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Vietato dare da mangiare alle volpi

Cosa succede quando un animale selvatico diventa confidente con l'uomo? La storia delle volpi rosse di Cameri, nel Parco del Ticino piemontese. 

  • di Paola Viviana Trovò
  • Aprile 2021
  • Lunedì, 26 Aprile 2021
Foto Pixabay Foto Pixabay

 

Succede nella zona di Cameri, all'interno del Parco del Ticino. Due volpi diventate confidenti, entrambe femmine, probabilmente madre e figlia, prendono l'abitudine di avvicinarsi all'uomo che spesso le alimenta. Sono in quella zona da almeno un anno e, una mattina, giunge al parco la segnalazione di una femmina investita, proprio in quella porzione di territorio.
Probabilmente si tratta di una delle due: la volpe, infatti, ha una organizzazione sociale ben strutturata, con gruppi famigliari insediati su territori che si sovrappongono poco fra loro. La coppia tende a riformarsi ogni anno e anche il maschio partecipa all'allevamento dei cuccioli insieme alle giovani femmine, anche quelle di rango minore, che aiutano (helpers) la madre nel suo ruolo genitoriale.

La femmina investita ha pagato a caro prezzo la 'confidenza' con l'essere umano. Quando si incontra una volpe rossa è, infatti, necessario tenersi a distanza ed evitare comportamenti che potrebbero nuocerle: anche se attratti dalla bellezza o da curiosità per l'animale, è sbagliato incoraggiarlo a comportamenti confidenti. Primo fra tutti, è un atteggiamento errato dare del cibo agli animali selvatici.

La giusta distanza, per diventare consapevoli 

Snaturare un selvatico per il piacere di fare uno scatto fotografico o per entrare in contatto con un animale sono comportamenti sbagliati, spesso dovuti a una scarsa conoscenza o a una scarsa informazione su ciò che è invece giusto fare quando ne incontriamo uno: restare in silenzio, osservarlo da lontano, mantenere una distanza di sicurezza (per noi, e per l'animale).

Per instillare comportamenti corretti nei confronti dei selvatici, l'Ente di gestione del Parco Ticino e Lago Maggiore ha piazzato cartelli informativi dentro l'area protetta, nella zona dove vengono alimentate le volpi, per spiegare cosa fare.

Tutti gli animali selvatici hanno, d'istinto, paura dell'uomo e per questo evitano le persone. Le volpi, in particolare, sono animali molto intelligenti, con una elevata plasticità comportamentale. In varie parti del mondo si è assistito all'insediamento di questa specie in aree urbane perché qui trovano risorse alimentari. La loro abitudine alla presenza umana comporta però dei rischi anche mortali per la specie, e per questo è importante non considerali mai al pari di animali domestici, perché nei fatti non hanno subito alcun processo di addomesticazione.

La volpe è un animale selvatico

Le volpi non devono perdere l'abitudine di procurarsi il cibo autonomamente. Per assurdo, in un caso come le volpi di Cameri, spaventarle per fare tornare in loro il timore dell'uomo può essere l'unica chance di sopravvivenza: sarebbe infatti un fatto preoccupante se la femmina, ad esempio, portasse al punto in cui vengono alimentati i cuccioli.

Tutte le specie in natura hanno un ruolo ecologico e le volpi, in modo particolare, sono molto utili in campagna perché predano roditori che danneggiano i raccolti, diventando una valida alternativa ai veleni chimici.

Nell'area gestita dal Parco del Ticino, la volpe è presente in maniera stabile, anche se non sono stati fatti censimenti o monitoraggi specifici sulla popolazione. Generalmente, il territorio sul quale una volpe può muoversi copre circa 50 km² e la disponibilità di cibo svolge un ruolo decisivo nel determinare la dimensione dei territori vitali e, quindi, la densità della popolazione.

A partire dalla tarda estate, i giovani che nascono a inizio anno cominciano a disperdersi alla ricerca del proprio territorio. La popolazione delle volpi è quindi formata da individui "residenti" e da individui che, invece, sono alla ricerca di spazio libero: i cosiddetti "itineranti". Caratteristiche, queste che, insieme all'utilizzo non univoco delle tane,rendono difficile stimare con precisione la popolazione di questo canide.

Come si auto-regola la specie

Va detto che il numero di volpi presenti all'interno del parco è tendenzialmente stabile o, comunque, con fluttuazioni non significative perché la specie all'interno dell'area protetta non è sottoposta ad alcuna gestione. Non sempre, infatti, i piani di abbattimento sono l'unica soluzione per contenere una specie, poiché questa è spesso soggetta a fluttuazioni più o meno regolari e ha meccanismi che tendono a mantenere il numero degli individui in equilibrio, in base alle risorse disponibili.

Se il numero di individui diminuisce drasticamente, una volta sparito o ridotto il fattore limitante che ha causato la mortalità, la popolazione ricostruirà le dimensioni ottimali. La velocità con cui le popolazioni si rigenerano varia da specie a specie e per la volpe è elevatissima. Per questo, nonostante imponenti piani di "controllo", la volpe continua a essere molto diffusa e presente nei territori in cui si insedia, favorita, tra l'altro, dalla immissione di selvaggina che arriva da allevamenti e che - in natura - diventano facili prede.

Gli abbattimenti, peraltro, in genere potrebbero essere sostituiti da miglioramenti ambientali che, a differenza del controllo sui predatori, producono effetti di tipo ecologico e a lungo termine rendono una maggiore variabilità del paesaggio e una maggiore ricchezza faunistica.

Le volpi, anche quelle che mantengono un comportamento selvatico, possono però avvicinarsi ai centri abitati se, come abbiamo detto, scoprono un facile accesso al cibo.
Nel punto di ritrovo di Cameri, ad esempio, c'è un raccoglitore di rifiuti: eliminare questa, o altre fonti di cibo, aiuterebbe le volpi, compresa quella sopravvissuta, a perdere malsane abitudini.

E se incontriamo una volpe nel bosco? Valgono le stesse regole. Osservarla in silenzio e a debita distanza, per poi lasciarla andare per la sua strada.

Per saperne di più

L. Boitani, R.M. Vinditti, La volpe rossa, Edagricole, 1987

 

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