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2020, l'anno delle occasioni

L'anno che si è appena concluso è stato foriero di riflessioni sul rapporto che l'Uomo ha con la Natura e in un Mondo iper-connesso, sembrerebbe che noi abbiamo perso la connessione più importante. Pensieri di una guardiaparco all'inizio del nuovo anno.

  • Paola Viviana Trovò*
  • Gennaio 2021
  • Sabato, 16 Gennaio 2021
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Foto Pixabay  Foto Pixabay

 

Il 2020 è stato definito annus horribilis. Sicuramente lo è stato per chi ha perso affetti, salute, lavoro. Sicuramente lo è stato per chi ha iniziato ad avere paura degli altri senza comprendere che "gli altri", in questa partita, siamo tutti noi.

Io preferisco pensarlo come l'anno delle occasioni. L'occasione per rallentare. Per fare ordine.

L'occasione per imparare a comunicare in un modo diverso, magari senza volto, senza contatti fisici, ma non per questo senza contenuti reali, intensi, personali.

L'occasione per fare cose sempre lasciate indietro, anche scrivere.

Per tutti doveva essere l'occasione per comprendere "l'antica verità darwiniana'': siamo davvero una specie animale, legata in modo indissolubile alle altre, nelle nostre origini, nella nostra evoluzione, in salute e in malattia. E anche se le malattie infettive sono un argomento triste, in condizioni ordinarie sono eventi naturali. Però le condizioni che hanno permesso a questa pandemia di diffondersi non sono state ordinarie: un patogeno ha fatto il salto da un animale a un essere umano, e si è radicato nel nuovo organismo come agente infettivo.

E' così che trova origine lo spillover, il "salto interspecifico" su cui è stato scritto un saggio, tutto da leggere, del giornalista scientifico David Quammen, e da cui ho parafrasato le righe sopra.

Le occasioni (perse) del 2020

Il 2020 doveva essere l'anno delle occasioni, ma così non è stato.

Non lo è stato perché si è parlato poco di ambiente e sicuramente non nei posti che contano. E poco si è detto del perché "le condizioni non sono sempre ordinarie".

Mario Tozzi, Luca Mercalli, Sri Preethaji e anche alcune associazioni ambientaliste ci hanno provato, ma poi tutto è finito lì ed è rimasto nel circolo dei 'soliti ambientalisti' .

Dare seguito a parole, anche importanti, significa attuare profondi cambiamenti nel modo di gestire il territorio, di vivere, di pensare, di approcciarsi alla Natura, troppo spesso vista in modo antropocentrico, come una risorsa da usare e consumare.

C'è stata qualche stretta di mano, qualche protocollo accompagnato da banchetto. Timidi tentativi e diluiti nel tempo, tanto da perderne il senso e l'efficacia.

Molte cose ancora non si sanno dl virus ma quel che è certo è che alle origini del problema c'è il commercio, spesso illegale, di animali selvatici vivi, alcuni anche in via di estinzione.

Dietro al virus c'è la distruzione della Natura.

"Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie", scrive sempre David Quammen.

Ecco, "le condizioni non sono sempre ordinarie" e ciò dovrebbe far riflettere.

I motivi della zoonosi

Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) il 75% delle malattie è una zoonosi e tutte, per diventare tali, prevedono sempre gli stessi passaggi: 1- deforestazione; 2 – prelievo e traffico di specie; 3 – mercati di animali "wet-market"; 4 - spillover, avvantaggiato negli slum metropolitani.

La cura, per tutto questo, è anche la prevenzione: il rispetto della Natura. Ma dove è finita a saggezza dell'Homo sapiens? Dove è finita l'empatia con le creature viventi e con la bellezza del Mondo?

Saggezza ed empatia non sono negli allevamenti intensivi, nei wet-market, nella predazione e nella distruzione delle risorse naturali. È evidente che il nostro modo di vivere mette in crisi i sistemi ecologici e le specie viventi: tutte, compresa quella umana.

Per questo, continuare a pensare e ad agire come se le questioni non fossero profondamente interconnesse è da irresponsabili.

Tutto è interconnesso, non solo sul Web. La vita, con tutte le sue forme, è interconnessa con una rete ancora in parte misteriosa e incomprensibile, ma non per questo trascurabile.

Tutto è interconnesso: la vita, tutta, come la morte.

E Covid-19 non è altro che una conseguenza delle nostre azioni: un avvertimento, come lo sono stati Ebola, Hendra, Nipah... L'elenco è lungo prima del prossimo spillover forse ancora più veloce, forse ancora più letale.

* Paola Viviana Trovò è guardiaparco nelle Aree protette del Ticino e Lago Maggiore. 

 

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