Municipio della Ciénaga si contano meno di 9000 abitanti. Ciò nonostante, in ognuno dei 22 villaggi che lo compongono, oltre a un presidio medico si trova una scuola primaria. Fatto, quest'ultimo, importantissimo perché permette di elaborare e realizzare una strategia di conservazione dell'ambiente fondata sull'educazione e condivisa con la popolazione. Fino alla fine della dittatura di Batista, la scolarizzazione a Cuba era privilegio di pochi e specie nelle aree più emarginate, come la Ciénaga de Zapata appunto, l'analfabetismo raggiungeva percentuali elevatissime. In una tale situazione, a cui si abbinava un'estrema povertà, l'attenzione alla tutela dell'ambiente quasi non esisteva e l'unico approccio era mirato a soddisfare esclusivamente le esigenze personali. Con la rivoluzione castrista mutarono radicalmente le condizioni sociali, in particolare, come detto, nei campi sanitario e dell'istruzione. La scuola elementare divenne obbligatoria e col tempo, tra le materie, si iniziò anche a insegnare quella che noi definiamo ecologia. Ma a differenza dei nostri corsi, che utilizzano le uscite di campo quale compendio alla formazione teorica, in Ciénaga l'approccio è ben diverso. Qui tutti i ragazzi conoscono il territorio in cui vivono e ne hanno un'esperienza diretta e quotidiana. Perciò i docenti lavorano soprattutto per fornire agli studenti gli strumenti e gli spunti necessari perché possano elaborare le conoscenze che già possiedono, nonostante la carenza di risorse economiche. Un sistema che in breve ha dato ottimi risultati e, dalla metà degli anni '90, alle normali attività curriculari si sono affiancate iniziative didattiche extrascolastiche mirate proprio all'approfondimento della conoscenza dell'ambiente. Quasi sempre, l'opera di questi "docenti esterni" si organizza tramite Circoli associativi, come nel caso del Club de Naturaleza Los Tres Endémicos, sorto a Santo Tomàs, un villaggio di circa 120 abitanti nel cuore dalla Ciénaga. Pur rivolta principalmente agli allievi della scuola di Santo Tomàs, all'iniziativa, che ha preso il nome proprio dalle tre specie di uccelli endemiche sopra ricordate, aderiscono anche persone non più in età scolare e in genere chiunque manifesti il desiderio di conoscere e proteggere. Visitando il locale del Club, per prima cosa si trova un cartello che narra la storia di Daniel, un ragazzino che, grazie al Circulo de Interés ha radicalmente mutato il proprio atteggiamento nei confronti dell'ambiente diventando da distruttore a protettore della natura. L'esperienza didattica maturata a Santo Tomàs e in altre scuole della Ciénaga è stata oggetto di scambi formativi e culturali con alcune scuole italiane attraverso iniziative realizzate con la collaborazione tra il Parco dei Laghi di Avigliana, l'Università di Torino e il Parco della Cienaga de Zapata. Un'esperienza che, oltre allo scambio di esperienze didattiche, si è concretizzato nella pubblicazione di una guida naturalistica e di un video dal titolo Cuba e Piemonte: due realtà ed un unico fine, difendere l'ambiente. Ma nella Ciénaga de Zapata l'educazione ambientale non si rivolge solo alla scuola primaria e si impegna su più fronti, svolgendo parallelamente un'importante attività scientifica promossa e coordinata dal CITMA, organismo del Ministero della Scienza, Tecnologia e Ambiente. Cinque le più importanti iniziative, che coinvolgono in vario modo la popolazione locale. Il Centro di Riproduzione della Cotorra (Amazona leucocephala) è stato realizzato in collaborazione con le Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino e dell'Avana con lo scopo di ottenere la riproduzione in cattività della specie. E' stato così possibile avviare un programma di tutela delle popolazioni selvatiche preservandole dai prelievi illegali dei pulli in natura. Nel Giardino botanico, invece, lo studio della flora locale è particolarmente rivolto alle piante medicinali. In pochi anni sono già catalogate 140 specie di interesse medicinale, 38 delle quali sono utilizzate per la produzione di fitofarmaci. Un fatto particolarmente importante a Cuba dove ancora oggi, a causa dell'embargo, i farmaci di sintesi sono scarsi e poco reperibili. Altri due Centri si occupano di fauna. Il primo si interessa della riproduzione dell'ittiofauna indigena mentre un secondo opera per la conservazione e lo sviluppo del coccodrillo cubano (Crocodylus rombifer). Oltre a queste iniziative, all'organizzazione sul territorio di una rete di punti di informazione e all'opera del Centro per la gestione e il controllo ambientale, a Santo Tomàs è attiva anche una Stazione ecologica realizzata grazie alla collaborazione tra il Parco naturale dei Laghi di Avigliana, la facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, il Parco nazionale della Ciénaga de Zapata e il CITMA. La struttura è organizzata come punto di accoglienza per studiosi e studenti ai quali mette a disposizione logistica e strumenti per la ricerca. Naturalmente la tutela dell'ambiente non si limita alla sola azione di educazione rivolta alle scuole e si sviluppa anche mediante diverse altre forme che vanno dalla pianificazione urbanistica e territoriale, fino all'opera del parco nazionale. Un'articolazione complessa e vasta che, pur non trascurando la parte più propriamente scientifica, trova nel sistema educativo il principale punto di riferimento attraverso cui riesce a coinvolgere nella gestione sostenibile delle risorse del territorio non solo le scuole, ma l'intera popolazione.

La storia di Daniel Daniel Morejon Rodriguez era un bambino che, come molti altri, prima di iscriversi al Circulo de Interés Los Tres Endémicos di Santo Tomàs catturava e uccideva uccelli silvani. Raccontano i suoi amici della Scuola Primaria Claudio Arguelles Camejo che Daniel, come molti altri suoi compagni, abbandonò per sempre questa forma di divertimento quando gli insegnanti spiegarono loro l'importanza degli uccelli. Perciò all'inizio dell'aprile 1997, quando prese vita il Circulo de Interés, Daniel ad appena 9 anni fu il primo ad alzare la mano per aderire alla promessa di proteggere l'ambiente della Ciénaga e, come primo atto, consegnò la fionda perche venisse distrutta. Daniel promise allora a suo padre e ai suoi fratelli che, da quel giorno, avrebbe utilizzato i suoi occhi, le sue mani e la sua intelligenza per proteggere e impedire che altre persone irresponsabili potessero distruggere l'ambiente in cui viveva. Oggi Daniel non è più tra noi. Il 14 novembre 1997, un incidente domestico gli impedì per sempre di proseguire l'opera che aveva intrapreso con così forte determinazione. Perciò i ragazzi del Club "Los Tres Endémicos" seguiranno il suo esempio ricordandolo sempre.

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