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#FridaysForFuture, la green generation che vive (anche) in Piemonte

'La salute del nostro Pianeta non è un argomento ozioso, ma una questione di sopravvivenza. Abbiamo un solo pianeta Terra e la natura, le piante, gli animali e gli ecosistemi non sono tappezzeria ma bensì elementi essenziali per la vita'. Sono queste le convinzioni che hanno spinto i giovani di #FridaysForFuture a manifestare, ogni venerdì, contro l'indifferenza dei decisori politici nei confronti dei cambiamenti climatici. 

  • Laura Succi
  • Giugno 2019
  • Mercoledì, 12 Giugno 2019
#FridaysForFuture, la green generation che vive (anche) in Piemonte

Nel loro libro Verde brillante edito da Giunti, Stefano Mancuso e Alessandra Viola ricordano che se domani le piante scomparissero dalla Terra, la vita dell'uomo durerebbe poche settimane, forse qualche mese, non di più. Se, al contrario, a sparire dovessimo essere noi, nel giro di pochi anni le piante riprenderebbero possesso di tutto il territorio e, in poco più di cento anni, ogni traccia della nostra civiltà millenaria sarebbe coperto dal verde.
I vegetali sono alla base della catena alimentare, noi li mangiamo oppure mangiamo chi mangia loro, e sono fonte di ossigeno: ma noi, come potremmo sopravvivere senza quello che liberano attraverso la fotosintesi clorofilliana? E c'è anche un altro piccolo dettaglio non trascurabile: il petrolio e i suoi derivati, la plastica tanto per dirne uno, sono originati da grandi bacini di resti vegetali fossili.
Come possiamo pensare, quindi, di poter vivere senza considerare lo stato di salute del nostro Pianeta?

Il mondo scientifico è quasi del tutto unanime nell'affermare che il surriscaldamento globale abbia raggiunto un punto limite senza ritorno. E Greta Thunberg, insieme con il movimento #FridaysForFuture hanno puntato il dito dritto alla crisi ambientale e ci hanno detto che vogliono cambiamenti e subito, perchè non c'è tempo da perdere. 'Il clima deve diventare una priorità, i Paesi devono raddoppiare gli sforzi e prendere sul serio gli accordi sul clima di Parigi', questo sostengono i giovani di #FridaysForFuture.

David Wicker, un giovane studente torinese, non ha perso nessuna occasione per tenere alta l'attenzione. Per questo l'abbiamo incontrato e intervistato, facendoci raccontare come si muovono e cosa chiedono i giovani attivisti per il Piemonte. Ma ci siamo anche chiesti che fine abbia fatto Greta Thunberg, l'attivista svedese che ha fatto molto parlare di sè ma che oggi appare meno agli onore della cronaca, ponendo la domanda a Sandro Maranetto, giovane studente pinerolese che abbiamo incontrato durante un suo tirocinio nel Parco della Val Troncea;  a seguire, invece, l'intervista con David Wicker. 

David, come stanno andando gli appuntamenti della generazione Green in Piemonte?

In Piemonte, i primi gruppi #FridaysForFuture sono nati a gennaio. Eravamo scesi in piazza a Torino in pochi, tre o quattro. Man mano che però passava il tempo, gli attivisti che partecipavano alle nostre iniziative erano sempre di più, fino a culminare nel 15 marzo scorso, quando a Torino oltre 30.000 persone hanno partecipato alla manifestazione globale. Successivamente, il 24 maggio, abbiamo notato una diminuzione di partecipanti, ma eravamo alla fine delle scuole e in periodo di esami universitari. Nonostante ciò, in tutto il Mondo abbiamo visto oltre 1,6 milioni di 'strikers'. L'energia del movimento è ancora altissima e non intende diminuire. Ora puntiamo sulle varie attività di consapevolezza che organizzeremo per i prossimi venerdì, e al prossimo sciopero globale che si terrà a settembre, tra il 20 e il 27.

Gli insegnanti partecipano?

Certamente! La battaglia dei #FridaysForFuture non è solamente una battaglia di giovani,ma di tutti quanti e tutti vogliono unirsi. Molti insegnanti ci danno sostegno (anche se non tutti), e alcuni partecipano alle manifestazioni. Per noi è molto importante che anche i professori facciano la loro parte nell'aumentare la consapevolezza dei cambiamenti climatici tra gli studenti, ma anche tra i genitori.

Le famiglie cosa dicono?

Alcune ci sostengono, e noi come movimento puntiamo a coinvolgere tutti, non solo gli studenti. 

E nelle scuole, quale atmosfera si respira dopo queste proteste?

Dipende da scuola a scuola. Molti attivisti studenti mi dicono che sono venuti a conoscenza del movimento proprio nelle scuole. Purtroppo nella mia, questo non è ancora avvenuto e c'è molto scetticismo verso la protesta.

Come pensatedi tenere alta l'attenzione su #FridaysForFuture?

Per portare attenzione al movimento abbiamo (purtroppo) bisogno dell'attenzione dei media. Per questo che ogni venerdì portiamo avanti diverse attività. Oltre ai cori, a volte progettiamo scritte enormi con i gessetti (lavabili facilmente) per comunicare messaggi importanti. Uno degli scorsi venerdì abbiamo scritto 'Emergenza Climatica', per sollecitare i decisori politici ad approvare la mozione di dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ambientale. Del resto, noi continueremo a fare pressione sui governi (locali e nazionali) affinché questi prendano misure concrete e drastiche per sovrastare l'emergenza climatica. Prima delle elezioni europee abbiamo colto l'ultima occasione per far sentire la nostra voce e abbiamo occupato il suolo del Parlamento Europeo per oltre 25 ore consecutive. Questo non è mai avvenuto nella storia dell'Unione Europea e il fatto che la prima volta che è successo sia stato in nome dell'emergenza climatica è molto importante e lancia un messaggio decisamente forte.

Che ruolo possono avere i parchi e le aree protette nell'aumentare una coscienza più verde?

Sicuramente un ruolo importante nell'avvicinare l'uomo alla natura che stiamo distruggendo e ad aumentare la consapevolezza sull'emergenza in cui ci ritroviamo.

 

Tutti i venerdì gli attivisti di #FridaysForFuture rinnovano il proprio impegno e, lo scorso 8 giugno, l'onda verde si è tinta di blu per sostenere la campagna di Greenpeace dedicata alla Giornata mondiale degli oceani, un'occasione per ricordarci che i nostri mari sono in crisi, che gli oceani sono un bene comune e dobbiamo proteggerli prima che sia troppo tardi. Per l'occasione, il mondo dell'arte e della cultura piemontese si è mobilitato: esperti, musicisti, creativi, influencer, scrittori come Luca Mercalli, che tra i primi ha invitato gli studenti a partecipare alle manifestazioni per il clima; Paolo Cognetti, premio Strega 2017, coinvolto dai temi ambientali; Marco Mengoni, ambasciatore italiano del National Geographic per la campagna di sensibilizzazione sull'uso delle plastiche monouso; Maupal e il collettivo di artisti "Up 2 Artists"; i gruppi torinesi Subsonica e Sweet Life Society che ha lanciato un video del nuovo brano "Parlano d'amor" in supporto del corteo del 24 maggio, tutti "in marcia" per il clima.

E mentre la Città di Torino, una delle metropoli con l'aria più inquinata d'Europa, seguendo quanto già fatto a Milano, si prepara a dichiarare lo stato di emergenza ambientale con una serie di misure per ridurre l'impatto delle azioni umane sullo spazio vitale che ci circonda, un uso oculato delle foreste diventa uno strumento per contrastare il cambiamento climatico. Lo afferma  Renzo Motta, docente al Disafa (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino) nel rivelare che le foreste, mentre nel mondo sono in costante riduzione e degradazione, in Italia, come in molti altri Paesi industrializzati, sono in aumento.

Il carbonio è, infatti, alla base di tutte le forme di vita sulla Terra e quindi è contenuto anche nei combustibili fossili (petrolio, carbone, gas) tra i responsabili dell'aumento dei gas serra: utilizzare il legno per costruire case e infrastrutture significa, dunque, creare veri e propri depositi di carbonio stabili nel tempo sottraendolo all'atmosfera. Per fare un esempio, nel 2018 i boschi del nostro Pianeta hanno assorbito, fissando il carbonio nei tessuti vegetali con la fotosintesi, più del 25% delle emissioni globali, mentre quelli del Piemonte hanno immagazzinato nel legno 5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente per anno. E scusate se è poco! 

Con la Terra che rischia di diventare una serra, ci si sta ingegnando per andare su Marte: l'idea sta uscendo dall'ambito della fantascienza tanto che Elon Musk ha previsto, per il 2024, l'insediamento della prima colonia umana, ma resta il fatto che il "Pianeta rosso" oggi è ancora molto lontano ed è alla nostra casa Terra che dobbiamo assicurare la vita. Il tempo di agire però è adesso, perchè domani può essere troppo tardi.

 

 

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