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Alla scoperta degli animali delle Alpi del mare

Conoscere gli animali che vivono nelle aree protette e riconoscerne i segni del passaggio: questi gli obiettivi del corso sulla fauna alpina che si svolge a Entraque a cura delle Guide Parco della Cooperativa Montagne del Mare.

  • Pasquale De Vita
  • Gennaio 2023
  • Martedì, 24 Gennaio 2023
Sentiero innevato sulle Alpi Marittime  - Foto S. Rivelli Sentiero innevato sulle Alpi Marittime - Foto S. Rivelli

Dopo quella caduta a fine dicembre, di neve non ne è rimasta molta sui rilievi e nelle valli del Parco delle Alpi marittime, sopra Entracque, in provincia di Cuneo. Le temperature troppo alte e la siccità prolungata hanno lasciato scoperti amplissimi spazi di un paesaggio dominato da tinte brune e scure, quasi autunnali. Una situazione impattante anche per gli animali che popolano queste montagne e sulle cui tracce Stefania Rivelli e Piera Loprete, accompagnatrici naturalistiche della cooperativa Montagne del mare e guide dell'Ente parco delle Alpi marittime, conducono gli appassionati di natura nel corso dedicato alla fauna montana, partito lo scorso 21 gennaio.

Un corso che abbina teoria e pratica

«Molti animali in montagna sono vestiti di bianco per mimetizzarsi in inverno, ma ci siamo mai chiesti perché il camoscio sfoggi il suo abito più scuro proprio sulla neve?» - Esordisce così Stefania Rivelli, una delle due docenti. Il mimetismo stagionale è solo uno degli argomenti affrontati durante gli incontri. «Il camoscio – spiega - muta il pelo, sostituendo il manto estivo, più chiaro e leggero, con uno folto invernale fatto di lunghi peli scuri. Di colore nero, il pelo invernale si riscalda più velocemente al sole, consentendo ai camosci di accumulare calore e di essere protetti molto bene anche dal freddo».

Sono quattro gli appuntamenti fino a sabato 11 febbraio: tre teorici, nel Centro di visita del Parco a Entracque, e un'uscita sul campo, nella speranza che, a fine gennaio, la neve possa imbiancare di nuovo le montagne, in modo da alimentare le riserve idriche in vista della stagione secca. Si inizia con il tema degli ungulati: il camoscio, lo stambecco, il capriolo, il muflone, il cervo e il cinghiale. Sabato 28 gennaio sarà il turno dei rapaci diurni, fra cui gli avvoltoi come gipeto, grifone, del monaco e capovaccaio, e ancora i falconidi e gli accipitridi, come l'aquila e la poiana. Il 4 febbraio la lezione verterà sui rapaci notturni delle Alpi marittime: gufo reale, gufo comune, civetta, civetta nana, civetta caporosso, allocco, barbagianni, assiolo. Il ciclo si concluderà con l'escursione nel Parco alla ricerca di tracce e segni di presenza degli animali. Una "full immersion" nell'area protetta cuneese per fornire ai discenti, spesso appassionati di camminate e trekking nella natura, gli strumenti e le conoscenze basilari per leggere il paesaggio in base all'altitudine, interpretare i segni lasciati sul terreno dagli animali, e riconoscere le differenze fra i vari versi emessi in particolare dagli uccelli, di cui si ascoltano, in fase teorica, i richiami registrati.

L'impatto climatico sulla vita degli animali

La novità del corso del 2023 è rappresentata dai rapaci notturni, i cui avvistamenti sono assolutamente fortuiti, mentre i versi sono più distinguibili e frequenti. «Il più raro da ascoltare nel Parco è il gufo comune, mentre quello più comune è l'assiolo, anche nella bassa valle», aggiunge Stefania Rivelli. Un'esperienza, quella del corso sulla fauna alpina, che negli anni ha permesso di approfondire e scoprire tante curiosità su moltissime specie: i mustelidi, i galliformi alpini, i roditori. Fra gli argomenti trattati rientra anche il riscaldamento globale, che impatta soprattutto su specie con particolari adattamenti, come quelle che vengono definite specie bianche.

«Gli ungulati – continua la guida del Parco Alpi marittime - hanno cambiato stagionalità e quest'anno sono scesi più tardi nella bassa valle. Non si può fare un collegamento diretto con il cambiamento del clima, ma è una tendenza che andrà valutata nei prossimi anni. Vi è poi uno studio del Parco del Gran Paradiso sulla mortalità dei piccoli di stambecco. Molti di loro non sopravvivono all'inverno, indeboliti dalla qualità dell'erba che trovano nel loro habitat: troppo "avanzata" e con poche sostanze nutrienti per il loro stato di crescita».

Un altro obiettivo dei corsi, conclude Rivelli, è incrementare l'offerta turistica intorno alle strutture gestite dalla Cooperativa nel Parco delle Alpi marittime, come il Centro faunistico Uomini e lupi e il Centro guide di Entracque, la centrale idroelettrica, le terme, il giardino botanico e la necropoli di Valdieri.

NB: Le foto di questo articolo sono di Stefania Rivelli

 

Per informazioni:

Sito Aree protette delle Alpi Marittime  

 

 

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