Progetto artistico nato alla fine del 2017 dall'idea di Federica Caprioglio (naturalista) e Marco Demaria (biologo) ha un titolo apparentemente ambiguo e volutamente provocatorio: Brucio Anch'io. Un'esposizione che si basa su un'asserzione che resta in mente e che sconcerta perché è interpretabile con più chiavi di lettura. Chiarisce il messaggio, il sottotitolo: "Brucio anch'io di dolore al pensiero che la mia sia l'unica specie che dà fuoco alle altre: vale a dire che non possiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza della natura, offesa da incendi di origine antropica, a cui vanno sommati i pesanti impatti che la nostra specie provoca su tutti i biosistemi", spiegano Federica Caprioglio e Marco Demaria, curatori del progetto espositivo.
La storia di un'idea
"La nostra iniziativa ha preso forma nel novembre 2017, in seguito agli spaventosi roghi che si svilupparono contemporaneamente in molte località piemontesi. In poco più di due settimane, oltre diecimila ettari di territorio furono percorsi dalle fiamme, portando morte e devastazione per milioni di creature inermi: fortunatamente per la nostra specie, non ci furono vittime, ma il rischio fu elevato. Basti pensare che il piccolo paese di Mompantero, ai piedi del monte Rocciamelone (TO), fu evacuato per una notte (oltre 600 abitanti) per l'aggravarsi della situazione.
Le condizioni climatiche di quella stagione, caratterizzate da anomalie come le alte temperature, la prolungata mancanza di precipitazioni e l'imperversare dei venti caldi di Föhn, resero i boschi assai più vulnerabili e attaccabili dalle fiammate, raccontano Federica e Marco. Se il fuoco è un elemento dinamico presente in natura da milioni di anni, indispensabile per l'esistenza di alcuni habitat e delle loro specie che hanno sviluppato importanti adattamenti per rispondere ad esso, è altrettanto vero che può diventare un fattore estremamente negativo e pericoloso per la conservazione della biodiversità. Gli incendi possono cambiare il loro comportamento, anche in risposta al riscaldamento globale - aumentando dimensioni e velocità di propagazione - e percorrere, con alta intensità e frequenza, ecosistemi, come i nostri boschi regionali, che non si sono evoluti con il fuoco. L'innesco, se troppo spesso è dovuto a cause non naturali, impatta sulle zone boschive con conseguenze che possono essere catastrofiche, non permettendo la ripresa della vegetazione, alterandone completamente le caratteristiche con la conseguente perdita di alcuni importanti servizi ecosistemici (perdita della fertilità dei suoli, minore resistenza all'erosione, desertificazione...)", specificano i curatori.
Il dolore che i due giovani vissero per quanto stava succedendo in più foreste del Piemonte, e a cavallo tra il 22 e il 29 ottobre in Valle di Susa (oltre a gran parte del nord-ovest), li spinse a fare qualcosa e porre le basi per un piano di lavoro duraturo che restituisse emozioni e forma alla vita che bruciava in quei giorni. Ecco quindi il concretizzarsi l'idea di una mostra pittorica itinerante per il Piemonte che li coinvolse insieme ad altri 33 artisti, tra i quali l'illustratrice naturalistica Cristina Girard.
Un urlo collettivo contro la devastazione
L'idea fu quella di realizzare un'esposizione ricca di pitture, sculture e fotografie: una sorta di urlo collettivo contro la devastazione per condurre l'osservatore dentro le fiamme e invitarlo a guardarle con gli occhi di chi arde. "Solo così si può comprendere il dolore e la paura che provano tutti gli organismi della foresta, quello più semplice a quello più complesso", spiegano Caprioglio e Demaria.
Artisti di tutte le età hanno dipinto sia scene drammatiche, sia soggetti colti nel loro splendore appartenenti ai tre regni - animali, piante e funghi - per sottolineare l'importanza delle fondamentali reti di collegamento tra i viventi che contribuiscono a mantenere una foresta in "buona salute".
Un progetto condiviso
Il Civico Museo Didattico di Scienze Naturali "Mario Strani" di Pinerolo ha inaugurato il primo evento di "Brucio Anch'io" nel dicembre 2017, a solo un mese dalle bonifiche dei roghi e, da allora, patrocina questa iniziativa, seguendola e sostenendola attivamente.
Gli A.I.B. (Corpo Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte) ha da subito compreso l'opera di sensibilizzazione messa in opera nei confronti della natura dai due curatori dell'esposizione, aiutandoli a raggiungere una diffusione più capillare sul territorio regionale.
Il Corpo Volontari Antincendi Boschivi conta, infatti, oltre 5000 debitamente "formati" attraverso corsi professionali per contrastare attivamente gli incendi boschivi con l'ausilio di mezzi e attrezzature speciali; promuovono numerosi incontri sul territorio per dare le giuste informazioni per mettere in atto attività di prevenzione e lo stesso argomento viene trattato nelle scuole elementari e medie inferiori.
L'impegno futuro guarda alla scuola
Arrivare gli adulti è importante ma adesso, l'impegno di Federica e Marco guarda ai più giovani: "E' fondamentale portare questo messaggio alle nuove generazioni che, solo se conoscono il problema, se ne possono fare carico, cercando di conservare e proteggere il patrimonio naturalistico". Dopo due anni di esposizioni, incontri e appuntamenti ora vorrebbero arrivare a un numero sempre più alto di studenti: "Vogliamo guardare, insieme a loro, verso il futuro. Perchè sappiamo che le immagini esposte, e presenti nella mostra mostra, parleranno al loro cuore più di mille parole".
Per saperne di più
Brucio Anch'io è un progetto espositivo messo a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado.
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