Il tempo è la prima coordinata che nello Spergiurassico non viene misurata direttamente da un orologio ma calcolata da un'equazione matematica risolta conoscendo l'ora e il valore, in gradi, dell'inclinazione del sole. L'invenzione del calcolo del tempo è di Pico Pane, scienziato di fama intergalattica, che riesce a risolvere, a mente, l'equazione mettendo in relazione un rapporto incrementale, due derivate, una radice quadrata e il numero 42. Semplice no?
Siamo quindi nel tempo spergiurassico 6,28318 e la spedizione preistorica ha inizio. Gli esploratori sono il professor Pico Pane e il suo assistente Sam Colam, accompagnati dall'inventore Bart, matto e geniale come conviene alla categoria, e dal sensitivo cane Rufus. La macchina del tempo, assemblata privilegiando il riciclo, è il veicolo che catapulta la squadra di lavoro indietro nel tempo, in un'era geologica tutta da scoprire e analizzare. Tra pericoli e avventure, nulla sfugge e con metodo scientifico vengono indagate forme di vita primordiale, del tutto stupefacenti.
I Picosauri - libro curioso quanto mai fantasioso - conquistano i lettori perché con loro la natura si è davvero divertita: la creatività degli autori ha mischiato animali, reinventato ibridi assurdi ma, dietro a ogni erbivoro e predatore che sia, l'evoluzione ha concesso soluzioni a ogni possibile problema. Il Fessosauro è un erbivoro che per difendersi ha una coda che assomiglia a un ferocissimo predatore (purtroppo spesso si spaventa da solo e fugge terrorizzato!); il Pollosauro ha piumaggio mimetico, non è molto intelligente e fa uova da 1,37 metri; lo Strabicoraptor, un terribile predatore, è diventato vegetariano per necessità: lo strabismo non gli consentiva di cacciare le proprie prede! E ancora il Bollosauro, il Rastrellosauro, il Martelloraptor, lo Zappadonte...
La singolarità del racconto ci ha incuriosito e abbiamo intervistato uno degli autori, lo scrittore torinese Pino Pace, che insieme al grande fumettista Giorgio Sammacal, ha dato vita ai Picosauri e ai protagonisti di questa nuova storia, in libreria da qualche mese.
Cosa spinge un autore a inventare storie per bambini?
Ho iniziato a scrivere racconti per le mie figlie, ormai vent'anni fa e una storia particolarmente carina l'ho proposta a un editore che l'ha pubblicata. Da quel momento, inventare storie per bambini è diventato un lavoro. Ho pubblicato circa 40 titoli, alcuni sono stati tradotti all'estero. Pensare e declinare racconti, anche da idee complesse, per i più piccoli si può sempre fare, e può essere anche abbastanza naturale. Ho scritto, ad esempio, il romanzo per ragazzi L'ultimo elefante che intreccia un pezzo di storia, il passaggio delle armate cartaginesi sulle Alpi, al racconto di un bambino di soli 12 anni che vive nell'attuale Provenza e che viene rapito dai cartaginesi e messo a guardia degli elefanti, animali inizialmente sconosciuti con cui dovrà confrontarsi. Scrivere per bambini o per ragazzi significa avere la sensibilità di saper adeguare continuamente e costantemente la metrica del racconto e declinare il giusto linguaggio di cui si è particolarmente responsabili: questo rende il mestiere non semplice.
L'inventore dei picosauri, dove trova ispirazione per i suoi racconti?
I "Picosauri" completano una sorta di trilogia che nasce con Bestiacce (pubblicato 11 anni fa) e prosegue con UniverZoo. L'idea iniziale nasce da un divertente gioco che facevo con le mie bambine: "mischiare" animali, combinando il loro nome, per dar vita a fantasiose mucchiocciole, elefalchi, lamaiali... Se l'idea passa poi nelle mani abili di un grande fumettista quale è Giorgio Sommacal, ecco che prendono forma creature come bestiacce e picosauri. I primi due volumi di questa trilogia, e si spera anche il terzo, hanno avuto successo (Bestiacce è stato più volte ristampato) e pur trattando tre storie separate e indipendenti hanno protagonisti comuni: due improbabili esploratori, il professore Pico Pane e l'assistente Sam Colam, che altro non sono che l'anagramma e la caricatura di Pino Pace e Giorgio Sommacal. Dopo aver scoperto strane Bestiacce sul Pianeta Terra, le incredibili avventure di Sam Colam e del professor Pico Pane si spostano nello spazio, proiettati da un razzo nel futuro di UniverZoo, scoprendo alieni mai visti, e ora, viaggiano, con una macchina del tempo, nel remoto passato incontrando Picosauri. I due scienziati conducono accurate ricerche, rigorosamente con linguaggio e tecnica scientifica, realizzando un catalogo di zoologia fantastica.
Perché la scelta del fumetto insieme al carnet de voyages?
Il nuovo volume, un po' fumetto e un po' libro illustrato, è un ibrido che alleggerisce la narrazione, nasce da tante idee creative che via via si sono sviluppate, con grande libertà e carta bianca da parte dell'editore. I disegni piacciono tantissimo ai bambini e il libro è disegnato da un importante fumettista prestato all'illustrazione.
Fumettista e narratore come lavorano insieme?
L'idea nasce da una lista scritta di tanti nomi di animali mischiati, poi il fumettista prende la lista e disegna, nasce ad esempio un "cammellino", dalla sua forma riprende il gioco e a battute di domande e risposte, l'animale assume particolari, caratteristiche, preferenze, comportamenti. In questo modo, dando piena libertà all'espressione creativa, narratore e fumettista aggiungono singolarità e tante descrizioni a piacere ma soprattutto divertenti.
C'entra in qualche modo la Natura?
La natura di fatto c'entra. E' quella di milioni di anni fa senza esseri umani, dove dolcezza, ferocia, bellezza, animali grandi o piccoli si adattarono all'ambiente. Sia in Bestiacce che in Picosauri si trattano animali e piante che non si improvvisano ma che occorre studiare e preparare. Nelle pagine illustrate i due protagonisti bizzarri sono zoologi che studiano dinosauri vivi, e non paleontologi che studiano dinosauri morti. Per inventare nuovi Picosauri è stato necessario documentarsi, approfondire e confrontarsi anche con nuove possibili prospettive suggerite dalla moderna paleontologia. Dall'ipotesi dei dinosauri piumati, grosse galline feroci, si sviluppa l'idea poco seria del "Pollosauro, progenitore del pollo moderno - o forse addirittura prononno – non è molto intelligente, lo si capisce da come guarda la gente"!
I testi contengono riferimenti e citazioni di vario tipo: quali aneddoti curiosi si celano nei Picosauri?
Dal film di Dino Risi del 1968 Straziami ma di baci saziami prendono ispirazione le acconciature dei lunghi peli che hanno sul capo i Tricosauri (trico da pelo, capello). Sono rettili pacifici che presentano ogni tipo di acconciatura, conoscono senz'altro l'uso delle forbici e dei pettini e la loro scheda riporta la lista illustrata di tante possibili acconciature (recitate con divertimento da Nino Mamfredi nel film): tirato liscio, all'umberta, alla oberdan, caschetto, riporto semplice, permanente, rockabilly, puciu (chignon)...
Altra curiosità: la pelle dello Zappadonte prende spunto da un vero e proprio campionario di stoffe, da cataloghi di stoffa derivano la pelle a pois, il pied de poule, il camouflage, lo sciozzese, la spina di pesce, paillettes, losanghe...
E ancora: il Nonnut, discendente dai bisnonnut e trisnonnut, avolo dei mammut, che ospita nella sua pelliccia, la pulce artica, che ospita la zecca artica e che a sua volta ospita il pidocchio artico: una lunga catena di parassiti.
Cosa si aspetta che resti dei suoi racconti nei suoi giovani lettori?
Per me, i libri sono una sorpresa e vorrei che lo fossero anche per i nostri lettori. Non ci sono messaggi educativi diretti ma l'obiettivo è divertire e innescare un processo. Ad esempio, abbiamo presentato il libro Bestiacce in territori difficili come Scampia, dove chi legge può veramente avere qualche possibilità in più. Quindi senza nessuna pretesa di insegnare qualcosa, si considera il libro divertente e leggero come uno strumento affinché il piccolo che lo legge, lo possa sentire alla sua portata e sia spinto dal desiderio di cercarne altri, attivando un proprio percorso di scoperta.
Scrivere divertendosi è generalmente un buon segnale e ci si aspetta che il divertimento raggiunga il lettore. Non tutti i libri sono però leggeri e divertenti, anzi tornando al romanzo L'ultimo elefante qui il messaggio è pesante, il nostro ragazzino all'inizio si sente potente a cavallo di un elefante, i romani scappano al suo passaggio, poi però farà presto i conti con la guerra, dove amici e animali muoiono.
Il libro è dedicato a Augusto Franzoj, impavido esploratore. Perché questa scelta?
Io abito a San Mauro Torinese, dove Augusto Franzoj ha vissuto per parecchio tempo. E' stato un personaggio che nella vita ha fatto davvero di tutto, all'estero gli avrebbero dedicato un film: ha tentato il suicidio, è fuggito dalla galera, è stato in Africa. E' un personaggio bizzarro e in parte Pico Pane lo ricorda.