In Italia le principali zone a rischio sono il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e il Trentino Alto Adige, ma il problema si sta gradualmente spostando verso ovest.
Le zecche sono artropodi ematofagi che parassitano numerosi animali selvatici e domestici e occasionalmente l'uomo. Si riproducono deponendo le uova sul terreno e passando attraverso lo stadio di larva, ninfa e soggetto adulto.
Il loro habitat preferito è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con microclima preferibilmente fresco e umido, specialmente in aree collinari e montane. Le aree maggiormente a rischio sono boschi e sottoboschi, parchi e giardini, campi e prati incolti.
La loro attività è massima, nei Paesi a clima temperato, nel periodo maggio-ottobre.
Per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche, o perlomeno per individuarle rapidamente, è auspicabile camminare su sentieri battuti evitando le zone ricche di cespugli e sottobosco, indossare abiti coprenti di colore chiaro, chiusi ai polsi e alle caviglie e calzature idonee, utilizzare prodotti repellenti per insetti sulla cute e sugli abiti.
Dopo escursioni in luoghi a rischio, si consiglia di ispezionare attentamente tutto il corpo per verificarne l'eventuale presenza.
L'asportazione precoce della zecca è importante per impedire la trasmissione degli agenti infettivi attraverso l'immissione di saliva e il rigurgito durante il pasto.
Evitare l'impiego di sostanze oleose, acetone o alcol per non aumentare il rischio di infezioni. Asportare la zecca con l'ausilio di una pinzetta tirando leggermente e imprimendo un movimento rotatorio; dopo l'asportazione la zona del morso va disinfettata.
Ulteriori informazioni sono disponibili nella brochure informativa scaricabile "Zecche, conoscere per prevenire" (pdf 941.02 kB)