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A.A.A. Non lasciare rifiuti a terra!

Quando si parla di rifiuti abbandonati, di solito si pensa a una discarica abusiva o all'incivile spettacolo che rimane, ancora troppo spesso, dopo i "pic-nic". Raramente il pensiero va al piccolo rifiuto - dallo scontrino alla carta di caramella che rimane nascosta fra i fili d'erba - eppure questi piccoli rifiuti abbandonati sono un problema molto diffuso, di cui torniamo a scrivere. 

  • Paola Viviana Trovò
  • Ottobre 2022
  • Giovedì, 20 Ottobre 2022
Foto P. V. Trovò Foto P. V. Trovò

I piccoli rifiuti dimenticati - oppure maleducatamente - lasciati in natura hanno un nome specifico - littering - che oggi è ampiamente rappresentato dai dispositivi di protezione individuale (leggi mascherine) sbadatamente cadute o volontariamente gettate a terra.

Da un sondaggio effettuato con il patrocinio del MITE, l'allora Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, per lanciare la campagna di sensibilizzazione #IoLaButtoLi è emerso che solo 3 italiani su 10 conoscono il significato della parola littering ma, nonostante questo, 9 intervistati su 10 identificano l'abbandono dei piccoli rifiuti nell'ambiente come un problema molto serio.

Purtroppo si tratta di fenomeno in crescita, legato a uno stile di vita fondato sul monosuso, sull'usa e getta e sul mancato rispetto dell'ambiente in cui viviamo, nostra "casa comune".
Se le conseguenze sono sia estetiche che economiche nei centri abitati - perché i costi di igiene urbana non sono irrisori - in un ambiente naturale il problema è ancora più serio, perchè spesso il piccolo rifiuto impiega decenni per degradarsi e perchè può essere scambiato come cibo da alcuni animali selvatici, con conseguenze sicuramente dannose e spesso letali.

In natura raramente la raccolta dei piccoli rifiuti è organizzata e il più delle volte è lasciata alla buona educazione dei suoi frequntatori che spesso li raccolgono, per una sorta di incontrollabile intolleranza. Peraltro, se diventasse un "atteggiamento comune" non buttare a terra cartacce e altro rifiuto, ma anche raccogliere ciò che viene lasciato da altri, sicuramente il fenomeno del littering acquisterebbe un'altra proporzione, considerato che è proprio sui sentieri più frequentati che si trova questo tipo rifiuto.

Esempi (non tanto lontani) di civiltà

In Svezia è nata una nuova tendenza di allenamento: il "plogging" che consiste nel raccogliere i rifiuti che si incontrano mentre si fa sport e si corre. L'idea è venuta all'ambientalista svedese Erik Ahlström e "Plogging" è una termine che unisce due parole: "jogging" e "plocka upp", che in svedese significa "raccogliere". Un'attività che fa bene sia all'ambiente che al fisico. Che possa diventare una moda anche nel nostro Paese? 

Un timido tentativo di 'cambio di passo' da instillare nei propri concittadini lo fece un sindaco del Comune di Buccinasco, lanciando la campagna "adotta un incivile". Dando il buon esempio, il primo cittadino del comune lombardo puntò sulla contagiosità delle 'buone azioni', come quella di prendersi cura degli altri o dell'ambiente, entrambe fonti di felicità.

I mozziconi di sigarette: i peggiori piccoli rifiuti

Le cosidette "cicche" di sigarette contengono sostanze tossiche e pericolose. Gli elementi inquinanti che rimangono nella parte di sigaretta non fumata contengono infatti nicotina, benzene, gas tossici (come ammoniaca e acido cianidrico), composti radioattivi (come polonio -210), acetato di cellulosa e plastica. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente - UNEP, i mozziconi sono al primo posto dei rifiuti che soffocano il Mediterraneo, rappresentando solo loro il 40% dei rifiuti complessivi presenti, davanti a bottiglie, sacchetti di plastica e lattine.

Ogni anno, solo in Italia, si stima che siano 14 miliardi i mozziconi di sigaretta che finiscono nell'ambiente. Nonostante ci sia una norma (l'art.232-bis del d.lgs.n.152/2006) che vieti "l'abbandono di mozziconi dei prodotti da fumo sul suolo, nelle acque e negli scarichi", i mozziconi continuano a essere gettati in strada, nei tombini, nei wc e nelle aree naturali e continuano a entrare nel sistema fognario confluendo prima nei fiumi, e poi nei mari, dove rilasciano centinaia di sostanze nocive dannose per gli organismi. Per sensibilizzare questo problema Marevivo ha realizzato la campagna "Piccoli gesti, grandi crimini" in collaborazione con BAT Italia e con il Patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica e l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ANCI.

Il problema del mozzicone abbandonato non finisce qui. Una cicca abbandonata a terra ha gravi ripercussioni anche sul suolo e sulla vegetazione, senza contare che può essere scambiato come cibo dagli animali e può necessitare di oltre 12 anni prima che si decomponga. In ultimo non va dimenticata la pericolosità delle sigarette non spente che, buttate o abbandonate in ambiente esterno o in casa, possono provocare incendi così come l'importante considerazione che un corretto smaltimento dei mozziconi oggi assume ancora più significato perché è diventato un rifiuto riciclabile e quindi una risorsa. 

Le sanzioni

Dal punto di vista normativo, in Italia nel 2016 è entrato in vigore la Legge n. 221/2015, il cosiddetto "Collegato Ambientale" che modifica il d. lgs. n. 152/2006 inserendo sanzioni amministrative per chiunque abbandoni rifiuti di piccole o piccolissime dimensioni. La sanzione va da 30 a 150 euro e raddoppia nel caso il rifiuto buttato a terra sia un mozzicone di sigaretta.

L'art. 232-ter del d. lgs. n. 152/2006 prevede inoltre "il divieto di abbandono sul suolo, nelle acque, nelle caditoie e negli scarichi per i rifiuti di piccolissime dimensioni quali anche scontrini, fazzoletti di carta e gomme da masticare".

 

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