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I pascoli visti dal cielo

Una mappa dettagliata dei pascoli del Parco Nazionale del Gran Paradiso, con indicazioni relative alla loro produttività, cioè a quanta erba sono in grado di produrre annualmente: è il risultato di una ricerca innovativa, realizzata grazie ai dati raccolti dai satelliti, che apre nuovi scenari per la pianificazione del territorio, protetto e non.

  • Alessandro Paolini
  • Maggio 2022
  • Mercoledì, 15 Giugno 2022
L'arco alpino innevato in un'immagine scattata da uno dei due satelliti Copernicus Sentinel-3 l' 8 gennaio 2022   - Foto tratta dal sito www.copernicus.eu/it L'arco alpino innevato in un'immagine scattata da uno dei due satelliti Copernicus Sentinel-3 l' 8 gennaio 2022 - Foto tratta dal sito www.copernicus.eu/it

Lo studio "On the distribution and productivity of mountain grasslands in the Gran Paradiso National Park, NW Italy: A remote sensing approach", pubblicato sulla rivista scientifica internazionale "International Journal of Applied Earth Observation and Geoinformation" ha abbinato la mappatura tradizionale "in campo" all'analisi di immagini satellitari ad alta risoluzione, per ottenere una mappa che raffigura la distribuzione e la produttività delle superfici a pascolo del Parco. E' stato realizzato da ARPA Valle d'Aosta, Institut Agricole Régional e Parco Nazionale Gran Paradiso nell'ambito del progetto europeo PASTORALP, il cui obiettivo è la messa a punto di strategie di adattamento al cambiamento climatico per i pascoli alpini.

"Il progetto è partito dall'esigenza del Parco del Gran Paradiso di realizzare un inventario della superfici a pascolo" spiega Gianluca Filippa di ARPA Valle d'Aosta, primo autore dello studio. "Prima d'ora infatti non si conosceva l'esistenza di tutti questi terreni, la loro esatta ubicazione e la loro produttività sia in termini di quantità che di qualità. Si tratta di dati importanti per il Parco soprattutto per poter pianificare il territorio".

Una tecnologia al servizio della comunità

Tutto è possibile grazie alle fotografie scattate dai satelliti "Sentinel" del programma Copernicus dell'ESA (l'Agenzia Spaziale Europea) lanciati nell'atmosfera terrestre già nel 2015, ma che vengono utilizzati per questi scopi da tempi più recenti.

Copernicus è il programma di osservazione della Terra dell'Unione europea, dedicato a monitorare il nostro pianeta e il suo ambiente a beneficio di tutti i cittadini europei.

Il programma utilizza enormi quantità di dati globali provenienti da satelliti e da sistemi di misurazione terrestri, aerei e marittimi che rappresentano informazioni fondamentali per le autorità pubbliche e altre organizzazioni internazionali per migliorare la qualità della vita dei cittadini europei. E' importante sottolineare come i servizi di informazione forniti sono accessibili agli utenti del programma in modo libero e gratuito.

Chiunque può iscriversi online sul sito di Copernicus (a questo link) e ricevere gratuitamente ogni sera una fotografia scattata dal satellite come quelle pubblicate in questo articolo.

Ma come avviene esattamente la mappatura dei territori, come quella effettuata per le superfici a pascolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso?

"Innanzitutto occorre procedere ai rilievi in campo, la cosiddetta verità a terra" spiega ancora Filippa. "Questi dati sono necessari ad addestrare i modelli matematici basati sul machine learning, che sono poi in grado di trovare aree con quelle caratteristiche su tutta la superficie del Parco, anche dove in precedenza non erano mai state viste".

Tornando alla rilevazione satellitare dei pascoli, si tratta di una pratica che si è sviluppata in tempi recenti e che in passato non veniva fatta, a motivo della relativa minor rilevanza economica di queste aree rispetto, ad esempio, a quelle agricole e per la difficoltà nella loro rilevazione.

"Questo ci ha permesso di rappresentare la distribuzione e le caratteristiche produttive di prati e pascoli del versante valdostano e piemontese del Parco ad un livello di dettaglio finora mai ottenuto: dai 250 metri dei dati satellitari tradizionali, oggi grazie alle moderne riprese satellitari riusciamo ad arrivare fino a 20 o, addirittura, 10 metri".

A cosa servono i dati e chi li può utilizzare

Oltre a fornire uno strumento per la gestione e la pianificazione del territorio del Parco, L'uso di dati satellitari di nuova generazione permette più in generale di raccogliere informazioni la cui acquisizione con metodi tradizionali richiederebbe tempi e risorse molto ingenti.

I dati che si ottengono dalla mappatura satellitare sono infatti utilizzabili per molteplici applicazioni. Per programmare le coltivazioni agricole in pianura – ad esempio - applicando le corrette rotazioni agronomiche. Oppure per monitorare lo stato di salute di boschi e foreste, o ancora l'impatto sul territorio di eventi come incendi, frane e valanghe, che vanno ad alterare la biomassa verde di una determinata superficie.

Si tratta di informazioni utilizzate innanzitutto da Enti pubblici territoriali e Enti di gestione delle aree protette. L'ARPA (Valle d'Aosta) autrice del progetto di cui parliamo in questo articolo ha una convenzione con il Dipartimento di Agricoltura ed elabora i dati provenienti dall'ESA .

Le rilevazioni sono prodotti ufficiali distribuiti dall'ESA: si tratta di mappe sviluppate nell'ambito del programma Copernicus, messe a disposizione gratuitamente sia del settore pubblico che dei privati. L'unica condizione per poterli utilizzare è quella di possedere una strumentazione adatta a leggerli, in pratica un computer abbastanza potente per dati "pesanti".

"Sul mercato esistono prodotti commerciali analoghi, anche più raffinati, che però sono destinati alla vendita" conclude Filippa.

Uno strumento importante, dunque, dai molteplici usi e utile in prospettiva anche alla nostra regione.

 

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