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Biodiversità non convenzionali

Un perfetto caso da manuale di biodiversità è riscontrabile fra gli esseri umani che frequentano abitualmente la mensa della sede Rai di Torino. In teoria la specie dovrebbe essere unica, "dipendenti della Rai che usufruiscono una volta al giorno dei servizi della mensa a prezzo convenzionale", invece si può osservare un incessante brulichio di nuove forme. Con un esborso minimo e non frazionabile si ha diritto a un primo, un secondo e un contorno. A scelta, fra 4 primi, 4 secondi e 4 contorni. Una specie si diversifica per la ragione che nessuno dei 4 primi offerti è di suo gradimento e ottiene di sostituirlo con un altro contorno, detto secondo perché va al posto del primo, in quanto il primo contorno, quello istituzionale, si accompagna al secondo. Una seconda specie si distacca dalle altre per via del fatto che certi giorni la porzione del secondo è eccessiva e ne vuole solo la prima metà. Poiché, come abbiamo visto, non si può defalcare la seconda metà del secondo dal conto indivisibile, questa specie chiede e ottiene che la seconda metà del secondo sia sostituita da un contorno, che diventa il terzo contorno, in quanto il primo si accompagna al secondo e il secondo al primo. Un'ulteriore specie si caratterizza per il rigetto del secondo che viene scambiato con due contorni, il terzo contorno al posto del primo mezzo secondo e il quarto contorno al posto del secondo mezzo secondo. Con il risultato del formarsi della specie detta dei 4 contorni, che a sua volta si differenzia al suo interno in quanto c'è chi prende dose doppia, tripla o quadrupla dello stesso contorno e chi 4 contorni diversi. (Chi volesse approfondire l'argomento lo trova sviluppato sul sito www.mensaraitorino.com). Ma il tema della biodiversità è così affascinante che merita ben altro trattamento. Lo svedese Carlo Linneo (1707-1778) nella decima edizione del suo "Sistema naturae" elencò e descrisse 10.000 specie animali e 10.000 vegetali. Attualmente non esiste un catalogo aggiornato ma si calcola che esistano 2 milioni di specie, nonostante gli sforzi degli uomini per estinguerne il più possibile. 50.000 sono i vertebrati, di cui 40.000 descritti. Fra gli ultimi arrivati: Okapi, Celacanto, Antilope del Vietnam, Ilochero, la Selevinia, un topo che si nutre unicamente di insetti. I fondali oceanici nascondono ancora mezzo milione di specie animali. Il capitolo più appassionante riguarda gli insetti, con numeri che danno le vertigini: i descritti sono 950.000, per gli stimati la cifra oscilla fra gli 8 e i 100 milioni. Perché gli insetti sono così disponibili alla biodiversità? Una prima risposta arriva dalle loro dimensioni: la stragrande maggioranza si situa fra il millimetro e il centimetro, perciò possono stare in tanti. Una stessa pianta può fornire nutrimento a molte specie di insetti, senza che tra questi si verifichi di necessità una stretta competizione. Alcuni si nutrono brucando le foglie, altri i germogli, altri ancora scavano gallerie all'interno dei tessuti vegetali, nei fusti, nelle radici. Se alla parola pianta sostituiamo la parola Comune, Provincia, Regione, Ministero e alla parola insetto fitofago le parole amministratore, politico, funzionario, ministro, abbiamo un quadro scientifico del funzionamento della società i cui viviamo. Non basta: ci sono insetti produttori di galle; immettono nei tessuti vegetali sostanze ad azione ormonale, per effetto delle quali la pianta produce strutture abnormi, le galle, all'interno delle quali l'insetto, o la sua larva, potrà poi nutrirsi. Qui basta sostituire alla parola "galla", la parola preventivo di spesa per le opere pubbliche per avere la spiegazione del funzionamento del sistema degli appalti. Veniamo all'altro grande partito, i parassitoidi: sono quegli insetti (soprattutto imenotteri) il cui sviluppo larvale si compie a spese, e generalmente all'interno, di uova o di larve di altre specie di insetti. La grande varietà di vittime potenzialmente attaccabili determina la grande diversità. Voi che pagate le tasse, per civismo o perché siete costretti, non vi sentite dentro crescere delle larve che si nutrono del frutto del vostro lavoro?

Bruno Gambarotta